In Monastero di Clausura

MONASTERO DOMENICANE DEL “S. ROSARIO”

– Azzano S.Paolo – Bergamo – ITALY +39 035 53 00 01

 monastero-domenicane

chi volesse visitare il loro bellissimo sito può cliccare:

http://www.domenicaneazzano.com/1/chi_siamo_568543.html

Storia del Monastero del Santo Rosario. Dire che un monastero di vita contemplativa è un dono per la comunità parrocchiale e diocesana in cui è inserito sembra volerci attribuire un merito che non abbiamo; tuttavia la consapevolezza che ogni dono è in funzione del bene comune ci rende esultanti nella lode al Signore e il rendimento di grazie sale dal cuore con umile e sincera riconoscenza. Parlando del nostro monastero ci è impossibile tacere sulla fede intrepida e sull’eroica magnanimità delle nostre prime sei consorelle che, sfidando l’incognita e l’incertezza del futuro, cento anni fa diedero inizio a questa casa di preghiera. Non senza pena ed intima sofferenza, lasciarono il confortevole e plurisecolare monastero Matris Domini il 10 dicembre 1896 per seguire la voce di Dio che le invitava ad erigere una nuova dimora al suo Nome. Gli inizi furono molto disagevoli; la povertà costringeva ad ardue privazioni, ma ogni consorella portava in sé grandi valori di fede, di speranza e di ardente carità, che le spronava ad indomito coraggio. Oggi, noi che siamo giunte al 1° centenario di fondazione, raccogliamo i frutti delle fatiche, degli stenti, dei disagi affrontati con fortezza da quante si sono affiancate e succedute al primo drappello delle fondatrici. Profondamente inserita nella realtà umana che la circonda, la monaca contemplativa è per tutti un segno che si rende visibile solo se lo si guarda con gli occhi della fede, perché è nel silenzio e nel nascondimento della clausura che ella si realizza pienamente. Il carisma da noi vissuto è quello stesso che S. Domenico, nostro Padre, diede alle prime monache da lui radunate nel monastero di Prouille http://www.prouilhe.com/ in Francia. Egli volle che i suoi monasteri fossero fondamento della Santa Predicazione con la preghiera, lo studio assiduo della Scrittura, la contemplazione, il lavoro, la penitenza e il silenzio. Infatti, come dicono le nostre Costituzioni: «È proprio dei sacerdoti, dei religiosi e dei laici, predicare per il mondo il nome di N. S. Gesù Cristo, mentre è proprio delle Monache cercarlo, meditarlo, invocarlo nel nascondimento, affinché la “Parola che esce dalla bocca di Dio” non ritorni a Lui senza effetto, ma fruttifichi in coloro ai quali è stata rivolta» (Costituzione Fondamentale n. l. §II). La nostra specifica missione perciò ci colloca in una duplice dimensione: verticale e orizzontale, cioè in continua tensione a Dio e in comunione con Lui; e – come Domenico – compassionevoli verso i peccatori, mediante un’ardente preghiera di intercessione perché la predicazione, con la forza dello Spirito Santo, raggiunga il proprio fine: la salvezza dei fratelli. Le nostre prime consorelle vollero dedicare questo monastero alla Beata Vergine del S. Rosario perché, perseveranti con lei nella meditazione dei misteri del suo Divin Figlio e nella preghiera, impetrassimo l’incessante presenza dello Spirito sulla Chiesa e nelle anime redente dal Sangue di Cristo. A lei Madre della Chiesa e Regina degli Apostoli, affidiamo il futuro del nostro monastero, sicure di continuare nel tempo il cammino intrapreso nel lontano 1896 solo se saremo docili alla sua esortazione: Fate tutto quello che vi dirà (Gv 2, 5) E Gesù nel Vangelo ci dice: Questo è il mio comandamento che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Voi siete miei amici se farete ciò che io vi comando (Gv. 15, 12-14).

  

 

INTRODUZIONE. LA PERGAMENA

Vedi il video del primo ritorno a casa di Mamma dall’ospedale il giorno del suo ottantesimo compleanno sul canale You Tube LA SPERANZA NON DELUDE:

 

http://www.youtube.com/watch?v=W2bSsAZOiTg&feature=channel_page 

 

Con un po’ di commozione riportiamo qui l’ultimo scritto di Santina prima della terribile malattia. Mamma compie il suo atto di consacrazione il 21 Maggio 2005 nel Monastero di Santa Grata, ed il 4 Giugno 2005, al Mare di Marina di Massa, viene ricoverata nella notte in ospedale per un grave problema al cuore. Ecco il documento scritto da mamma e ritrovato tra le mie carte il 15 Maggio 2008. DON GIGI

 

 

 Ed ecco il bellissimo commento di una Monaca di Santa Grata a tale pergamena:

 

LA PERGAMENA!!!!!!
Carissimo don Gigi, che emozione! Sono ritornata con il pensiero a quel
giorno dell’oblazione di Santina-Luigina: una meraviglia e una
commozione irripetibili! Ricordo che, dopo il rito dell’oblazione e la
santa Messa, tutti si ritrovarono in parlatorio per il rinfresco.
Ebbene, ricordo la tua Mamma raggiante per “il passo” appena compiuto e
alla mia affermazione: “Chissà il tuo don Gigi come sarà contento!
Adesso che sei la nostra oblata tutti i benefici spirituali della nostra
Comunità avvolgeranno anche te, la tua Carolina e la sua famiglia e,
naturalmente, il tuo don Gigi che, con il suo ministero sacerdotale e il
servizio che svolge, ha così tanto da fare!”. E lei, per tutta risposta:
“Mah! LA COSA PIU’ IMPORTANTE PER IL MIO GIGI E’ CHE SIA UN SANTO
SACERDOTE! Tutto il resto, a che cosa serve?”. Sì, la ricordo bene, al
di là della grata, come se fose oggi: umile e semplice…come i puri di
cuore….
Ecco, caro don Gigi, perdonami la divagazione ma, il rivedere la
pergamena mi ha riportato alla mente questo commovente episodio che
porto nel mio cuore….

II.IL COMMENTO ALLE FRASI DI SANTINA: LA SPERANZA NON DELUDE pp. 173-178

Ringraziamo Suor Maria Teresa OSB che per noi ha curato  il commento alle frasi 1-19 di Santina contenute nel libro La Speranza non delude. Auguriamo buon lavoro a Suor Vincenza domenicana che continuerà il commento dalla frase n. 20 a pagina 175.  

 

 

1. CARISSIMO DON GIGI ESSERE SACERDOTI SIGNIFICA SERVIRE IL SIGNORE CON TANTA GIOIA, ACCETTANDO CON SERENITÀ LE CONTRARIETÀ CHE PUOI INCONTRARE OGNI GIORNO. AMARE DIO PIÙ DI OGNI ALTRA COSA, LE PERSONE CHE LUI TI HA AFFIDATO. CORAGGIO LA TUA MAMMA TI È SEMPRE VICINA, IN PARTICOLARE CON LA PREGHIERA. TI VOGLIO TANTO BENE (LE METEORE, GRECIA, 24 GIUGNO 1991)

 

Leggendo questa frase di Santina, la prima nella raccolta delle cinquantatre citazioni, subito il pensiero corre al salmo 99,2 dove il salmista ci invita a servire Dio nella gioia, con l’esultanza di chi si riconosce amato e salvato da Lui: “Acclamate al Signore, voi tutti della terra, servite il Signore nella gioia, presentatevi a lui con esultanza”. L’amore a Dio e al prossimo, il filiale abbandono alla volontà del Padre, il servizio gioioso, un cuore orante: ecco Mamma Santina! Icona della “gioia del cuore” che, come affermava san Bonaventura, “è segno infallibile di essere in grazia di Dio”. SUOR MARIA TERESA OSB

 

 2. CARISSIMO LUIGI, IL SACERDOZIO È UN DONO TOTALE A DIO. VIVILO CON LA PREGHIERA INTENSA CHE È L’ARMA SEGRETA DEL SACERDOTE. AMA LUI NELLE PERSONE AMMALATE E SOLE, AIUTA LA GIOVENTÙ A CONOSCERLO E RICORDATI DI STUDIARE E NON PERDERE TEMPO (NON DIRE SONO STANCO. SE STANCO SARAI NON TI TURBERÀ IL SONNO). LA TUA MAMMA CHE TI VUOLE BENE. (SANTO NATALE 1986).

Definendo il Sacerdozio “Dono totale a Dio”, Mamma Santina ben sintetizza la sua peculiarità e ne sottolinea, allo stesso tempo, la piena gratuità ricordata da Matteo: “gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). Poi, con una efficace allegoria, Santina svela al figlio il segreto per una vita sacerdotale feconda e credibile: “la preghiera intensa” esperienza da lei vissuta quotidianamente,  grazie alla quale la sua esistenza è stata trasformata, dalla luce della presenza di Dio, in un canto di lode e di affidamento totale a Lui. Quale “arma” migliore e più potente, Mamma Santina, avrebbe potuto consigliare al suo amato don Gigi?

 3. QUESTA SANTA PASQUA RESTI NEL TUO CUORE RICORDANDO I PROPOSITI E LE BELLE GIORNATE TRASCORSE CON LA TUA MAMMA CHE TI RINGRAZIA CON TANTO AMORE. MAMMA SANTINA (VOLO TEL AVIV-ROMA, 28 MARZO 2005, ORE 16.30).

“Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19). Il Cuore della Vergine serbava tutti gli avvenimenti riguardanti il Suo amato Figlio Gesù,  trasformandosi in uno scrigno prezioso ricco di “tesori”. A distanza di secoli, anzi di millenni, un’altra mamma, Santina, invita suo figlio, don Gigi, a custodire nel proprio cuore “questa Santa Pasqua ricordando i propositi e le belle giornate” fatti e vissute in Terra Santa. E così gli trasmette quello che, a sua volta, ha imparato da Maria: fare del proprio cuore la cella dell’incontro con “l’Indicibile”. Pochi mesi più tardi “quel cuore” toccherà la soglia “dell’Infinito”….ma questo è un altro capitolo.

 4. SONO TANTO FIERA DI AVERE UN FIGLIO SACERDOTE. RINGRAZIO IL SIGNORE E LO PREGO PERCHÉ ME LO CONSERVI BUONO E LO FACCIA UN SANTO SACERDOTE CHE SAPPIA DONARE LA SUA PAROLA. CON TANTO AFFETTO LA TUA MAMMA. 

La frase, che Santina ci propone questa settimana, è un inno di riconoscenza gioiosa al Signore per il dono di un figlio Sacerdote, un “magnificat” che nasce dal suo cuore amoroso di mamma, eco del “Magnificat” che Maria elevò al Cielo in occasione della sua visita alla cugina Elisabetta.Gratitudine che diventa preghiera a Dio per chiedere per il figlio non la gloria umana, il successo e nemmeno la salute! No! Santina “vola alto” e si preoccupa perché il suo Gigi sia “un santo sacerdote che sappia donare la Parola”.E così ci appare Santina: una mamma FIERA di essere madre di un Sacerdote, cioè CONTENTA perché il Signore ha invitato il suo Gigi a “prendere il largo” ……come gli Apostoli duemila anni orsono.

  5. CARISSIMO DON GIGI, OGGI INIZI UN NUOVO IMPEGNO CHE GESÙ TI HA AFFIDATO, ACCETTALO CON TANTA GIOIA E UBBIDIENZA, METTI SEMPRE AL PRIMO POSTO LA PREGHIERA, USA TANTA UMILTÀ E PAZIENZA CON I TUOI SUPERIORI. LA TUA MAMMA TI È SEMPRE VICINA SOPRATTUTTO CON LA PREGHIERA. UN BACIONE LA TUA MAMMA. (ROMA, 11 NOVEMBRE 1996, P.37).

Evagrio Pontico affermava che “La preghiera è sorgente di gioia e di grazia”.Mamma Santina ben lo sa! Perciò ammonisce il suo don Gigi a “mettere SEMPRE al primo posto e SOPRA TUTTO la preghiera”, per poter attingere da essa la forza e il coraggio di accettare la Divina Volontà con cuore lieto e contento!L’importanza del rapporto orante con il Padre è tale da diventare, per Santina, un PROGRAMMA DI VITA dal quale possono scaturire la gioia, l’ubbidienza, l’umiltà necessari per camminare verso la santità, unico obiettivo che il suo cuore racchiude per sé e i suoi Cari.

 6. IN QUESTI GIORNI DI ESERCIZI SPIRITUALI NEL PERIODO DI QUARESIMA PROMETTI A GESÙ DI ESSERE SEMPRE UN SANTO SACERDOTE. IO SONO SEMPRE CON TE NELLA PREGHIERA (27 FEBBRAIO 2005, P. 56).

Consapevole che “Il grande segreto della santità si riduce ad assomigliare sempre più a Lui, che è l’unico e amabile Modello” (come scrisse San Josemaría), Santina chiede al suo amato don Gigi di “promettere a Gesù di essere SEMPRE un SANTO sacerdote” mentre lei “è SEMPRE con lui nella PREGHIERA”.SANTITA’ e PREGHIERA: due obiettivi ben precisi che veicolano la quotidianità di Santina verso GESÙ, Colui che dà senso alla sua quotidianità e la modella.Due temi costanti nei suoi scritti, ma mai ripetitivi perché “specchio” del suo cuore orante innamorato di Gesù, cuore anelante a raggiungere le alte vette della santità.

 7. CARO DON GIGI GRAZIE DI CUORE PER AVERMI FATTO TRASCORRERE UNA SANTA PASQUA NEI LUOGHI DI GESÙ E GODUTO LA TUA COMPAGNIA, GESÙ ACCETTI LE NOSTRE PROMESSE CHE ABBIAMO DEPOSTO AL CALVARIO (GERUSALEMME, SANTA PASQUA, 7 APRILE 1996, P. 76).

In questa frase il particolare sentimento di gratitudine verso don Gigi, sia per l’opportunità di trascorrere la Santa Pasqua nei luoghi di Gesù sia per aver “goduto della sua compagnia”, diventa per Santina un sentiero che conduce alla felicità. Il suo cuore, colmo di gioia e di stupore per i giorni trascorsi in Terra Santa, depone ai piedi di Gesù le sue promesse fatte insieme al figlio e, nella semplicità degli umili, attende fiduciosa che LUI le accetti.   È il cuore “amante” di chi sa di essere amato dall’Amato e vuole, a sua volta, riamarLo.

8. RICORDATI DI PREGARE SEMPRE GESÙ PRIMA DI OGNI ALTRO IMPEGNO. MAMMA (P. 83).

Questa frase, quasi lapidaria, ricorda gli apoftegmi dei Padri del deserto: «Un anziano diceva: “Non far nulla senza pregare e non avrai rimpianti”». Per la nostra Santina, qualunque sia l’impegno al quale il figlio sacerdote è chiamato a svolgere, la preghiera a Gesù deve avere il primo posto, cioè deve “venire prima”. Sempre! Per lei, azione e contemplazione vanno di pari passo: ogni azione affonda le sue radici nella preghiera ed ogni preghiera si traduce in azione; tutto è quindi un susseguirsi armonico che, a buon diritto, possiamo sintetizzare nel motto benedettino “ora et labora”…..motto che, dal 21 maggio 2005, Santina-Luigina in qualità di oblata incarna quotidianamente.

 9. TANTI AUGURI DI BUON ONOMASTICO UN BACIONE GRANDE DALLA TUA MAMMA CHE TI VUOLE TANTO BENE (BIGLIETTINO NELLA BIBBIA).

 l’onomastico, ricorrenza in cui si festeggiano tutte le persone il cui nome coincide con quello del santo del giorno, offre a santina l’occasione per rievocare il tema a lei tanto caro della santità. “Tra le righe”, infatti, possiamo leggere il sottile, ma profondo, pensiero che soggiace a tutto l’augurio: richiamare alla memoria il santo di cui si porta il nome, porta automaticamente a ricordare la sua vita e, quindi, a ripensare la propria.In questo modo, un augurio apparentemente banale sa andare “oltre” le apparenze, e diventa prezioso momento di revisione di vita alla luce della storia terrena del santo.

 10. NEL TUO AGIRE USA SEMPRE UMILTÀ E PAZIENZA, CON AFFETTO GRANDE MAMMA (P. 141). 

Ho avuto il piacere, poco tempo fa, di assistere alla proiezione di un film-documentario sulla clausura intitolato “PER SEMPRE”. Non voglio ovviamente “parlarvi” di questo; piuttosto desidero soffermarmi sul vocabolo “SEMPRE”, termine che ha subito ricondotto il mio pensiero a Santina. In moltissime sue frasi, infatti, Santina utilizza l’avverbio “SEMPRE”; così anche nel pensiero di questa settimana ricorda al suo don Gigi di  “usare SEMPRE umiltà e pazienza”. Nella nostra società in cui tutto è “provvisorio e flessibile”, in cui si ha paura di prendere decisioni che durino più di qualche mese, suona davvero strabiliante il programma consigliato dalla nostra Santina! Grazie, Santina di ricordarci la bellezza di vivere “SEMPRE” sotto lo sguardo benedicente del Padre che, “DA SEMPRE E PER SEMPRE” ci ama!

 11. CARO DON GIGI, AIUTATI A SUPERARE I MOMENTI DI ALTA TENSIONE CON TANTA UMILTÀ E PAZIENZA. GESÙ TI È SEMPRE VICINO TIENILO SEMPRE NEL CUORE. LA MAMMA CELESTE TI INSEGNI A STARE ALLA PRESENZA DEL SIGNORE, A SCEGLIERE LA PARTE MIGLIORE SENZA TRASCURARE L’UMILE FATICA DEL LAVORO. (19 AGOSTO 1995, P. 180).

Meditando questa frase subito mi affiora alla mente la regola di San Benedetto: Santina, infatti, ricorda al suo don Gigi di “scegliere la parte migliore senza trascurare l’umile fatica del lavoro”.Ecco qui racchiuso il motto benedettino “ora et labora” ossia “prega e lavora”Nell’alternare la preghiera al lavoro in un armonico equilibrio, Santina incarna la Regola benedettina molto tempo prima di diventare nostra oblata (lo diverrà infatti nel 2005) e così facendo diventa, per il figlio sacerdote, esempio di fede vissuta nel totale affidamento a Maria Santissima e a Suo Figlio Gesù. Sempre!

 12. CARISSIMO DON GIGI, GESÙ SIA SEMPRE NEL TUO CUORE E CHE TI SUGGERISCA LE PAROLE GIUSTE PER PORTARE A LUI TANTE ANIME. UN BACIONE, MAMMA (P. 190).

Una canzone di molti anni fa ripeteva: “parole, parole, parole…..”. Sinceramente non ricordo né l’autore né chi la cantasse ma oggi, tale ritornello bene si addice alla frase di Santina. Perché?Perché nel suo cuore è racchiuso l’insegnamento del Maestro: Sia invece il vostro paralre Sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (cf. Mt 5,37)” Sì, Santina sa che “se uno non manca nel parlare, è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo”, (cf Gc 3,2); a lei non interessa che il suo don Gigi sappia fare bei discorsi, elaborati e farciti di belle parole. Una sola, infatti, è la Parola, quella con la “P” maiuscola: Gesù! Solo Lui è la fonte e la sorgente di tutte le parole utili per conseguire la mèta della propria fede, ossia la salvezza delle anime (cf 1 Pt 1,9)!IL COMMENTO. Il termine “bontà” – dal latino BENIGNITAS – indica benignità, affabilità, cortesia, generosità: tutti tratti propri della carità di Dio.

13 GESÙ TI CONSERVI SEMPRE PIÙ BUONO (P.236).

La bontà è una virtù che sta in ombra, rifugge dall’ostentazione, prescinde da sé: la persona buona non bada a sé, né chiede che la si veda; essa è quindi immagine di Dio che si dona gioiosamente, abbracciando gli uomini.Per lei valgono queste parole attribuite a Gandhi (ma che potrebbero essere benissimo attribuite alla nostra Santina): “Il miglior modo di predicare il Vangelo è viverlo. Una rosa non ha bisogno di prediche: diffonde il suo profumo ed è questa la sua predica. Fate che la vostra vita parli come una rosa. Persino il cieco, che non vede la rosa, ne viene attratto”. E così Santina…..

  14. CHE GIOIA! È PASQUA E SIAMO A GERUSALEMME GRAZIE! MAMMA (GERUSALEMME, 7 APRILE 1996, P. 273).

Vivere la santa Pasqua a Gerusalemme suscita in Santina un’esplosione di vera gioia e di riconoscenza!Santina non percorre i “luoghi di Gesù” come una qualsiasi turista alla ricerca di “bei posti” o per banale curiosità; Santina vive il suo essere a Gerusalemme come un evento di grazia e, nella gioia, riconosce nel grande Mistero del Dio fatto uomo, morto e risorto per noi, la sua Speranza: Gesù Cristo, Figlio di Dio.Mi piace pensare che, quel mattino dopo il sabato, si sia ripetuto l’episodio di Maria Maddalena al sepolcro e, come lei, anche Santina abbia sentito il Risorto sussurrare il suo nome e poi….ma questo rimarrà “il segreto del re” racchiuso nello scrigno del cuore della nostra cara Santina!!!……

 15. CARO DON GIGI, GESÙ SIA SEMPRE CON TE NEI MOMENTI DIFFICILI AFFRONTANDO TUTTO CON SERENITÀ E ATTENZIONE. LA TUA MAMMA (P. 286).

Per Santina, “donna orante”, la preghiera è sorgente di gioia e di grazia, è un dono prezioso, è una “porta” aperta sull’Infinita Trascendenza di Dio.Per Santina, “donna amante”, Gesù è l’Amico fedele che mai tradisce, è il Dio fatto Uomo, morto e risorto per ciascuno di noi, è l’Amore.Ecco perché raccomanda al suo amato don Gigi (notiamo la delicatezza: pur avendone tutti i diritti – essendone la Mamma – si rivolge al figlio Sacerdote chiamandolo “don”…), di tenersi ben stretto questo Amico speciale, Gesù! Con Lui e grazie a Lui, infatti, anche i momenti difficili e faticosi possono essere affrontati serenamente e, perché no?, con gioia!

 16. LA TUA MAMMA PREGA OGNI GIORNO PERCHÉ TU SIA UN SANTO SACERDOTE CON TANTA UMILTÀ E PAZIENZA. UN BACIONE, MAMMA (1 LUGLIO 2000, P. 389).

L’uomo non può bastare a se stesso; egli è fatto per fiorire in un’apertura all’Altro e, nell’Altro, ai fratelli in una comunione di carità. Per questo, uno degli inviti pressanti di Gesù è “Domandate e vi sarà dato” (Mt 7, 7).Santina conosce bene i passi della Sacra Scrittura; conosce gli inviti del Maestro e così, la sua preghiera quotidiana sale al Cielo, come profumo di incenso, per domandare al Signore che il “suo” don Gigi “sia un santo sacerdote”.Sì, la nostra cara Oblata sa che Gesù è attento ai nostri bisogni e aspetta che contiamo su di Lui, che abbiamo bisogno di Lui! Ma la sua sapienza (quella vera, non quella dei dotti di questo mondo – per dirla con san Paolo) la spinge a chiedere, per il suo amato figlio, ciò che più conta nella vita di ciascun cristiano: la santità, cioè assomigliare sempre più a Lui, che è l’unico e amabile Modello.

17. OGGI 19 MARZO FESTA DI SAN GIUSEPPE SEI QUI ALLA NOSTRA CASA IN COMPAGNIA DI TUTTI NOI. MAMMA E FAMIGLIA (19 MARZO 1999, REGALO STILOGRAFICA MONT BLANC, P. 434).“A te, o beato Giuseppe…”. Con queste parole inizia l’atto di affidamento a san Giuseppe, la cui figura evoca due tenere immagini: quella di casto sposo della Vergine Maria e quella di padre davidico di Gesù; immagini che, a loro volta, ci ricordano la Sacra Famiglia di Nazareth dove l’amore regna e i cuori “battono all’unisono” nella continua ricerca della Divina Volontà. È il 19 marzo, festa liturgica di san Giuseppe: Santina sottolinea la presenza in famiglia di don Gigi, quasi a voler evidenziare quanto sia importante che “tutti” siano presenti per onorare e festeggiare il Santo…..”sei qui”: sembra quasi un grido silenzioso….quello del cuore amoroso di mamma Santina che, plasmata dallo Spirito, desidera per il proprio figlio solo la Divina Volontà….come avvenne in quel di Nazareth!

  18. La prima settimana: una frase al giorno.DOMENICA: ABBIAMO TRASCORSO UNA DOMENICA BELLISSIMA, PRIMA PER LA NOSTRA CELEBRAZIONE E PREGHIERA, POI IL BELLISSIMO VIAGGIO. GRAZIE. MAMMA (P. 452). 

Iniziamo questa settimana il commento di una “mini” raccolta di frasi scritte da Santina in occasione di una breve vacanza a Massa Marittima: sette frasi che scandiscono la settimana marina trascorsa in compagnia del figlio e che sottolineano come, pur in clima “vacanziero”, il cuore orante di Santina non conosca “ferie”.“Prima/poi”: con questi due avverbi Santina scandisce il tempo e ci trasmette quali siano per lei le priorità nella sua vita di credente. Infatti, con una pennellata di evangelica semplicità, descrive la domenica trascorsa come “bellissima” e, subito, ne specifica le cause: “prima” la celebrazione e la preghiera, “poi” il viaggio hanno reso la domenica molto bella.Il viaggio, pur interessante e fonte di emozione, per Santina “perde quota” davanti alla sublimità della preghiera, cioè dell’incontro con il Mistero, dinanzi al Quale tutto acquista un nuovo significato e apre il cuore verso orizzonti infiniti….

 19. LUNEDÌ: GESÙ TI DONI LA PAZIENZA E LA GIOIA DI AIUTARE LA TUA MAMMA, QUANDO SBAGLIA. SCUSAMI. MAMMA (P. 453).

Il cuore umile di Santina emerge in tutta la sua grandezza in questa richiesta di perdono. Accettare ed ammettere di avere sbagliato e, quindi riconoscere i propri limiti è veramente un atto coraggioso possibile solo ai “puri di cuore”.È più facile e comodo, infatti, “vedere la pagliuzza nell’occhio altrui piuttosto che la trave nel proprio” (cf. Lc 6,42 ). Ma per Santina non è così!Per ogni suo sbaglio, anche se minimo, non solo sa chiedere scusa ma chiede al figlio sacerdote di aiutarla a migliorare. Perché? Perché il “lavoro interiore”, cui Santina si sottopone giorno dopo giorno con la Grazia di Dio, conduce sempre più la sua “tensione spirituale” verso l’ Unicum Necessarium al Quale desidera conformarsi pienamente: il suo Gesù.

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I COMMENTI PROSEGUONO A CURA DEL MONASTERO DOMENICANE DEL SANTO ROSARIO DI AZZANO SAN PAOLO (BG)

Dopo un anno di collaborazione con il Monastero delle Benedettine di Santa Grata, ora il commento alle frasi di Santina passa al Monastero delle Domenicane del Santo Rosario di Azzano san Paolo. Mentre sinceramente ringraziamo le Monache benedettine, porgiamo i più cordiali auguri di buon lavoro alle Monache domenicane. Il lettore che avesse tra le mani il nuovo libro di Santina Può seguirci nei nuovi commenti a pagina 175 del libro LASPERANZA NON DELUDE ed esattamente la frase numero 20.  In introduzione a questa pagina rimane il manoscritto di Santina che testimonia il suo amore e predilezione per la vita monasica.
 
 
 
 
 

 

 

20 MARTEDI’.TI SONO SEMPRE VICINA CON LA PREGHIERA E CON IL MIO AFFETTO. MAMMA (pagina Bibbia 454) La Speranza non delude p. 175

 

 COMMENTO Questa affermazione di Mamma Santina ci fa pensare  Maria Santissima, la Madre di Gesù.Nulla sappiamo di come lei sia stata vicina al Figlio negli anni della sua vita pubblica. Il Vangelo ci parla di tre donne che lo seguivano e lo servivano con i loro beni, ma con esse non è menzionata la Madre (cfr. Lc 8,13).  Di lei troviamo solo un accenno in Matteo  (cfr.12, 46-50). Ci viene allora spontaneo pensare che Maria seguisse Gesù dal silenzio della “sua casa”.  E chissà quante volte nei loro fugaci incontri la Madre avrà   salutato il Figlio con queste parole: “Ti sono vicina con la preghiera e con il mio affetto!”. Ogni Madre sa dire queste parole al Figlio: “Ti sono vicina!”. E solo una madre sa cosa sia questo legame che l’unisce al figlio. Così Mamma Santina segue suo figlio lontano da Bergamo con questo indistruttibile legame: preghiera e affetto. Qui le distanze si annullano perché lo Spirito unisce questa madre al figlio Sacerdote. E possiamo immaginare cosa Mamma Santina chieda nella preghiera:  Signore, per  il Tuo onore e per  la Tua gloria, Donaci Sacerdoti Santi e fa che il mio Don Gigi sia santo secondo il tuo Cuore. Qui è racchiuso tutto  il desiderio che Mamma Santina custodisce nel  suo cuore e presenta a Dio ogni giorno nell’ incontro con Lui.

 

 

 

 

 

 

21. MERCOLEDI’: GESÙ E MARIA TI SIANO SEMPRE VICINI. RIVOLGITI A LORO NELLE DIFFICOLTÀ MAMMA. (PAG. 454della Bibbia di don gigi). La Speranza non delude p.175

 

I saggi consigli di una mamma!

Leggendo questa esortazione pensiamo inanzitutto alla saggezza spirituale che permea e accompagna la vita di mamma Santina.  Rimasta sola con due figli piccoli, ella sa cosa significa trovarsi in difficoltà, tanto più quando in una famiglia manca il papà. E’ sola ad affrontare  gli inevitabili momenti bui della vita, a risolvere eventuali problemi; ma il dolore, la prova temprano la natura e rafforzano lo spirito. Santina, con il buon senso e la praticità delle mamme che amano e desiderano il vero bene dei propri figli, affronta  gli eventuali disagi che incontra, non senza aver prima sostato in adorazione di Gesù Eucaristia e raccogliendosi in preghiera davanti alla Vergine santissima.  E l’aiuto sempre  arriva.

Da questa vitale esperienza, ella,  trae un prezioso insegnamento e una profonda convinzione di fede evidenziate  in queste parole: ”Gesù e Maria ti sono sempre vicini “.  Si, lei ne è  convinta, non ci sono dubbi;  Gesù e Maria sono sempre vicini a chi  si affida loro  con fiducia sincera.

E continua: “Rivolgiti a loro nelle difficoltà”.

Il figlio  accoglie e adempie  il suggerimento della mamma   e, grazie a questo prezioso consiglio seguito fedelmente, oggi con lei ringrazia il Signore perché con il suo aiuto sono state superate tante difficoltà.  E solo chi le ha vissute sa quante siano!

Con animo grato seguiamo anche noi questa  salutare esortazione: Gesù e Maria ci saranno sempre vicini. Grazie Mamma Santina!

 

 

 

 

22. GIOVEDI’. SII BUONO E PAZIENTE CON LE PERSONE A TE VICINE NEL LAVORO QUOTIDIANO. MAMMA (Bibbia di don gigi p. 455, La speranza non delude p. 175)

 

Questa esortazione   la può esprimere  solo chi ha sperimentato la preziosità e la fatica di lavorare  fianco a fianco con altre persone. Il nostro relazionarci agli altri si costruisce anche nella fatica e nel quotidiano impegno di buoni rapporti  e di fraternità nei nostri  luoghi di lavoro, di studio, di sport,  di divertimento. “Sii buono e paziente con le persone a te vicine nel lavoro quotidiano. ”  Può essere semplicemente facile essere buoni e  pazienti quando chi ci sta accanto la pensa come noi, condivide scelte e progetti, ci accorda fiducia, è onesto, ci vuole bene e a nostra volta, noi, vogliamo loro bene.  Ma quando  questo è solo un desiderio e la realtà si evidenzia in modo un po’ diverso, allora per essere sempre buoni e pazienti c’è bisogno di tutto il nostro coraggio, e, non sempre la buona volontà basta. Solo la preghiera ci aiuta ad essere come mamma Santina desidera per il suo Don Luigi e che ognuno di noi vorrebbe costruire ogni giorno nel  prezioso contatto con il nostro prossimo 

 

23. VENERDÌ: AMA SOPRATTUTTO GLI AMMALATI, GLI ANZIANI E CHI HA BISOGNO DI UNA PAROLA DI CONFORTO. MAMMA. (PAG. 456 della Bibbia) La Speranza non delude p.175

 Non è facile la compassione per gli altri se per compassione si intende la capacità di immedesimarsi nei problemi altrui. Se è così, allora si deve dire che essa non è una virtù innata, perché si contrappone all’egoismo di ogni natura umana.E’ stato detto che le piaghe del nostro prossimo le possiamo toccare solo con le mani trapassate dai chiodi e che solo una vita toccata dal dolore può consolare, confortare il fratello che soffre.

Mons. Gigi, come Sacerdote, proprio perché Ministro della grazia ottenutaci dalla Passione e Morte di Gesù Cristo e Mamma Santina, con la sua sofferenza e il suo dolore, hanno avuto il dono di avvicinarsi e guardare con occhi nuovi il malato, l’anziano, il sofferente: uno sguardo pieno di compassione, di conforto e di solidarietà.  

24. SABATO. GESÙ TI HA VOLUTO SACERDOTE. SII ORGOGLIOSO E SEMPRE FEDELE A QUESTO GRANDE DONO , IL PIÙ BELLO CHE ESISTA. MAMMA. (P. 458).

Il sacerdozio è un dono immenso, un atto d’amore di Dio che sceglie singolarmente alcuni come suoi intimi amici perché collaborino al suo insondabile disegno di salvezza: è  immagine viva e trasparente di Gesù Sacerdote.  Il Sacerdote è chiamato a prolungare l’ azione  di Cristo in mezzo al gregge a lui affidato. Egli infatti è il ministro dell’Eucaristia,  dispensatore della misericordia divina nel sacramento della Penitenza, consolatore delle anime, guida dei fedeli nelle tempestose difficoltà della vita. Vivere il sacerdozio, quindi,  è bello, è grande ed è sofferto: richiede il dono totale di se alla Chiesa e alle anime, a volte con grande sacrificio ad imitazione di Cristo che ha donato la vita per la salvezza del mondo. La chiamata al sacerdozio è un mistero di grazia e di partecipazione al mistero salvifico di Cristo. Per questo il Sacerdote   deve rimanere fedelmente unito a Gesù, penetrato intimamente dalla sua presenza per irradiare nel mondo l’amore del Padre. Preghiamo per i Sacerdoti, sempre.

 

 


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