PASQUA 2009 – Salvare l’Anima! Settimana Santa a Roma con il Santo Padre (5-19 Aprile ’09)

SETTIMANA SANTA A ROMA CON IL SANTO PADRE

DIARIO 5-19 APRILE 2009

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I. INTRODUZIONE SALVARE L’ANIMA! DOMENICA DELLA DIVINA MISERICORDIA, 19 APRILE 2009

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ll Vangelo che si legge nella Domenica in albis è quello dell’incontro del Risorto con Tommaso. Questa Domenica per volere del Papa Giovanni Paolo II oggi ha assunto un nome nuovo, si chiama Domenica della Divina Misericordia. Proprio in questo giorno termina il nostro bellissimo viaggio durato quindici giorni e del quale parleremo in questo nuovo quaderno di Santina. Nel nostro recente viaggio in Polonia avevamo potuto visitare il Santuario della Divina Misericordia dove si ricorda la vita di Santa Faustina Kovalska. Ma questa introduzione vuole prima di tutto considerare il Vangelo di Giovanni che la Liturgia Eucaristica del giorno ci propone perché esso rappresenta una forte sintesi delle nostre giornate vissute insieme. Il Vangelo è classico e ricorda l’interrogativo di Tommaso: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò”. In questa meravigliosa domanda troviamo già un piccolo accenno di fede in San Tommaso. L’apostolo infatti pensa il suo incontro con il Risorto in un modo molto particolare. Egli non dice: “Se non l’abbraccio, non credo!” Oppure “ Se non gli stringo forte la mano non credo!” Se non do una carezza al suo volto non credo!” Tommaso ha ben chiaro quale Gesù vuole vedere e cosa di Lui vuole toccare: sono le sue piaghe ed il suo costato, sono i segni della Passione! Tommaso fa una scelta ben precisa nell’accostarsi a Gesù risorto. Si accosta a Lui, giunge a Lui sulla strada dei segni della Passione ed è proprio per questo motivo, che nella Domenica della Divina Misericordia può vedere Gesù! Una prima considerazione: Tommaso ci insegna, con la sua presunta incredulità, la strada per giungere al Risorto ed è la considerazione della sua Passione, delle cicatrici presenti sul suo corpo. Non si può giungere a Gesù senza passare dalla sua passione. La presunta incredulità di Tommaso è una premessa vera ed autentica all’incontro della fede. Il nostro carissimo Tommaso, non sa cosa farsene del Cristo glorioso e pieno di luce, non chiede di vedere questo Risorto. Il Risorto di Tommaso è il crocifisso! Non disdegniamo l’amico e apostolo Tommaso, ma prendiamolo con la sua domanda come autentico Maestro di fede. Che tipo di Risorto cerchiamo, quello glorioso, pieno di forza, pieno di luce? Se cerchiamo questo siamo sulla strada sbagliata. Lui a noi non apparirà mai, perché è una risurrezione secondo i canoni del mondo e non in una esistenza trasformata per l’eternità. Cerchiamo allora Gesù secondo i canoni dettati dal nostro Maestro di fede Tommaso! E allora si aprirà per noi una visione estasiante e trasformante la nostra intera vita. Sto dicendo Messa e guardo Santina ed il suo incredibile sorriso di Paradiso. Santina è davvero una persona che sta vivendo una nuova vita. Come Lazzaro, come il bambino della vedova di Naim, come la fanciulla a cui Gesù ha detto Talita Kum, mamma è tornata a vivere. Sono convinto che chi ha la singolare grazia di risorgere da morte, come Santina, considera e può vivere la vita nei canoni dell’eternità. Guardo Santina e il suo bellissimo sorriso, ma mentre cerco il suo sorriso vedo sul collo la cicatrice della tracheotomia, nel piede la cicatrice della piaga profonda di decubito, nel ventre i diversi segni dei drenaggi tolti e rimessi, la lunga cicatrice del costato aperto, la impossibilità di camminare, di muoversi correttamente, sul lato sinistro della bocca ancora il segno della canula per la respirazione, la mancanza di voce, a motivo delle corde vocali storpiate dal sondino e dal tubo per la respirazione. Nelle braccia ancora visibili i segni delle numerose trafitture degli aghi. E’ un corpo assolutamente martoriato e che i canoni del mondo rifiutano categoricamente. Ma proprio in questi canoni rifiutati categoricamente dal mondo devo trovare come Tommaso i segni della Risurrezione di Santina. Mia Mamma è risorta, ha già ricevuto il giudizio finale nel giorno di Santa Maria Maddalena, quando è morta. Ed il giudizio finale è stato positivo: Santina oggi in certo qual modo non può più peccare, non può più commettere il male, Santina oggi porta nei suoi occhi la luce che ha visto, porta nel suo sguardo l’infinito e nel suo sorriso il Paradiso: proprio per questo non può parlare più. Nel suo cuore squarciato è nascosto il suo tesoro. La sua parola oggi è il silenzio, con il quale giudica la vita. E’ una esistenza raccolta in Dio, fatta di bontà e di serenità. E’ una esistenza che si deve avere il coraggio di leggere fino in fondo. Come Gesù, Santina porta tutti i segni della sua Passione. Ma quanto è bella Santina! Una bellezza che è adeguata ed espressione di eternità. Il silenzio di Santina, il suo sorriso, la sua calma e la sua bontà dicono Paradiso. Rare parole accompagnano la sua vita. Ed allora quando Santina parla, non spreca parole, coglie il senso più profondo delle cose e della vita, sempre ed immancabilmente. Apro allora questo diario con una delle rare parole di Santina, rare ma ricche e significative parole, dal valore profetico. Siamo a colazione, prima di andare a Messa. La cittadina di Marina di Massa ci ha ospitato nel viaggio di ritorno, stanno con noi due cari e vecchi amici, Isa e Angelo. “Santina, abbiamo trascorso quindici giorni bellissimi, la Settimana Santa insieme, il Triduo pasquale con il Santo Padre e poi la bella settimana al mare di Fregene! Vero?” Santina sta zitta. “Vero?” Chiedo nuovamente io… Mamma sta zitta e risponde con un luminoso sorriso e facendo di sì con la testa. Non è assente, non è menomata intellettualmente, è molto presente, solo che le mie parole sono vuote. E’ vero, il silenzio di Mamma mi fa capire quanto siano vuote molte delle mie parole… Mi concentro e mi chiedo: lascia perdere queste considerazioni di semplice cronaca e interrogala meglio, perché Lei, ti risponde. Ma per rispondere la domanda deve essere appropriata, deve avere un senso, deve chiedere veramente qualche cosa. Lascia agli altri le considerazioni di cronaca, Gigi vai al cuore di questi giorni, cerca di porre una domanda significativa. Mi raccolgo in una profonda pausa di silenzio, rifletto con molta calma e nell’intimo del cuore mi nasce la domanda vera, la formulo: “ Mamma quale è stata la celebrazione liturgica più importante per te di quelle vissute con Papa Benedetto XVI? La celebrazione della lavanda dei Piedi il Giovedì Santo, l’adorazione della croce il Venerdì Santo, oppure la Messa di Pasqua piena di fiori?” Mi accorgo mentre parlo che a questa domanda Santina risponderà! Santina mi guarda dritta negli occhi con i suoi occhi di luce, mi sorride e faticosamente si prepara a rispondere. La lingua fa fatica a sincronizzarsi con le corde vocali, è un grande sforzo. Poi i polmoni devono emettere molto più fiato per dare corpo alle parole ed infine le parole sono straziate, ma si colorano di senso… la risposta giunge e mi fa tremare per lo stupore e la commozione: “Il Venerdì Santo!” Sono solo due parole, ma che grande valore. Torna il silenzio avvolto di sorriso sul suo volto, ma mi sembra di intuire nel suo sorriso il sorriso di Gesù risorto, quel Gesù che Santina già contempla. Il suo sorriso è simile al meraviglioso sorriso della Maddalena il giorno di Pasqua! E nel mio cuore io pronuncio con fede e tra nascoste lacrime “Mio Signore e mio Dio!” Ho riconosciuto il Risorto, Lui è vivo e Santina ne è stata una prova. “Mio Signore e mio Dio! Scusa se ti cerco con i canoni del mondo, scusa se non sono come Tommaso che cerca in te i segni della Passione” Io avrei preferito dire La Domenica di Pasqua, è la più bella: piena di fiori e di gioia, oppure essendo sacerdote il Giovedì santo, con la lavanda dei piedi… invece il segreto del Risorto sono i segni della passione, come Tommaso ha cercato e come io ho visto nel corpo martoriato di Santina. Sono nei segni della Passione scopri il Risorto. E la vita dei risorti, come quella di Lazzaro, del bambino della vedova di Naim, della fanciulla del Talita Kum e, nel suo piccolo, di Santina è una vita nuova fatta di silenzio e di sorriso perché il Paradiso non si può raccontare. Santina prova con la sua vita a testimoniarlo e questo è il senso profondo delle prossime pagine di questo diario!

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II. ADORAMUS TE CHRISTE ED BENEDICIMUS TIBI, VENERDÌ SANTO 10 APRILE 2009

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Come per il primo viaggio a Gerusalemme, anche questo diario non è una cronologia dei fatti che sono accaduti. Questi sono raccolti tutti in una scheda sintetica finale. L’idea è invece quella di riflettere sui significati di alcune giornate e sul loro alto valore spirituale. A guidarci è Santina con le sue umili, ma decise scelte. Abbiamo potuto notare nella pagina precedente che Mamma ha individuato come apice del nostro pellegrinaggio la giornata del Venerdì Santo. Alla domanda quale dei tre giorni del Triduo Santo sia stato per Lei il più importante, ha risposto il Venerdì santo. E’ dunque proprio dalla celebrazione del Venerdì Santo che partiamo per analizzare e capire bene tutte le 15 giornate trascorse insieme. Giornate che sono stata un’approfondita ed accurata preparazione al grande e meraviglioso Viaggio fatto nuovamente a Gerusalemme dal 14 al 21 Maggio. Prima di parlare del Venerdì Santo trascorso da mamma con Papa Benedetto XVI dobbiamo notare una singolare coincidenza, quella data coincideva con il 10 Aprile 2006. Era un lunedì santo e mamma iniziava dopo lunghi nove mesi in ospedale (di cui 109 giorni in Terapia Intensiva) una vita nuova. Tale coincidenza non si può trascurare anche per capire più profondamente quella adorazione della croce in San Pietro alle ore 17.00 con il Santo Padre. Dopo essere usciti dal nostro albergo Kaire giunti in s. Pietro ci disponiamo nei posti assegnati, che a differenza della sera prima nella Messa in Coena Domini ci danno la possibilità di vedere meglio il Santo Padre e tutto il grande altare della Confessione. I nostri tre posti sono ai piedi della grande statua di Sant’Elena che tiene la croce tra le braccia. La grande statua sembra riprodurre nei suoi tratti e nel suo significato tutta la storia di dolore di Santina. Sant’Elena amò moltissimo la croce di Gesù e la cercò a Gerusalemme con molta cura. Al ritrovamento della Santa Croce si deve la grande festa liturgica chiamata dell’Invenzione della Santa Croce. Siamo al Venerdì Santo e ripenso allo scorso anno a Lourdes, mentre salivamo l’irta Via Crucis. Quell’ora di preghiera è entrata nel libro La Speranza non delude e in questa passata quaresima è stato il testo di meditazione che ci ha accompagnato per tutto il tempo di preparazione alla Pasqua. Ora mi trovo con mamma che tanto ha amato la sua croce in questi anni a rivivere qui in San Pietro il cammino della croce ci Gesù. Nella mia testa una marea di pensieri mi fanno riflettere. Guardo Mamma e le piaghe della sua via crucis, ancora una volta mi commuovo e guardo al suo meraviglioso esempio di sopportazione. Mai un lamento, sempre un ostinato sorriso. Con queste considerazioni inizia la solenne e sobria azione liturgica. Il Papa scalzo, in segno di penitenza colpisce molto Olinda. Guardo Mamma ed ascolto le parole della Passione secondo Giovanni che costruiscono nel mio cuore una forte provocazione: questi anni di sofferenza e di difficoltà che insieme con Mamma abbiamo attraversato e che spero attraverseremo sono illuminati dalla sua croce e dal suo dolore. ( Cfr vedi video sulla stazione della via crucis che riaguarda la morte di Gesù: http://www.youtube.com/watch?v=DiTN9jXkXKs&feature=channel_page ) Molte volte penso a quando Mamma viveva una vita molto attiva, ora invece è in totale disabilità: quando sono debole è allora che sono forte! Riceviamo con grande concentrazione la Comunione. I nostri bei vestiti di cerimonia ci dicono che questa celebrazione è il cuore della nostra fede e che in questa adorazione della croce sta la chiave di lettura di quanto mamma ha vissuto. La celebrazione termina, usciamo dalla porta della morte e ci dirigiamo alla nostra auto parcheggiata vicino al Palazzo San Carlo. Anche Mamma anni fa ha attraversato la porta della morte per poi tornare a vivere in questa vita con il suo bel sorriso profetico. Con oggi sono tre anni che Mamma è tornata a vivere a Casa, è una data importante per cogliere il valore del tempo che passa e tale valore nella nostra vita dice un forte ringraziamento a Dio. Dopo aver trascorso la giornata nel digiuno liturgico ci dirigiamo al ristorante dell’amico Bernardo dove consumiamo un pesce al sale. Per la strada chiamiamo i nostri parenti ed amici per comunicare l’emozione di aver potuto vedere il Santo Padre, di poter con lui pregare e la gioia di rivivere nella fede la bontà di un Dio che per noi muore in croce. Stanchi ma felici verso le ore 22.30 rientriamo in albergo ci attende il sabato santo, un sabato di riposo e preparazione al grande giorno della Pasqua in San Pietro.

Vedere la stazione di Gesù deposto dalla croce:

http://www.youtube.com/watch?v=eNuyMjeX_2g&feature=channel_page

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III. LA LAVANDA DEI PIEDI, GIOVEDÌ SANTO 9 APRILE 2009

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Se per Mamma la giornata più importante del Triduo Santo vissuto con Papa Benedetto XVI è stata quella del Venerdì Santo, scrutando profondamente il mio animo posso dire che per me la giornata dal più alto valore spirituale è stata quella del Giovedì Santo. Per noi sacerdoti questo giorno fonda la nostra vita, a questo giorno dobbiamo tornare per capire il nostro ministero ed il nostro servizio. Sicuramente tra i giovedì santi vissuti con Santina dopo la sua malattia questo è stato il più bello. Nell’anno 2006 questa data era troppo vicina alla sua uscita dall’Ospedale per poter vivere bene fino in fondo tutto il suo fascino spirituale. Il mio animo era più catturato da quanto mamma viveva ed aveva appena vissuto. L’anno 2007 eravamo al mare ed in quella data mi raggiunse la notizia che sgomentò tutta la diocesi del suicidio di Don Silvio Agazzi, con grande paura mi abbracciai a Mamma al mare e pregai per Lui. Nell’anno 2008 eravamo invece a Lourdes e un po’ stanchi del viaggio partecipai da solo alle sante funzioni del Giovedì Santo. Una grande grazia di questo 2009 è quella che Santina dopo la lunga malattia per la prima volta partecipa a tutte le maggiori celebrazioni della Settimana Santa e questo è un altro grande dono di Dio. Rivivere la Passione di Cristo tenendo per mano Mamma ed il suo esempio. Queste pagine per il futuro le dovrò con cura ricordare e da questi importanti momenti prendere forza e coraggio per vivere bene il mio sacerdozio ministeriale. Giungiamo alla Basilica di San Giovanni in Laterano e prendiamo posto nel luogo a noi riservato vicino al Corpo diplomatico, questa Chiesa è carica di ricordi per me qui ho ricevuto il ministero del Lettorato, dell’Accolitato, dell’ordine del diaconato il 25 Ottobre 1985. Sono passati 24 anni e mi ritrovo qui con Mamma e la sua carrozzina, con Santina e la sua totale dipendenza che dice la forza di Dio. Ho il cuore colmo di emozione e ripercorro in questa Chiesa tutte le fasi che al Seminario Romano ho vissuto per preparami ad essere sacerdote! L’emozione del mio cuore richiama la crescente emozione provata negli anni di formazione con l’avvicinarsi della meta sacerdotale. A rendere quasi plastico il ricordo, dalla calca della folla alle nostre spalle sento la voce di una suora. E’ suor Teomira, una delle suore, ormai anziane, che accudiva noi seminaristi al Seminario romano. Vede Mamma e si commuove perché conosce la sua vicenda ed ha visto il libro. “Don gigi la tua mamma in tutti questi anni è stata una nostra grande sostenitrice con la sua preghiera. A lei volentieri abbiamo inviato ed inviamo i foglietti di preghiera per le nostra vocazioni!” Mamma sorride contenta e piena di gioia per l’incontro con queste vecchie suore amiche. La suggestiva cerimonia del giovedì santo ha inizio. Il Santo Padre lava simbolicamente i piedi a dodici sacerdoti. Io mi troverò alcune settimane dopo al cenacolo di Gerusalemme a baciare i piedi di mamma ed Olinda. Il Papa con quel gesto richiama con prepotenza il servizio. Quel servizio che mamma ha sempre svolto nella sua umiltà nei miei confronti. Quel servizio che Olinda con molta umiltà svolge nei confronti di mamma. Sono proprio i poveri e gli ultimi che mostrano la strada dell’incontro con Dio nel servizio. In questi anni la dolorosa vicenda di Santina sicuramente oltre alla preghiera mi ha insegnato il servizio e l’attenzione al dolore degli altri nel volto di mamma Santina. Guardo il Santo Padre lavare i piedi ai dodici sacerdoti e guardo Mamma, la vedo concentrata con nelle mani il libretto predisposto per la celebrazione. Guardo la sua vita e guardo alla vita del Pontefice, quanto sono distanti l’una dall’altra: Mamma nel completo abbattimento della sua condizione, il Papa sempre sotto la luce dei riflettori, sempre seguito ed acclamato, Mamma acclamata da nessuno e nella sua semplice condizione. Ma tutte due anziani, tutte due al servizio. Questi due vecchi questa sera mi insegnano la difficile arte di vivere con il servizio nel cuore. E’proprio in questa cornice che Gesù nell’Ultima Cena pronuncia le frasi del mistero, le frasi che inchiodano l’eterno nelle mani del sacerdote: “Prendete e mangiate, prendete e bevete questo è il mio corpo!” La mia vita è tutta legata a questa frase. Ho scelto di vivere in questo modo nella castità e nell’obbedienza e sobrietà di vita semplicemente per sempre! Uno dei più grandi punti della mia conversazione con mamma in questi anni duri e difficili, ma grandi ed entusiasmanti è proprio la mia identità sacerdotale: centinaia di volte chiedo a mamma: “Mamma sarò sempre sacerdote? La mia domanda è tenace, ma la sua risposta è davvero testarda: “Sì lo sarai sempre, certo, guai!” Mamma non mi parla molto, non ha in testa molte idee, solo semplici e granitiche cose, proprie della donna che è addivenuta ad una profonda sintesi di vita. Tra queste cose vi è senza dubbio la sua tenace sicurezza del mio sacerdozio per sempre: e se lo dice lei che ha pregato perché fossi concepito prete, se lo dice lei che con tutta la sua intensità ha pregato perché un giorno fossi ordinato sacerdote, posso davvero stare tranquillo. Riguardo al mio sacerdozio Mamma ha un’altra granitica convinzione: “Per essere una Santo sacerdote devo pregare ed obbedire!” Quanti forti e chiari insegnamenti in questo meraviglioso Giovedì santo con mamma a Roma nella Basilica di San Giovanni!” Prometto con tutto il mio cuore Castità Obbedienza e Sobrietà di vita, dando vita ad un biglietto che avevo indirizzato a Mons. Beschi, nuovo Vescovo di Bergamo, scusandomi di non essere in Cattedrale e Bergamo per motivi di servizio alla Santa Sede. Riceviamo tutti e tre dignitosamente la Comunione. Il Santo Padre continua il rito solenne del Giovedì Santo, noi con molta concentrazione seguiamo tutto con molta concentrazione ed attenzione. Alla fine la processione eucaristica ci passa molto vicino e con commozione adoriamo il Santissimo tra le mani di Papa Benedetto XVI. E’ una serata densa di incanto, le auto blu del corpo diplomatico riempiono la piazza, Tra ambasciatori dall’abito impeccabile Santina Olinda e don gigi si fanno strada per giungere alla macchina. Anche questo contrasto mi porta a riflettere molto. Una povera donna anziana e una signora peruviana trovano posto tra il corpo diplomatico dove gli ambasciatori sfoggiano le loro scure ed eleganti giacche, io vivo il mio servizio pastorale in Segreteria di Stato e devo stare qui come mamma ed Olinda sono state capaci di stare in quei posti quella sera, ricordandomi che non sono un ambasciatore, ma semplicemente un povero prete che non deve adeguare il suo stile di vita a quello della carriera e del successo, ma a quello del servizio e del nascondimento… come Santina …e come Olinda.

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IV. UNA CASCATA DI FIORI, IL GIORNO DI PASQUA 12 APRILE 2009

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La bella giornata di Pasqua inizia con il buon giorno. Ho comperato per Mamma Santina una rosa rossa. Busso alla porta dell’hotel Kaire e Olinda mi dice: “Avanti!” Entro ed offro con un bel bacio la rosa a mamma. Santina indossa un nuovo vestito che abbiamo comperato per questa occasione. Il sole forte del mattino di Pasqua entra dalla finestra ed illumina in un gioco di luce il suo volto sorridente. E’ una bellissima vista. Non posso non scattare qualche bella fotografia che diviene la copertina di questo quadernoIn questo bellissimo soggiorno romano, la terza celebrazione del Triduo Santo che abbiamo vissuto con il Pontefice è stata la Messa del Giorno di Pasqua. In verità io mi sono recato in ufficio per il mio servizio, ma attraverso la televisione interna ho potuto seguire tutta la bella celebrazione alla quale Mamma ed Olinda hanno partecipato. Prima di tutto una parola sull’addobbo floreale della Piazza. Come ogni anno la piazza è stata trasformata in un incantevole giardino fiorito dalla bravura di giardinieri e fioristi olandesi. Un conto è vedere la piazza attraverso la televisione ed un conto è esserci nel mezzo, la fragranza dei profumi è molto forte ed anch’essa contribuisce a dare gioia alla bella Piazza, ma poi sono i colori dei fiori ad inebriare la vista: primule, rose, ciclamini, gigli, orchidee. E il tutto sapientemente disposto attorno all’altare e sulle gradinate della Piazza, la predominanza dei colori? Quelli pontifici il bianco ed il giallo sulle gradinate della Basilica.Per quella celebrazione avevo ottenuto due ottimi biglietti proprio vicino alla famiglia pontificia, Santina dista così pochi metri dalla Cattedra del Papa e può seguire molto bene la celebrazione della Messa. Il tempo è clemente ed il sole è velato da alcune nubi che rendono la mattinata piacevole perché il sole non colpisce forte. Vi è un bel tepore primaverile: Mamma è felice e piena di gioia, dispongo Mamma e Olinda, incarico alcuni gentiluomini di Sua Santità di vegliare su di loro, chiedo a Olinda di tenere acceso il cellulare e di chiamare in caso di necessità. Do una carezza a mamma e un bel bacio augurando buona Pasqua. Il suo sorriso trionfa sul suo viso e lo accende della luce pasquale…rimango incantato! Mi ricompongo e poi lascio la piazza per apparire dopo alcuni minuti sulla balconata della Segreteria di Stato. La piazza è piena di folla e faccio fatica ad individuare mamma, chiamo con il telefonino Olinda che da lontano si gira e mi saluta indicando la seggiolina di mamma. Mi commuovo dicendo, ma mamma è qui! E’ qui in Piazza San Pietro per la Messa di Pasqua. Oggi, 18 Luglio 2009 sto scrivendo il Diario di Pasqua per non dimenticare… e la mia testa torna al 18 Luglio 2005, giorno nel quale mamma è stata operata. Sono passati quattro anni e nel libro La Speranza non delude è stata raccolta scrupolosamente la vicenda di Santina. Bene in quel libro si racconta come nella Messa celebrata la mattina dell’intervento avessimo letto il brano di Esodo 15. Non avrei mai pensato che quattro anni dopo nella messa notturna di Pasqua il Papa potesse fare l’esegesi del celeberrimo cantico ascoltato il giorno dell’intervento chirurgico. La mattina di pasqua erano proprio queste le riflessioni che accompagnavano la mia vista sulla piazza di san Pietro dove mamma ascoltava la Messa del Pontefice. Ricordavo al balcone l’omelia della notte di Papa Benedetto XVI e ricordavo il giorno dell’intervento che come salmo responsoriale avevamo pronunciato quel salmo sul quale avevo fatto la mia meditazione prima di entrare in sala e di vedere il cuore di mamma. Mentre torno in ufficio nella mattina di Pasqua, ripercorro nella mia mente le belle parole del Papa appropriate alla vicenda di mamma, riascoltiamole insieme come meditazione:Il terzo grande simbolo della Veglia Pasquale è di natura tutta particolare; esso coinvolge l’uomo stesso. È il cantare il canto nuovo – l’alleluia. (… )Nella Veglia Pasquale, anno per anno, noi cristiani intoniamo dopo la terza lettura questo canto, lo cantiamo come il nostro canto, perché anche noi mediante la potenza di Dio siamo stati tirati fuori dall’acqua e liberati alla vita vera. Come non riferire alla vicenda di Santina le parole di Benedetto XVI: anche noi mediante la potenza di Dio siamo stati tirati fuori dall’acqua e liberati alla vita vera. Mamma ha attraversato un mare rosso di sangue per giungere a questo impagabile sorriso! Mentre ripercorro queste riflessioni, la messa è giunta alla liturgia della parola ed il cantore proclama la sorprendete frase del salmo responsoriale che dice così: Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. Mi ricordo di aver celebrato la Liturgia delle Ore vicino a Mamma in coma e di aver ostinatamente creduto a questa frase: Il Signore mi ha provato duramente, ma non mi ha consegnato alla morte. Mi raccolgo in preghiera riconoscente al Signore che ha portato Mamma fino a qui, entrare nel mio cuore in questi momenti è faticoso, ma quando riesco a starci dentro scopro quanto Dio mi ha amato attraverso questa meravigliosa storia di Santina. Finisco il mio lavoro e raggiungo Mamma in Piazza San Pietro, riceviamo devotamente la benedizione Urbi et Orbi e poi lasciamo la festa per un ottimo pranzo di festa da Bernardo. Nel pomeriggio la recita del rosario conclude la nostra splendida giornata di Pasqua.

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V. AD OSTIA ANTICA CON S. AGOSTINO, GIOVEDI’ 16 APRILE 2009 

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La seguente settimana, la settimana in Albis la trascorriamo in serenità al mare di Fregane, all’hotel Corallo sito in via Gioiosa marea, un nome molto significativo per queste belle giornate. Giovedì 16 Aprile nel pomeriggio ci dirigiamo alla vicina Ostia Antica. Porto con me una copia del libro di Mamma La Speranza non delude e così arrivati nel sito archeologico con molta commozione leggo le pagine tolte dal capolavoro della spiritualità di Sant’ Agostino, Le Confessioni. E’ la pagina che si riferisce al dialogo tra Agostino e la Madre Monica. Tale testo l’avevo letto diverse volte in diverse presentazioni del libro, ma la sua forza è davvero molto singolare quando lo leggo in questo luogo, dove anticamente Agostino aveva vissuto tale dialogo. ( cfr video: http://www.youtube.com/watch?v=1e-SReUHya0&feature=channel_page ) Guardo mamma e interrogo la sua sofferenza sopportata nel silenzio e con il sorriso. Santina sprigiona una forza del tutto singolare con il suo visino inerme e sorridente, spesso intravedo in lei le ali di un angelo, il forte ricordo della vita orientata al Paradiso che mi devo come lei conquistare affidandomi alla misericordia di Dio sul mio peccato. In questo luogo mi viene in mente la figura di un anziano missionario. In Ungheria quest’anno 2009 è stato segnato dalla celebrazione dei settant’anni di sacerdozio di padre Placid Olofsson, il “benedettino sempre giovane”, come viene additato, che ha trascorsi diversi anni nei gulag. Nato nel 1916, padre Olofsson è stato insignito nel 2006 del Premio Pro Ecclesia da parte della Conferenza episcopale ungherese, “per la sua umanità esemplare e fedele, testimoniata in ogni circostanza”. Nei lunghi anni trascorsi nei gulag, cui fu condannato nel 1943 dal tribunale militare sovietico, il religioso introdusse quattro “regole di vita” per sé e i suoi compagni. Queste quattro regole di vita penso siano proprie anche di Santina, che ha sopportato anch’essa il duro gulag della sofferenza, con queste quattro regole concludiamo il nostro quaderno-diario. Ecco le quattro regole di P. Olofsson che posso applicare anche a Santina. “Conviene non rendere la sofferenza più drammatica del necessario, perché ciò rende l’uomo più debole”, la prima regola. La seconda era: “La sofferenza arriva da sola, non bisogna cercarla. Nella vita bisogna cercare la gioia, la piccola gioia”. Per abituarvi i compagni il Padre Olofsson organizzò “le olimpiadi della gioia”: alla fine di ogni giornata i detenuti del lager gareggiavano nel raccontarsi chi avesse trovato più gioia durante il giorno. “Dobbiamo smettere di lamentarci, di dire che siamo innocenti, ma piuttosto dimostrare che siamo migliori di quelli che ci hanno condannato” è la terza regola. Infine l’ultima: “l’uomo di fede sopporta la sofferenza molto più facilmente di quello che non ne ha”. Oggi 93enne, padre Olofsson tiene ancora corsi prematrimoniali e catechesi per adulti, nonché esercizi spirituali a Budapest, nelle campagne e oltreconfine. Ed\oggi Santina con la sua esistenza, proprio qui ad Ostia antica incarna la verità di queste quattro regole di vita che tutti dobbiamo ricordare ed attuare.

http://www.youtube.com/watch?v=ik6wb8e33HE&feature=channel_page

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VI. DIARIO DELLE GIORNATE A ROMA 5 – 19 APRILE 2009

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Domenicadelle Palme5 Aprile 2009 La mattina, di buon ora alle ore 7,30 circa partiamo da Bergamo. Ogni partenza è sempre caratterizzata da una grande levataccia. Ci fermiamo per la colazione in autogrill a Mantova e giungiamo poi a Roma per le ore 13.30. Dopo il pranzo un meritato e prolungato riposo. Natale e Giuseppina ci attendono per la Messa che prevede la lettura del Passio e poi una cenetta piena di amicizia conclude il primo giorno della nostra vacanza spirituale. Abbiamo così aperto la Settimana Santa. Durante le ore serene del viaggio abbiamo recitato il tradizionale rosario. Di notte sentiamo forte le sinistre scosse del terremoto che sono presagio di quanto è successo all’Aquila. 
Lunedì Santo6 Aprile 2009 Come tutte le mattine di queste due settimane passo il tempo in ufficio al lavoro. Mamma invece si riposa nel verde parco del nostro amato Hotel Kaire. Nel pomeriggio vado a trovare Santina ed Olinda e facciamo una visita a San Pietro. Visitiamo la tomba di Giovanni Paolo II, quella di Papa Giovanni XXIII e diciamo il credo all’altare della confessione. Dopo un breve incontro a Sat2000 per la realizzazione del DVD Quattro scintille di luce tolto dal libro La Speranza non delude torno all’hotel Kaire celebro la Messa e Francesca viene a trovarci, ed anche con Lei trascorriamo una piacevole serata. 
Martedì Santo7 Aprile 2009 Dopo la mattinata in ufficio, il pomeriggio facciamo un bel pellegrinaggio a San Paolo fuori le mura dopo aver celebrato la Messa. E’ l’anno Paolino e non può mancare una sosta alla Tomba dell’Apostolo delle Genti. Per la prima volta vediamo la Tomba e le catene esposte sotto l’altare maggiore. Recitiamo con calma il rosario e facciamo rientro all’albergo dove ci vengono a trovare Natale e Giuseppina con i figli Benedetto e Antonia. E’ una serata di pace e serenità, Santina è molto contenta. 
Mercoledì Santo 8 Aprile 2009 In questa giornata devo rientrare in ufficio anche il pomeriggio. Raggiungo Santina ed Olinda nel pomeriggio, e, dopo aver celebrato insieme la Messa, usciamo a fare una passeggiata nel rione ed acquistiamo due uova di pasqua con il nome di Santina (che mangeremo la festa della Divina Misericordia con Carolina e famiglia) e un’altra il sabato santo a cena. Torno in ufficio e ci raggiunge per cena l’amico Giulio con la moglie Maria. Ci prepariamo a vivere bene il Triduo Santo. 
Giovedì Santo9 Aprile 2009 Verso le ore 16.00 lasciamo l’albergo per dirigerci alla Cattedrale di Roma, San Giovanni in Laterano dove ci attribuiscono ottimi posti tra le file del Corpo diplomatico. La celebrazione è molto lunga ed Olinda offre a mamma l’acqua durante tutta la celebrazione che comprende la lavanda dei piedi e l’adorazione eucaristica. Santina è entusiasta di vedere il Papa e possiamo seguire il rito con l’aiuto di bei libretti liturgici. Stanchi alle ore 20.30 facciamo rientro in albergo 
Venerdì Santo10 Aprile 2009 E’ per mamma forse la giornata più commovente come abbiamo visto. Alle ore 16.00 partiamo dall’albergo per giungere in San Pietro. Oggi il Papa presiede il rito dell’adorazione della croce. Scalzo avanza verso la croce. Mamma segue con religioso silenzio ogni sua azione liturgica. Poi sfilano tutti i cardinali per il bacio della croce. Cerimonia molto bella alla quale abbiamo assistito da posti molto vicini e comodi. Dopo la celebrazione eucaristica ceniamo al ristorante da Arturo, ricordando che oggi pur essendo il venerdì santo è anche il terzo anniversario del ritorno di Santina a casa 
Sabato Santo11 Aprile 2009 Esco dall’ufficio e mi dirigo all’albergo. Oggi non vi è celebrazione eucaristica e approfittiamo per visitare la bella Basilica di Santa Maria Maggiore dove ci raccogliamo in preghiera e recitiamo il Rosario. Santina e Olinda sono molto contente. Torniamo a cena in albergo ed andiamo a letto presto – dopo aver aperto l’uovo dedicato ad Olinda – la mattina seguente Mamma ed Olinda devono partecipare alla Messa solenne ed alla benedizione Urbi et Orbi. 
Domenica diPasqua12 Aprile 2009 Alle ore 8.00 mi fermo da un fioraio e compero 2 rose rosse. Giungo in albergo e faccio gli auguri a Santina offendo a Lei con un grande bacio la bella rosa. Anche Olinda è contenta del dono ricevuto. Qualche fotografia per ricordare i bei vestiti e la rosa rossa e poi partenza per Piazza San Pietro. A Santina è stato destinato un posto molto vicino alla sede papale, subito dopo la famiglia pontificia. La piazza è un trionfo di fiori. Do un bel bacio a Santina e salgo in ufficio per lavorare. Mamma con grande raccoglimento seguirà la messa. Io raggiungo Santina per la benedizione Urbi et Orbi. Poi ci troviamo per un buon pranzo di festa da Bernardo. Il pomeriggio riporto Santina a riposare in albergo. Ma con il passare dei giorni mamma appare sempre più contenta e recettiva. Che bel miracolo! 
Lunedì dell’Angelo13 Aprile 2009 Oggi il pomeriggio è molto pieno. Non celebriamo la messa, ma porto la comunione a Santina in albergo e nel pomeriggio facciamo la valigia e partiamo per il mare. Prima di partire torniamo un’oretta a Piazza San Pietro per fare fotografie alle bellissime composizioni floreali della Piazza. Risaliamo in macchina e partiamo per Fregene, Via Gioiosa Marea, Hotel Corallo. Sistemiamo i bagagli e scendiamo per una buona cena a base di pesce. Tutta la settimana si pasteggerà con del buon pesce. 
Martedìdi Pasqua14 Aprile 2009 Dopo la mattinata in ufficio, in mezz’ora di auto giungo a Fregene, dove trascorro con Mamma ed Olinda un sereno pomeriggio. Il clima è rallegrato da intere scolaresche che da mezza Europa giungono al nostro Hotel Corallo per la cena. Durante il giorno essi stanno a Roma e la sera tornano all’albergo, le loro allegre voci si odono per tutto l’edificio e Santina li guarda molto divertita. Usciamo nel pomeriggio e percorriamo un po’ di spiaggia per giungere a fare merenda presso un bar che offre a mamma il solito buon caffè lungo. Nel locale suonano musica latinoamericana che piace molto ad Olinda, ed anche a noi. Torniamo poi in albergo dove celebriamo la santa Messa nel bellissimo appartamentino messo a nostra disposizione. Dopo una squisita cena a base di pesce torno a Roma nella notte fonda.
Mercoledìdi Pasqua15 Aprile 2009 E’ una giornata un po’ particolare perché anche il pomeriggio devo rientrare in ufficio per il lavoro delle agenzie. Allora esco prima dall’ufficio e vado per pranzo da mamma dopo il pranzo. Nel primo pomeriggio celebriamo la messa e poi ritorno a Roma per il lavoro, esco alle 7,30 e ritorno al mare per la cena e per trascorrere alcune ore liete nella serenità della compagnia di Santina. La sera non rientro a Roma. E’ molto tardi e così decido di fermarmi a dormire al mare. 
Giovedì di Pasqua16 Aprile 2009 Oggi è una giornata molto suggestiva. Non posso perdere l’occasione di avere mamma a Roma per visitare Ostia Antica e gli scavi archeologici. Il posto ci interessa moltissimo perché ad Ostia Antica è ambientato il brano delle Confessioni tra Agostino e la Madre Monica. La giornata è proprio bruttina e fa anche freddo. La distanza non è molta e giungiamo al parco archeologico alle ore 17.30. Ci dirigiamo verso il centro, dove troviamo l’anfiteatro romano. E’ uno splendore la cittadina antica sembra una piccola Pompei. Olinda ci lascia per un giro di perlustrazione e così con Mamma leggiamo insieme il brano delle Confessioni che già bene conosciamo. E’ un pomeriggio incantevole anche se inizia a piovere e facciamo ritorno all’Hotel Corallo dove celebriamo la messa alla quale Santina partecipa con molta devozione. E’ molto tardi e così decido di fermarmi a dormire al mare. 
Venerdìdi Pasqua17 Aprile 2009 E’ l’ultimo giorno al mare. Nel pomeriggio andiamo a trovare Alessandro, l’amico che mi ha trovato l’albergo di Fregene, e prendiamo una spremuta di arancia. In seguito entriamo nella bella e verde pineta di Fregene. Mamma è piena di gioia e dice “Bellissimo!” Sono ore piene di gioia e di serenità che voglio bene imprimere nel mio cuore. Dopo questa passeggiata nella pineta offro a Mamma ed Olinda un piccolo regalo di ricordo. Torniamo al nostro albergo in via Gioiosa Marea e dopo una messa di ringraziamento consumiamo ancora una buona cena. Torno così a Roma per la notte. 
Sabatodi Pasqua18 Aprile 2009 Dopo il lavoro in ufficio mi dirigo al mare dove sono venuti a trovarci Giuseppe e la moglie Daniela con dei gentili doni di Pasqua. Io ho comprato una colomba, pranziamo insieme con grande serenità e gioia e poi nelle prime ore del pomeriggio celebriamo la Santa Messa con loro. Sono circa le 16.00 quando carichiamo la macchina e partiamo alla volta di Marina di Massa dove giungiamo per la cena alle ore 20.00. Isa ed Angelo, due cari e vecchi amici, ci attendono, Santina è molto felice di rivedere le suore che la ospitarono per tante volte (anche il terribile 4 Giugno, giorno dell’infarto!). Con Isa ed Angelo ci raccontiamo tante notizie e passiamo ancora momenti di grande gioia e serenità. 
Domenicadella DivinaMisericordia19 Aprile 2009 Alla Mattina presto forse in preda a un cattivo sogno mamma nel letto urla: “Luigi!” MI commuove il racconto di Olinda! La Mattina, dopo la colazione, celebriamo la Santa Messa domenicale alle ore 9,30. In quell’occasione Santina dice che nel Triduo Santo la giornata che più l’ha colpita è stata quella del Venerdì santo. Celebriamo la messa in suffragio della Mamma di Isa che è morta da poche settimane, salutiamo gli amici e partiamo per Bergamo. Mancano 10 giorni al compleanno di Carolina e così andiamo a pranzo al Ristorante Pianone con i nostri tre nipotini. A Carolina regaliamo un ramo di argento finemente lavorato: è una spilla in filigrana e smalto che gradisce molto. A Santina ed Olinda avevo comperato una bella farfalla in argento. Dopo il pranzo do un bel bacio a mamma che va a riposare ed alle ore 16.00 riparto stanco morto ma felice per Roma dove giungo alle ore 22.00 circa con il cuore grato al Signore per le meravigliose giornate trascorse con mamma.

Suor Silvana ed il Monastero di Montello ha scrito questo bel commento che ripropongo all’attenzione di tutti come buona meditazione:

               Pace e Bene!

 Carissimo Don Gigi!   il Diario e la lettera che l’accompagna – appuntamento puntuale e importante della storia della nostra vita – sono giunti nel cuore dell’estate come refrigerio alla calura di questi giornii. Rivediamo il volto di mamma nella bellissima foto di copertina più vivace e meno sofferente, felicissima della bellissima rosa, un mondo di cose e di affetto per lei. E’ sotto i nostri occhi il miracolo circa la salute di Santina: chi avrebbe sospettato il suo nuovo viaggio a Roma  per il Triduo e le feste Pasquali, il periodo di vacanza e soprattutto a New York nel mese di settembre 2009? Veramente dobbiamo ringraziare il Signore! Siamo molto contente per la traduzione del libro in arabo e per il DVD  Quattro scintille di luce, che gradiremmo come un regalo speciale. Conserviamo tuttavia nel cuore il desiderio di poterci incontrare in quest’anno sacerdotale per rafforzarci nella fede e per ascoltare dal vivo l’avventurosa storia di mamma Santina. Grazie per le riflessioni del Vangelo della Domenica da qualche anno dedicata alla Divina Misericordia. Personalmente mi sono piaciute tantissimo perché le sento vere: Tommaso è l’apostolo che vuole toccare i segni della Passione di Gesù e non altro. A lui si addebita la mancanza di fede, ma già prima, agli altri discepoli Gesù aveva mostrato le mani, i piedi e il suo costato feriti. Abbiamo infinito bisogno di sentire le nostre ferite, quelle inferte dalla vita, che non possono essere fine a se stesse e che troveranno risurrezione e risurrezione gloriosa!Abbiamo bisogno di toccare queste ferite e non altro, perché solo così siamo amati e la nostra debolezza è a tal punto assunta dal Figlio di Dio rendendola addirittura redentiva in Lui e con Lui. A Santina dobbiamo molto perché ora non solo con il fisico segnato ma col suo silenzio ci mostra l’icona di Gesù Crocifisso: è soltanto l’amore a parlare e dice tutto nel silenzio. Grazie, Don Gigi del Diario, delle vostre intime esperienze e per averci inviato i quattro passaggi o “regole  di vita”  di P. Olofsson. Le ho trascritte e messe nella Liturgia delle Ore per averle sempre sotto gli occhi e s’imprimano lentamente ma fortemente nel cuore. Scrivo nel penultimo giorno di Esercizi Spirituali che ci sta tenendo un Padre Domenicano e sono stati davvero belli per le riflessioni sulla Parola e per la liberante e beata vita cristiana dono dello Spirito ottenutoci da Gesù per volere del Padre. Caro don Gigi, le siamo tanto vicine nei nuovi viaggi-pellegrinaggi con mamma. Grazie di cuore della vostra offerta e della vostra preghiera. Ancora grazie per quanto avete devoluto al nostro Monastero.Nella grazia e nella gioia dell’Anno Sacerdotale ci benedica in forza del Sacerdozio .Un caro saluto anche a mamma Santina  Sr.M. Silvana e sorelle

Ecco un bel commento di Lucia!

Caro gg,
ho letto il tuo diario..e’ molto bello!
Sono orgogliosa di
te! Debbo riconoscere che ho scoperto un  Tommaso diverso..!
Non
semplicemente l’uomo incredulo..ma il piu’ sensibile e acuto dei
discepoli..
perche’ riconosce che e’ la  sofferenza, testimoniata dalle
piaghe la Via che porta a Gesu’!
Senza la Croce non arriveremmo mai a
Dio che e’  Misericordia  infinita!
Santina con la semplicita’ dei
giusti lo ha capito benissimo.. e i suoi silenzi sono piu’ eloquenti di
mille parole!
Come Maria, donna del silenzio..medita e dice solo
l’essenziale confermandolo con i suoi amorevoli sorrisi..
Sia fatta
sempre la volonta’ di Dio ..continua  a dire dentro di se’..anche se fa
male!
Se ripensi a tutte le grazie ricevute in questi quattro anni..il
tempo trascorso con lei, sembra un  miracolo..!
Anche se temiamo il
futuro possiamo essere certi che Colui che ci ha sostenuti non ci
abbandonera ‘e se sappiamo rendere grazie e continuare i nostri sforzi
verso la perfezione Dio ci concedera’ la gioia eterna!
con affetto,

lucia


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