Tenerezza di Dio in un sorriso: Pellegrinaggio a Lourdes 6-13 Febbraio 2011

LA TENEREZZA DI DIO IN UN SORRISO

 

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PELLEGRINAGGIO A LOURDES 6 – 13 FEBBRAIO 2011  LA TENEREZZA DI DIO IN UN SORRISO

 

I. A LOURDES MARIA FECE CONOSCERE INNANZITUTTO IL SUO SORRISO. Con Santina ci siamo recati in pellegrinaggio a Lourdes dal 6 al 13 Febbraio 2011, in occasione della Festa della Beata Vergine di Lourdes e nella ricorrenza della Diciannovesima Giornata del Malato, entrambe celebrate l’11 Febbraio. Nell’occasione del Viaggio abbiamo scoperto una meravigliosa omelia di Papa Benedetto XVI, pronunciata proprio a Lourdes sul Sagrato della Basilica Notre-Dame du Rosaire, il lunedì 15 settembre 2008. In essa abbiamo trovato profonde riflessioni sulla figura di Maria e sul suo incantevole sorriso. Questi pensieri sembrano spiegare e dare significato anche all’umile ma ostinato sorriso di Santina, che unitamente alla sua preghiera, al suo silenzio ed alla sua sofferenza costituisce una delle caratteristiche fondamentali di questi anni di profonda debolezza e disabilità, riflesso dell’autentica forza di Dio. Vi invitiamo a leggere con calma la meditazione del Pontefice ed ad interiorizzarla nella preghiera. In questi anni in cui Mamma è disabile e malata, una caratteristica che più volte appare di questa sua nuova esistenza è il suo sorriso. In questo piccolo paragrafo vorrei tratteggiare brevemente la storia di questo sorriso. Con sicurezza possiamo dire che tale meraviglioso sguardo di Santina appare dopo l’arresto cardiaco il 22 luglio 2005, festa di Santa Maria Maddalena. Sembra che ci sia una intima connessione tra quel terribile momento e il suo nuovo incantevole sorriso. Santina sorride in modo voluto, decidendo di sorridere, è consapevole di sorridere e decide Lei in totale autonomia di sorridere. Le caratteristiche del sorriso di Santina sono fondamentalmente due e riguardano i due organi del sorriso: luce negli occhi e silenzio sulle labbra. Ho studiato e meditato a fondo queste due componenti del sorriso di Mamma e le ho anche ordinate. Chi si avvicina a Santina viene impressionato dal suo bel sorriso, in seguito la persona avverte la luce negli occhi, Papa Benedetto XVI esclamò la seconda volta che incontro mia Madre: che occhi! (5 novembre 2009). E come Lui tanti altri. Dopo aver visto i suoi occhi chi può fermarsi qualche istante con Lei domanda: Ma questa Signora può parlare? Solo alla fine si avverte il silenzio nel conoscere il sorriso di Santina. Occhi e labbra, luce e silenzio, sembrano parole di una bella poesia, ed in effetti il sorriso di Santina è un poema, un inno alla Vita ed alla Fede. Ma questo sorriso è frutto di una grande disciplina di vita, di forte dolore e di una fede così grande che raccoglie Mamma in Dio. Santina, secondo me, ha messo un piede in Paradiso e dopo aver visto la meraviglia di quel mondo, è tornata a noi trasfigurata, con un raggio di quella luce sul suo volto, come i discepoli scendendo dal Tabor, o come Mosè alla discesa dal Monte Sinai. Il suo visino è trasfigurato in Dio, ed offre a ciascuno di noi una infinita tenerezza: in questo si riassume principalmente l’incontro di molte persone con Santina. Lasciando Mamma tutti non possono fare a meno di dare a Lei un bacio o una furtiva carezza, e portano via nel cuore la sua immagine indelebile. La notte dell’arresto cardiaco Santina ha incontrato il Suo Dio ed è tornata a dirci che la vita vera è in Paradiso. Mi piace qui paragonare il sorriso di Santina al sorriso delle grandi donne del Vangelo, al sorriso della Vedova di Naim quando Gesù risuscitò il figlioletto, al sorriso della profetessa Anna quando prese tra le braccia il piccolo Bambino Gesù, al sorriso della Samaritana quando andò ad annunciare che aveva incontrato Gesù, al sorriso dell’Adultera perdonata, al sorriso di Marta e Maria nell’accoglierlo in casa, al sorriso della Donna cananea che viene guarita perché ha toccato il mantello di Gesù, fino a giungere a due sorrisi meravigliosi che sono particolarmente vicini alla storia del sorriso di Santina: il sorriso della Maddalena nel contemplare per prima il Risorto, ed il sorriso più bello dell’umanità che è quello di Maria, la Mamma di Gesù. Dovevamo venire a Lourdes per imbatterci nel sorriso di Maria, perché Maria alla Grotta rimane silenziosa e sorride. Ma leggiamo una bella pagina di Papa Benedetto XVI sul sorriso di Maria: Maria ama ciascuno dei suoi figli, concentrando in particolare la sua attenzione su coloro che, come il Figlio suo nell’ora della Passione, sono in preda alla sofferenza; li ama semplicemente perché sono suoi figli, secondo la volontà di Cristo sulla Croce. Il Salmista, intravedendo da lontano questo legame materno che unisce la Madre di Cristo e il popolo credente, profetizza a riguardo della Vergine Maria: “i più ricchi del popolo cercheranno il tuo sorriso” (Sal 44,13). Così, sollecitati dalla Parola ispirata della Scrittura, i cristiani da sempre hanno cercato il sorriso di Nostra Signora, quel sorriso che gli artisti, nel Medioevo, hanno saputo così prodigiosamente rappresentare e valorizzare. Questo sorriso di Maria è per tutti: esso tuttavia si indirizza in modo speciale verso coloro che soffrono, affinché in esso possano trovare conforto e sollievo. Cercare il sorriso di Maria non è questione di sentimentalismo devoto o antiquato; è piuttosto la giusta espressione della relazione viva e profondamente umana che ci lega a Colei che Cristo ci ha donato come Madre. Desiderare di contemplare questo sorriso della Vergine non è affatto un lasciarsi dominare da una immaginazione incontrollata. La Scrittura stessa ci svela tale sorriso sulle labbra di Maria quando ella canta il Magnificat: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore” (Lc 1,46-47). Quando la Vergine Maria rende grazie al Signore, ci prende a suoi testimoni. Maria condivide, come per anticipazione, con i futuri figli che siamo noi la gioia che abita nel suo cuore, affinché tale gioia diventi anche nostra. Ogni proclamazione del Magnificat  fa di noi dei testimoni del suo sorriso. Qui a Lourdes, nel corso dell’apparizione del 3 marzo 1858, Bernadette contemplò in maniera del tutto speciale questo sorriso di Maria. Fu questa la prima risposta che la Bella Signora diede alla giovane veggente che voleva conoscere la sua identità. Prima di presentarsi a lei, qualche giorno dopo, come “l’Immacolata Concezione”, Maria le fece conoscere innanzitutto il suo sorriso, quasi fosse questa la porta d’accesso più appropriata alla rivelazione del suo mistero. Nel sorriso della più eminente fra tutte le creature, a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile. La vita di Santina in questi cinque anni sembra voler imitare ed impersonificare in modo umile, semplice ed inerme il bel sorriso della Madonna. Che questo sia vero lo dimostra il fatto che la vita di Santina trasuda oltre che di dolore, preghiera e fede anche di una formidabile Speranza, quella Speranza che non delude. La Regola di Vita di mia Madre in questi ultimi anni sembra essere quella del sorriso, sorridere soprattutto nel momento delle prova e della sofferenza! Tutto questo per me è sublime, è davvero un segno della tenerezza di Dio, è un impegno di vita che non posso disattendere e che devo rendere ogni giorno sempre di più mio. Una piccola e filastrocca diverte molto Mamma:  Il sorriso di Santina è una medicina ogni sera ed ogni mattina. E’ proprio vero il sorriso di mia Madre è una potente medicina che riduce tutto all’essenziale. Come può Santina rimanere nella serenità nella sua terribile disabilità? Chi ha la fortuna di avvicinare Mamma beve questa medicina che si chiama serenità e sorriso, e lascia Santina con un grande conforto nel cuore e senso di ammirazione e rispetto. Questo è stato per noi uno dei frutti più belli del pellegrinaggio: decifrare alla Grotta di Massabielle il sorriso della Vergine Maria aiutati dall’esempio di Santina e guidati dalle splendide parole del Santo Padre.

II. LA FIACCOLATA  Se nel pellegrinaggio della Pasqua 2008 (19-25 Marzo 2008) l’evento che aveva caratterizzato il nostro Pellegrinaggio era stata l’esercizio della Via Crucis nella pioggia e nel freddo del Venerdì Santo 21 Marzo 2008, questa volta la novità del nostro bel Pellegrinaggio è stata invece la partecipazione alla suggestiva fiaccolata la sera del 9 febbraio 2011. Per il pellegrino che arriva a Lourdes una preghiera molto suggestiva è quella della fiaccolata che si svolge la sera all’interno del grande parco del Santuario. Mi ricordo che uno dei ricordi più vivi del nostro primo pellegrinaggio a Lourdes tanti, ma tanti anni fa con Santina, Carolina, P. Luigi, zia Pina e zia Elisa è stato proprio la partecipazione alla fiaccolata. In quella lontana sera mi si era stampata nel ricordo il grande fiume di luce ed il canto dell’Ave Maria di Lourdes, che da quella sera non ho più dimenticato e che quando canto ricorda ancora a me la sera di tanti anni fa. Il 9 febbraio veniamo a sapere che la sera ci sarà la prima fiaccolata dell’anno con la quale si apriranno le celebrazioni per la festa mariana dell’11 febbraio. All’ora di pranzo, tornando verso il nostro albergo, ci fermiamo ad un negozio ed oltre che acquistare due corone del rosario per Mamma ed Olinda, comperiamo anche tre candele per la sera. “Mamma questa sera c’è la fiaccolata, andiamo?” La sua risposta è un compiaciuto sorriso e un forte “Sì!!” le do un bacio e compero le candeline. Dopo cena prepariamo bene mamma per l’uscita serale. Abbiamo cenato presto alle ore 19,00 e così, dopo essere salito in camera a prendere i vestiti pesanti per uscire, ci prepariamo: giacca a vento, cappello, guanti; affido a Santina ben coperta la sua candela spenta, mamma sorride dal caldo della sua giacca a vento nera e così felici usciamo. Molta gente si sta dirigendo verso la statua dell’Incoronata, il freddo non è neppure pungente come nel 2008 e la serata è particolarmente mite per essere nei pressi dei Pirenei il 9 febbraio, se pensiamo che nella Pasqua 2008 nevicava. Giunti alla statua dell’Incoronata ci invitano a proseguire verso la Grotta, proprio da lì partirà la fiaccolata. Accendiamo le nostre tre candele, sta per iniziare il rosario. Mamma guarda divertita la fiamma della candela e con una certa difficoltà di coordinazione riesce a custodire accesa la fiaccola. Ogni tanto la mano cede ed allora Olinda prontamente la sorregge, io inizio lentamente a spingere la carrozzina. L’atmosfera sembra essere tornata quella di tanti anni fa! Guardo Mamma e guardo Olinda e da loro imparo l’ennesima lezione di umiltà. Due donne che con la loro semplicità di vita mi insegnano l’essenziale, come è avvenuto per Bernadette e per Maria, apparsa a Massabielle. Troppe volte la mia vita è fortemente suggestionata dal potere e dalla carriera, dall’acquistare un posto di rilievo, dall’essere uno che conta, ma facendo così mi allontano da Gesù e mi allontano dalla mia fede! Le piccole candeline che ardono nella notte mi mostrano tante persone semplici vicino a me, come Olinda che, visibilmente commossa, non si vergogna a mostrare i suoi occhi lucidi di lacrime. Santina, con la sua mano debole continua a reggere la sua candela. Deve essere per Lei una grande fatica di concentrazione, ma con grande impegno la sua mano tremante tiene per tutta la serata accesa la candela. Guardo con occhi di commozione mia mamma e ringrazio la Vergine Maria perché mi ha dato una stupenda maestra di vita, e ringrazio Dio anche per il dono di Olinda questa forte donna delle Ande peruviane che con grande forza e dignità vive una vita di rinuncia e di fatica. La meravigliosa serata ci trova così immersi in un grande fiume di luce costituito dalla candeline dei fedeli che come noi sono giunti a Lourdes per la Festa delle apparizioni, ma la bella sera di Lourdes è una sera di preghiera con il rosario recitato in tante lingue. Nella nostra vicenda di dolore la corona del Rosario ci ha sempre accompagnato ed è stata per noi sempre un grande conforto e una grande forza. Recitiamo questo nostro Rosario con cura e concentrazione e ci sentiamo protetti dalla Madonna alla quale affidiamo la nostra vita. Si è fatto tardi e ormai è per noi tempo di rientrare al nostro Hotel. Spegniamo così le tre candeline che sono divenute molto piccole. Siamo contenti e pieni di gioia per la bella esperienza che abbiamo vissuto. Santina è visibilmente stanca, ma piena di gioia. Meglio essere stanchi che depressi e con questo spirito giunti al nostro albergo recitiamo le preghiere della sera ed andiamo a dormire, un profondo sonno ristoratore ci preparerà ad una nuova meravigliosa giornata mariana.

 III. LA SOLENNE MESSA INTERNAZIONALE DELL’11 FEBBRAIO. Al centro del nostro Pellegrinaggio a Lourdes non poteva non esserci che il giorno del’11 Febbraio, infatti siamo venuti a Lourdes per due motivi: quello di ricordare il giorno delle Apparizioni mariane dell’ 11 Febbraio 1858 ed il secondo per la 19ma giornata del Malato che cade proprio in questa giornata. Al centro di questa festa vi è stata la Celebrazione Eucaristica nella grande Basilica di San Pio X alla quale abbiamo partecipato con grande devozione. Quella Basilica sotterranea contiene davvero tanti fedeli ed è veramente grande. La mattina della Festa ci vestiamo con abiti eleganti. All’inizio della giornata chiedo a Santina se vuole ricevere il Sacramento della Confessione, mi risponde di sì con un grande sorriso. Mamma mi da sempre il buon esempio confessandosi frequentemente. Recitiamo insieme un’Ave Maria e poi andiamo a fare colazione. Sono ormai le ore 9,30 e così partiamo per la Chiesa. Abbiamo la fortuna di avere la prima fila, Mamma viene disposta con i malati e Olinda si mette vicino a Santina e così può seguire molto bene tutta la celebrazione eucaristica. Lascio le due donne e mi avvio alla sacrestia, sento anche io il desidero di confessarmi, non c’è che l’imbarazzo della scelta: siamo centinaia di sacerdoti! Dopo essermi confessato, amministro a mia volta il Sacramento della Riconciliazione ad alcune persone. Sta per iniziare la grande e solenne cerimonia, la chiesa è gremita e ci sono centinaia di sacerdoti e più di una decina di Vescovi, presiede la Messa il Vescovo di Lourdes. Ecco il video della messa: http://it.lourdes-france.org/tv-lourdes/?vid=11fevrier     Ancora una volta sono preso dall’emozione di essere con Santina a Lourdes per la seconda volta dopo la sua malattia! Mi ritrovo in lacrime quando sui grandi schermi che propongono a tutti le immagini salienti della celebrazione, appaiono i malati della prima fila e tra di essi scorgo Mamma. Molte volte soffro a vedere questo, ma mi dico anche che in questa malattia di Santina, tante volte sono ricondotto alla vita vera, quella che Santina con il suo dolore e con il suo sorriso mi mostra. Trovo così pace nelle mie contraddizioni. La Messa dura due ore, appena terminata la solenne concelebrazione torno da Santina ed Olinda e scorgo che tutte due sono molto, molto commosse: Dio ci vuole proprio bene e ci riempie della sua pace. La stanchezza inizia a farsi sentire sul volto di Mamma, torniamo in albergo, Olinda cambia Santina e poi ci dirigiamo al ristorante per il pranzo di festa.

 IV. BERE ALLA FONTE Le giornate di Lourdes, trascorrono velocemente in un clima di preghiera, raccoglimento, serenità e riposo: tutte componenti necessarie per vivere con impegno cristiano la dura vita di ogni giorno di una persona disabile. Ogni ritorno a casa da un viaggio ci riempie di profonda energia interiore. La nostra permanenza a Lourdes ci vede così impegnati nel recitare quotidianamente l’intero il Rosario alla Grotta, nella Processione eucaristica pomeridiana, nel bere l’acqua alla fonte e per Olinda anche la grazia di poter fare il bagno nelle sacre piscine. Santina da parte sua sigilla questo viaggio con due intenzioni di preghiera, svolte durante la preghiera dei fedeli delle nostre messe in cui Mamma dice: Preghiamo insieme per tutte le famiglie del mondo, ed in un’altra: preghiamo insieme per tutti gli ammalati. Commuovono queste due preghiere con le quali Mamma è venuta a Lourdes, è venuta a cercare il sorriso Maria. Il sorriso di Maria è una sorgente di acqua viva. “Chi crede in me, ha detto Gesù, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv 7,38). Maria è colei che ha creduto e, dal suo seno, sono sgorgati fiumi d’acqua viva che vengono ad irrigare la storia degli uomini. La sorgente indicata, qui a Lourdes, da Maria a Bernadette è l’umile segno di questa realtà spirituale. Dal suo cuore di credente e di madre sgorga un’acqua viva che purifica e guarisce. Immergendosi nelle piscine di Lourdes, quanti sono coloro che hanno scoperto e sperimentato la dolce maternità della Vergine Maria, attaccandosi a lei per meglio attaccarsi al Signore!

 V. DIARIO DI VIAGGIO

GIORNO MATTINA POMERIGGIO
Domenica6 Febbraio Dopo aver caricato bene la Macchina siamo partiti alle ore 8,45 per Cannes. Nel tragitto prima di entrare in Francia abbiamo salutato parenti ed amici. Giungiamo a Cannes per le 14,00. Siamo ospiti della piccola comunità delle suore di Notre – Dame des Neiges a Villa Saint Benoît “, 16 avenue Isola bella 06400 Cannes. La Superiora Sr Marie-Thérèse ci attende e dopo il pranzo usciamo per visitare La Croisette, il Palazzo dei Convegni, e il lungo mare con i suoi prestigiosi alberghi. Torniamo in convento per la messa e la cena, la notte passa tranquilla.
Lunedì7 Febbraio Celebriamo alle ore 8,30 la Messa e poi, dopo aver salutato le gentili suore lasciamo Cannes per Marsiglia. Giungiamo alle ore 12,00 alla meravigliosa Basilica di Notre Dame de la Garde. Dopo aver recitato il rosario ci dirigiamo a pranzo in centro città. Nel pomeriggio visitiamo il centro di Marsiglia e dalla prefettura giungiamo a piedi fino al porto, molto bello e soleggiato, verso le 16,00 lasciamo la città e ci dirigiamo a Nîmes dove giungiamo alle ore 19,00. Ci accoglie la Maison Diocésaine de Nîmes, rue Salomon Reinach, 30000 Nîmes. Alle ore 19,30 andiamo a cena e poi Santina riposa stanca della bella giornata trascorsa.
Martedì8 Febbraio Dopo la celebrazione eucaristica alle ore 9,00 lasciamo Nîmes e ci dirigiamo a Carcassonne dove giungiamo per l’ora di pranzo. Dopo pranzo, visitiamo la suggestiva cittadina medievale e scattiamo molte fotografie. Verso le 16,00 lasciamo Carcassonne per giungere a Lourdes alle ore 19,00. Parcheggio in garage la vettura e disfate le valigie, ci dirigiamo a cena, la notte passa tranquilla
Mercoledì9 Febbraio A Lourdes siamo ospiti dell’Hôtel La Solitude, 3 Passage Saint-Louis, 65100 che ci aveva ospitato anche nel precedente viaggio nell’anno 2008. Ci svegliamo più tardi e fatta la colazione al Bar alle ore 9,30, usciamo per il primo incontro con la Grotta di Massabielle.Giungendo beviamo subito alla fontana e recitiamo il primo rosario. Tornando al nostro Hotel regalo a Mamma una bella corona del rosario con pietre colorate. Dopo il pranzo facciamo riposare un momento Santina, poi ci dirigiamo alla Basilica Superiore dove concelebro la Messa con alcuni gruppi italiani. La Messa termina alle ore 18 e ci dirigiamo al nostro albergo perché vogliamo cenare presto. Dopo la cena alle ore 20,45, copriamo bene Mamma ed usciamo con le nostre tre candeline per prendere parte alla commovente fiaccolata. Mamma tiene in mano il flambeaux per tutta la sera! Sono commosso per questa meravigliosa serata.
Giovedì10 Febbraio La Mattina ci dirigiamo alla Grotta, dopo aver salutato la Madonna, ci rechiamo alla cripta della Basilica Superiore dove alle ore 11,00 celebro la Santa Messa. Torniamo all’albergo e pranziamo. Oggi vogliamo uscire presto. Subito dopo il pranzo andiamo alla Grotta, Olinda ci lascia per andare a fare il bagno nella piscina di Lourdes. Al suo ritorno ci spostiamo alla statua della Vergine incoronata e prendiamo parte alla processione eucaristica con i malati. Il Nunzio Bertello salutaaffettuosamente mamma. Nel dopocena Santina va a riposare presto, ed io da solo partecipo alla fiaccolata.
Venerdì11 FebbraioFesta dellaMadonna di Lourdes e 19ma Giornata

del Malato

La mattina ci prepariamo per la celebrazione eucaristica internazionale che è frequentatissima, da migliaia di persone. La Messa è alle ore 10 : presiede il Vescovo di Lourdes, una decina di Vescovi e centinaia di Sacerdoti. E’ il giorno centrale del nostro viaggio : la Festa della Madonna di Lourdes e la XIX Giornata del Malato. Dopo la bella cellebrazione, ritorniamo al nostro albergo per un pranzo di festa e nel caldo pomeriggio torniamo alla Grotta dove recitiamo il rosario e poi alle ore 17,00 prendiamo parte alla solenne processione eucaristica con i malati. Siamo stanchi e decidiamo di dormire alle ore 21,00
Sabato12 Febbraio La mattina vado alla fonte a prendere 10 litri di acqua in due taniche : dovremo riempire 100 madonnine. Facciamo colazione, celebriamo la Messa nella cripta della Basilica superiore, torniamo alla Grotta per un saluto, beviamo l’acqua della fonte e dopo gli ultimi acquisti lasciamo Lourdes cantando l’Ave Maria. Sono le ore 10,30 In autostrada ci fermiamo per il pranzo, cambiamo Santina, e nel primo pomeriggio continuiamo il nostro viaggio per Cannes. In macchina diciamo il rosario, come sempre, e le preghiere della sera. Alle ore 19,30 siamo dalle suore a Cannes. Ci accolgono con molta bontà e dopo la cena ci attende un sereno e tranquillo riposo
Domenica13 Febbraio Celebriamo la Messa domenicale nel convento delle suore. Dopo una mezz’ora di auto giungiamo a Montecarlo – Principato di Monaco. Parcheggiamo la macchina e visitiamo il porto. Ci dirigiamo al Palazzo del Principe. Pranziamo in un ristorante nella piazza antistante il Palazzo del Principe. Beviamo una coppa di champagne per festeggiare la riuscita del nostro viaggio. Nel pomeriggio visitiamo la Cattedrale di Monaco, i giardini meravigliosi che danno sul mare, e attraverso la passeggiata del pescatore torniamo alla macchina. Partiamo alle ore 16,00 dal Principato di Monaco e giungiamo a Bergamo alle ore 20,40. Santina è stanca ma molto felice. Nel cuore un grande ringraziamento a Dio ed alla Madonna .

 

 Vi invitiamo  ora a leggere con calma la meditazione del Pontefice ed ad interiorizzarLa nella preghiera.

 

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 Cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio, cari malati, cari accompagnatori e infermieri, cari fratelli e sorelle! Abbiamo celebrato ieri la Croce di Cristo, strumento della nostra salvezza, che ci rivela in pienezza la misericordia del nostro Dio. La Croce è, in effetti, il luogo in cui si manifesta in modo perfetto la compassione di Dio per il nostro mondo. Oggi, celebrando la memoria della Beata Vergine Addolorata, contempliamo Maria che condivide la compassione del Figlio per i peccatori. Come affermava san Bernardo, la Madre di Cristo è entrata nella Passione del Figlio mediante la sua compassione (cfr Omelia per la Domenica nell’Ottava dell’Assunzione).

 

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 Ai piedi della Croce si realizza la profezia di Simeone: il suo cuore di Madre è trafitto (cfr Lc 2,35) dal supplizio inflitto all’Innocente, nato dalla sua carne. Come Gesù ha pianto (cfr Gv 11,35), così anche Maria ha certamente pianto davanti al corpo torturato del Figlio. La sua riservatezza, tuttavia, ci impedisce di misurare l’abisso del suo dolore; la profondità di questa afflizione è soltanto suggerita dal simbolo tradizionale delle sette spade.

 

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 Come per il suo Figlio Gesù, è possibile affermare che questa sofferenza ha portato anche lei alla perfezione (cfr Eb 2, 10), così da renderla capace di accogliere la nuova missione spirituale che il Figlio le affida immediatamente prima di “emettere lo spirito” (cfr Gv 19,30): divenire la Madre di Cristo nelle sue membra. In quest’ora, attraverso la figura del discepolo amato, Gesù presenta ciascuno dei suoi discepoli alla Madre dicendole: “Ecco tuo figlio” (cfr Gv 19, 26-27).

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 Maria è oggi nella gioia e nella gloria della Risurrezione. Le lacrime versate ai piedi della Croce si sono trasformate in un sorriso che nulla ormai spegnerà, pur rimanendo intatta la sua compassione materna verso di noi. L’intervento soccorrevole della Vergine Maria nel corso della storia lo attesta e non cessa di suscitare verso di lei, nel Popolo di Dio, una confidenza incrollabile: la preghiera del Memorare (“Ricordati”) esprime molto bene questo sentimento.

 

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 Maria ama ciascuno dei suoi figli, concentrando in particolare la sua attenzione su coloro che, come il Figlio suo nell’ora della Passione, sono in preda alla sofferenza; li ama semplicemente perché sono suoi figli, secondo la volontà di Cristo sulla Croce.

Il Salmista, intravedendo da lontano questo legame materno che unisce la Madre di Cristo e il popolo credente, profetizza a riguardo della Vergine Maria: “i più ricchi del popolo cercheranno il tuo sorriso” (Sal 44,13).

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/22/PHoOMytKtg0

 Così, sollecitati dalla Parola ispirata della Scrittura, i cristiani da sempre hanno cercato il sorriso di Nostra Signora, quel sorriso che gli artisti, nel Medioevo, hanno saputo così prodigiosamente rappresentare e valorizzare. Questo sorriso di Maria è per tutti: esso tuttavia si indirizza in modo speciale verso coloro che soffrono, affinché in esso possano trovare conforto e sollievo.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/22/PHoOMytKtg0

Cercare il sorriso di Maria non è questione di sentimentalismo devoto o antiquato; è piuttosto la giusta espressione della relazione viva e profondamente umana che ci lega a Colei che Cristo ci ha donato come Madre.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/20/z5JsSTsqjaA

 Desiderare di contemplare questo sorriso della Vergine non è affatto un lasciarsi dominare da una immaginazione incontrollata. La Scrittura stessa ci svela tale sorriso sulle labbra di Maria quando ella canta il Magnificat: “L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore” (Lc 1,46-47). Quando la Vergine Maria rende grazie al Signore, ci prende a suoi testimoni.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/19/1OW5pb1_stI

Maria condivide, come per anticipazione, con i futuri figli che siamo noi la gioia che abita nel suo cuore, affinché tale gioia diventi anche nostra. Ogni proclamazione del Magnificat  fa di noi dei testimoni del suo sorriso.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/18/R8PLbjVkzVg

Qui a Lourdes, nel corso dell’apparizione del 3 marzo 1858, Bernadette contemplò in maniera del tutto speciale questo sorriso di Maria. Fu questa la prima risposta che la Bella Signora diede alla giovane veggente che voleva conoscere la sua identità. Prima di presentarsi a lei, qualche giorno dopo, come “l’Immacolata Concezione”, Maria le fece conoscere innanzitutto il suo sorriso, quasi fosse questa la porta d’accesso più appropriata alla rivelazione del suo mistero.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/17/GiUydD1AhtY

Nel sorriso della più eminente fra tutte le creature, a noi rivolta, si riflette la nostra dignità di figli di Dio, una dignità che non abbandona mai chi è malato. Quel sorriso, vero riflesso della tenerezza di Dio, è la sorgente di una speranza invincibile.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/16/G3MpL4obAs8

Lo sappiamo purtroppo: la sofferenza prolungata rompe gli equilibri meglio consolidati di una vita, scuote le più ferme certezze della fiducia e giunge a volte a far addirittura disperare del senso e del valore della vita. Vi sono combattimenti che l’uomo non può sostenere da solo, senza l’aiuto della grazia divina. Quando la parola non sa più trovare espressioni adeguate, s’afferma il bisogno di una presenza amorevole: cerchiamo allora la vicinanza non soltanto di coloro che condividono il nostro stesso sangue o che ci sono legati con i vincoli dell’amicizia, ma la vicinanza anche di coloro che ci sono intimi per il legame della fede.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/15/atRROTko_qk

Chi potrebbe esserci più intimo di Cristo e della sua santa Madre, l’Immacolata? Più di chiunque altro, essi sono capaci di comprenderci e di cogliere la durezza del combattimento ingaggiato contro il male e la sofferenza. La Lettera agli Ebrei afferma, a proposito di Cristo, che egli non è incapace di “compatire le nostre debolezze, essendo stato lui stesso provato in ogni cosa” (Eb 4,15).

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/15/atRROTko_qk

Vorrei dire, umilmente, a coloro che soffrono e a coloro che lottano e sono tentati di voltare le spalle alla vita: volgetevi a Maria! Nel sorriso della Vergine si trova misteriosamente nascosta la forza per proseguire il combattimento contro la malattia e in favore della vita. Presso di lei si trova ugualmente la grazia di accettare senza paura né amarezza il congedo da questo mondo, nell’ora voluta da Dio.

 

http://www.youtube.com/user/21686gigi#p/u/13/opUnJCnUObE

Quanto era giusta l’intuizione di quella bella figura spirituale francese che fu Dom Jean-Baptiste Chautard, il quale ne L’anima di ogni apostolato proponeva al cristiano fervoroso frequenti “incontri di sguardo con la Vergine Maria” ! Sì, cercare il sorriso della Vergine Maria non è un pio infantilismo; è l’ispirazione, dice il Salmo 44, di coloro che sono “i più ricchi del popolo”(v. 13). “I più ricchi”, s’intende, nell’ordine della fede, coloro che hanno la maturità spirituale più elevata e sanno per questo riconoscere la loro debolezza e la loro povertà davanti a Dio.

 

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In quella manifestazione molto semplice di tenerezza che è il sorriso, percepiamo che la nostra unica ricchezza è l’amore che Dio ha per noi e che passa attraverso il cuore di colei che è diventata nostra Madre. Cercare questo sorriso significa innanzitutto cogliere la gratuità dell’amore; significa pure saper suscitare questo sorriso col nostro impegno di vivere secondo la parola del suo Figlio diletto, così come il bambino cerca di suscitare il sorriso della madre facendo ciò che a lei piace. E noi sappiamo ciò che piace a Maria grazie alle parole che lei stessa rivolse ai servi di Cana: “Fate quello che vi dirà” (cfr Gv 2,5).

 

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Il sorriso di Maria è una sorgente di acqua viva. “Chi crede in me, ha detto Gesù, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno” (Gv 7,38). Maria è colei che ha creduto e, dal suo seno, sono sgorgati fiumi d’acqua viva che vengono ad irrigare la storia degli uomini. La sorgente indicata, qui a Lourdes, da Maria a Bernadette è l’umile segno di questa realtà spirituale. Dal suo cuore di credente e di madre sgorga un’acqua viva che purifica e guarisce. Immergendosi nelle piscine di Lourdes, quanti sono coloro che hanno scoperto e sperimentato la dolce maternità della Vergine Maria, attaccandosi a lei per meglio attaccarsi al Signore!

 

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Nella sequenza liturgica di questa festa della Beata Vergine Addolorata, Maria è onorata sotto il titolo di “Fons amoris”, “Sorgente d’amore”. Dal cuore di Maria scaturisce, in effetti, un amore gratuito che suscita una risposta filiale, chiamata ad affinarsi senza posa. Come ogni madre, e meglio di ogni madre, Maria è l’educatrice dell’amore. E’ per questo che tanti malati vengono qui, a Lourdes, per dissetarsi a questa “Sorgente d’amore” e per lasciarsi condurre all’unica sorgente della salvezza, il Figlio suo, Gesù Salvatore.

 

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Cristo dispensa la sua salvezza attraverso i Sacramenti e, in modo speciale, alle persone che soffrono di malattie o che sono portatrici di un handicap, attraverso la grazia dell’Unzione degli infermi. Per ciascuno la sofferenza è sempre una straniera. La sua presenza non è mai addomesticabile. Per questo è difficile sopportarla, e più difficile ancora – come hanno fatto certi grandi testimoni della santità di Cristo – accoglierla come parte integrante della propria vocazione, o accettare, secondo l’espressione di Bernadette, di “tutto soffrire in silenzio per piacere a Gesù”

 

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Per poter dire ciò è necessario aver già percorso un lungo cammino in unione con Gesù. In compenso, è possibile già subito rimettersi alla misericordia di Dio così come essa si manifesta mediante la grazia del Sacramento dei malati. Bernadette stessa, nel corso di un’esistenza spesso segnata dalla malattia, ricevette questo Sacramento quattro volte.

 

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La grazia propria del Sacramento consiste nell’accogliere in sé Cristo medico. Cristo tuttavia non è medico alla maniera del mondo. Per guarirci, egli non resta fuori della sofferenza che si sperimenta; la allevia venendo ad abitare in colui che è colpito dalla malattia, per sopportarla e viverla con lui. La presenza di Cristo viene a rompere l’isolamento che il dolore provoca. L’uomo non porta più da solo la sua prova ma, in quanto membro sofferente di Cristo, viene conformato a Lui che si offre al Padre, e in Lui partecipa al parto della nuova creazione.

 

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Senza l’aiuto del Signore, il giogo della malattia e della sofferenza è crudelmente pesante. Nel ricevere il Sacramento dei malati, noi non desideriamo portare altro giogo che quello di Cristo, forti della promessa che Egli ci ha fatto, che cioè il suo giogo sarà facile da portare e il suo peso leggero (cfr Mt 11,30). Invito le persone che riceveranno l’Unzione dei malati nel corso di questa Messa a entrare in una simile speranza.

 

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Il Concilio Vaticano II ha presentato Maria come la figura nella quale è riassunto tutto il mistero della Chiesa (cfr LG, 63-65). La sua vicenda personale ripropone il profilo della Chiesa, che è invitata ad essere attenta quanto lei alle persone che soffrono. Rivolgo un saluto affettuoso ai componenti del Servizio sanitario e infermieristico, come pure a tutte le persone che, a titoli diversi, negli ospedali e in altre istituzioni, contribuiscono alla cura dei malati con competenza e generosità.

 

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Ugualmente al personale di accoglienza, ai barellieri e agli accompagnatori che, provenendo da tutte le diocesi di Francia ed anche da più lontano, si prodigano lungo tutto l’anno intorno ai malati che vengono in pellegrinaggio a Lourdes, vorrei dire quanto il loro servizio è prezioso. Essi sono le braccia della Chiesa, umile serva.

 

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Desidero infine incoraggiare coloro che, in nome della loro fede, accolgono e visitano i malati, in particolare nelle cappellanie degli ospedali, nelle parrocchie o, come qui, nei santuari. Possiate sentire sempre in questa importante e delicata  missione il sostegno efficace e fraterno delle vostre comunità! A questo riguardo, saluto e ringrazio particolarmente i miei fratelli nell’episcopato, i vescovi francesi, i vescovi stranieri e tutti i preti che accompagnano i malati e gli uomini toccati dalla sofferenza nel mondo. Grazie per il vostro servizio al Signore sofferente.

 

Il servizio di carità che voi rendete è un servizio mariano. Maria vi affida il suo sorriso, affinché diventiate voi stessi, nella fedeltà al Figlio suo, sorgenti di acqua viva. Quello che voi fate, lo fate a nome della Chiesa, di cui Maria è l’immagine più pura. Possiate voi portare il suo sorriso a tutti!

 

Concludendo, desidero unirmi alla preghiera dei pellegrini e dei malati e riprendere insieme con voi uno stralcio della preghiera a Maria per la celebrazione di questo Giubileo:

 

“Poiché tu sei il sorriso di Dio, il riflesso della luce di Cristo, la dimora dello Spirito Santo, poiché tu hai scelto Bernadette  nella sua miseria, tu che sei la stella del mattino, la porta del cielo e la prima creatura risorta, Nostra Signora di Lourdes”, con i nostri fratelli e le nostre sorelle i cui cuori e i cui corpi sono dolenti, noi ti preghiamo!

 

Una famosa rivista ha dedicato la prima pagina di due numeri a Santina ed Olinda….

Bella la fotocomposizione?

VI. APPENDICE: CARNEVALE A VENEZIA 6 MARZO 2011 E’ Domenica 6 marzo, esattamente un mese fa partivamo per Lourdes. Mi trovo a casa, sono le prime ore del mattino: mi sveglio e dal cuscino del letto vedo un cielo azzurro sul quale ben si staglia l’alto campanile della Basilica di Santa Maria Maggiore. Da quando ero giovane, le prime ore del mattino mi regalano la vista di questo bellissimo campanile che contemplo comodamente dal mio letto. Ogni mattina questa vista sembra accogliere il mio risveglio per ricordarmi che la Vita deve essere sempre rivolta verso l’alto, verso il cielo terzo, verso Dio. Stropiccio gli occhi e mi interrogo, cosa posso fare oggi con Mamma? Si avvicina la Quaresima ed oggi è uno dei giorni di Carnevale. Quante feste per il Carnevale! Rio de Janeiro, Viareggio… ma anche Venezia.

E se andassimo a Venezia, solo per il pomeriggio? “Ma tu sei matto?” No, non c’è tempo, è lontano, bisogna pensare al traghetto, chissà quanta gente trovi: tutti questi problemi, al posto di spegnere il mio desiderio di portare Santina a vedere il Carnevale lo accedono sempre di più. …Vediamo un po’, mangiamo presto, e partiamo per le due, giungiamo a Venezia prendiamo il battello facciamo una passeggiata a Piazza San Marco e poi torniamo. L’aereo per il mio ritorno a Roma questa sera è per le 22,35: ce la possiamo fare. Con un balzo scendo dal letto e mi dirigo in cucina: trovo Mamma ed Olinda. Sentite ho una proposta a sorpresa da farvi: oggi pomeriggio andiamo a Venezia a vedere il carnevale? Santina scoppia a ridere e Olinda dice: perché no? Noi siamo degli avventurieri… Ho ancora qualche perplessità, ma il sorriso bellissimo di Mamma mi aiuta a decidere per il sì. Bene allora organizziamo con precisione la nostra giornata: questa mattina alle 11 celebriamo la messa, alle ore 12 mangiamo e poi per le 2 partiamo, va bene? Tutti e tre sorridiamo felici per questa bella iniziativa che tanto ci piace!!! Olinda sta cucinando un ottimo coniglio con la polenta, io avviso mia sorella Carolina e poi predispongo la celebrazione della Messa. Giungono le ore 11: con devozione ci predisponiamo a vivere il momento più importante della giornata. La Messa è sempre vissuta con grande attenzione da Mamma, ma in questa Messa succede una cosa che molto mi colpisce. Santina riceve devotamente la Comunione. Ci raccogliamo tutti e tre in un momento di silenzio. Il silenzio viene interrotto da alcuni colpi di tosse di Mamma, la sua problematica deglutizione le causa sofferenza, basta un respiro non coordinato che la saliva può andare di traverso… mi alzo dal mio posto per darle un cucchiaino di acqua addensata. Scorgo in bocca ancora la particola consacrata. Aiutata dall’acqua Santina lentamente inghiotte la particola. Accade per me – in un piccolo frammento di due o tre secondi – un fatto che mi si imprime negli occhi: mentre Santina lentamente inghiotte, mentre Santina riceve la Comunione, mentre le specie eucaristiche si dissolvono nel gesto semplice dell’inghiottire, sul suo volto appare un sorriso radiante; mi vengono i brividi: mi sembra che quella specie eucaristica si sia trasformata in Santina in un meraviglioso sorriso che mostra la luce di Dio. In un breve attimo riesco a capire cosa significhi ricevere nel mio cuore Gesù: significa che Lui fonde la sua esistenza con la mia. Che stupido che sono, molte volte dico che potrò stare con Gesù quando sarò in Paradiso e non riesco mai a capire sufficientemente che quando ricevo la Comunione in grazia di Dio io vivo già il Paradiso, perché sono con Dio. Mamma in quella mattina di domenica diviene per me il testimone di cosa succede ad un fedele quando riceve la Comunione eucaristica: nella sua esistenza si disegna profondamente il sorriso di Dio! Avevamo iniziato questo quaderno parlando del sorriso di Santina e lo concludiamo ancora meditando sul suo sorriso nel ricevere la Comunione. Do un grande bacio a Mamma e con venerazione chiudo nel mio cuore con gelosia questo ricordo che qui, in questi fogli, tento di ricostruire nella speranza che possa fare bene anche a voi.

Dopo un ottimo pranzetto saliamo in auto, la vecchia kangoo è pronta a partire ed il satellitare ci dice che dovremmo stare a Venezia per le 16,15. Imbocchiamo l’autostrada e pieni di gioia ci gustiamo il panorama che preannuncia la primavera ormai prossima. Il traffico è davvero scarso perché è l’ora di pranzo e così la strada scorre veloce: Brescia, Verona, Vicenza, Padova, ci fermiamo per il pieno di benzina alla macchina e poi l’ultimo breve pezzo di strada. Ci accorgiamo che è carnevale perché lunghe file di auto parcheggiate ci fanno pensare che la Città sia piena di turisti. Giungiamo al parcheggio, Carolina chiama per sapere come stiamo e si meraviglia che siamo già giunti a Venezia, in pochi minuti sistemiamo la macchina e comperiamo il biglietto del traghetto.  

Saliamo sul traghetto aiutati dalla cortesia del personale di bordo ed il sogno ha inizio, improvvisamente ci sentiamo attorniati da gente in maschera. Ma sono costumi bellissimi, molti sono del ‘700: due nobiluomini, vestiti di nero con una bella livrea, una dama di corte con un vestito lungo decorato con dei pizzi, una principessa con merletti, un giullare di corte: ma che meraviglia! Purtroppo non abbiamo con noi la macchina fotografica e dobbiamo accontentarci dell’ iphone. La stravaganza elegante di uomini e donne vestiti in maschera collocati nella cornice magica di Venezia ci inebria, coriandoli e stelle filanti riempiono il traghetto, le strade, le calli e i ponti. Il carnevale di Venezia per la prima volta nella vita mi si presenta nella sua bellezza. E’ un fenomeno molto diverso da quello di Rio de Janeiro o da quello di Viareggio, appare molto più misurato ed elegante. Persone decidono di prendere alloggio in un hotel della città e poi si mascherano per passeggiare semplicemente per la città, per partecipare ad una cena o ad una ballo in maschera. Sono costumi molto belli e costosi, ma sembra che il gioco sia quello di mostrare la propria maschera ed essere così oggetto di fotografie di curiosissimi turisti in cerca della migliore maschera. Mi vengono in mente le celeberrime rappresentazioni del Goldoni nel carnevale 1734.

Carlo Goldoni (1707-1793), commediografo e drammaturgo veneziano è a tutt’oggi considerato uno dei più grandi autori di teatro d’Europa e uno degli scrittori italiani più conosciuti all’estero. Dopo aver lasciato la sua carriera giuridica per il teatro, vera passione della sua vita, Goldoni raggiunge il successo prima come attore e poi come drammaturgo lavorando per numerose compagnie teatrali veneziane dell’epoca, tra cui la compagnia di Medebach e poi con il teatro San Luca. Fautore della Riforma del Teatro Comico nel 1751, introduce nel teatro il dialetto veneziano e la commedia di carattere, sostituendo i vari tipi umani ai personaggi tradizionali della commedia dell’arte. Prendendo spunto dalla vita quotidiana e da quel “gran teatro che è il mondo”, rinnova la trama delle sue opere, facendo uso di un linguaggio che evidenzia l’aspetto realistico delle situazioni create dai suoi personaggi oramai privi di maschere. In queste righe – per regalare a ciascuno di voi il sapore spensierato del Carnevale che si assaggia a Venezia in questo periodo – trascrivo una bella poesia del Goldoni: “La stagion del Carnovale/ tutto il Mondo fa cambiar. /Chi sta bene e chi sta male/Carnevale fa rallegrar./Chi ha denari se li spende;/chi non ne ha ne vuol trovar;/e s’impegna, e poi si vende,/per andarsi a sollazzar./Qua la moglie e là il marito,/ognuno va dove gli par;/ognun corre a qualche invito,/chi a giocare e chi a ballar.”  E Santina: vi potete immaginare quale tipo di bombardamento di stimoli riceve in questa situazione? Colori, maschere, coriandoli, stelle filanti, gondole, il Canal Grande, Rialto… Santina si incuriosisce, ammira i palazzi antichi, guarda compiaciuta le diverse maschere che incontra, viene presa dal luccichio dei costumi e dallo sfarzo di alcuni di essi: sicuramente meglio di mille sedute di fisioterapia…

Il traghetto lentamente risale il Canal Grande e in 40 minuti giunge a Piazza San Marco. Scendiamo, la bella Venezia sembra letteralmente esplodere… la Piazza è piena traboccante di gente in maschera. Sono venuti da lontano, la calca della gente mi preoccupa un po’ devo ricordarmi che Mamma è sulla sedia a rotelle e in mezzo alla folla devo essere attento a non far del male a nessuno con i pedalini della sedia e, al tempo stesso, devo proteggere mia Madre dalla gente. Il visino curioso di Santina spunta in mezzo alla calca, Mamma guarda con grande curiosità la sfilata nella strada della maschere, ce ne sono di ogni tipo: personaggi del settecento in maggioranza, duchi conti, baroni, principesse e dame dai meravigliosi costumi girano per le calli, affiancandosi a maschere come quelle di Arlecchino, Brighella e Pantalone…

Mi ricordo una piccola filastrocca che ben descrive queste maschere: Girotondo, girotondo,/noi giriamo tutto il mondo./C’è Gianduia e Meneghino,/Pulcinella e Arlecchino./C’è Brighella e Pantalone,/Meo Patacca e Balanzone,/Beppe Nappa siciliano,/Stenterello che è toscano…/Girotondo, girotondo,/noi viaggiam per tutto il mondo,/e con noi portiam la gioia/che è nemica della noia.  Santina guarda con grande curiosità. Siamo nel cuore del carnevale, in questa città dove tale festa ha una storia. Infatti il carnevale di Venezia prende rilevanza attorno alla celebrazione della vittoria militare che praticamente fondò la Serenissima Repubblica, sancendo la sua autonomia dall’arcivescovado di Aquileia.

Tale vittoria veniva rappresentata il Giovedì Grasso all’interno del palazzo Ducale ove venivano cacciati un toro e dodici maiali che lo stesso patriarca di Aquileia, e poi i suoi successori, dovevano fornire al Doge. Le carni degli animali venivano poi distribuite al popolo. A questa cerimonia, che venne spostata in piazza San Marco, presto si affiancarono altre importanti celebrazioni quali il poco più tardo e ancor oggi in uso ‘Volo del Turco’ o ‘Volo dell’Angelo’; durante questa cerimonia un acrobata saliva su una fune fissata da una parte su una chiatta ancorata di fronte alle colonne di Marco e Todero, fino in cima al campanile di San Marco e poi, sempre su una fune, giungeva alla finestra principale del Palazzo Ducale ove rendeva pubblico omaggio al Doge, in un clima di festa che coinvolgeva l’intera città con sempre maggiori feste, celebrazioni, giochi e balli nei palazzi e nei ‘campi’, attirando sempre più visitatori da tutta Europa. Il carnevale veniva aperto il 26 dicembre dal Doge in persona che si recava in gondola a San Giorgio per presenziare al gran concerto che dava inizio ai festeggiamenti. Nel tempo l’uso della maschera ed il Carnevale occuperanno un sempre maggior spazio temporale, arrivando a coincidere con l’intera, ricchissima, stagione teatrale veneziana che iniziava ad ottobre. Il carnevale attira visitatori da tutta Europa e fioriscono i balli e i ricevimenti nei palazzi, le feste popolari nelle strade, le celebrazioni pubbliche in Piazza.

Il carnevale ha così conquistato l’anima della città. Una manciata di coriandoli ci raggiunge, una stella filante ci si appoggia sui vestiti, per Santina ed Olinda vi è grande divertimento. Sono felice di aver regalato a mia Madre, che tanto ha sofferto, qualche ora di spensieratezza e serenità nel carnevale veneziano. Un carnevale che ricorderò per tutta la vita. Il sole sta tramontando e ci regala la bellezza di colori che si riflettono nell’acqua e nei vetri delle finestre degli antichi palazzi, lasciandoci negli occhi le luci di un magico fascino. Il tempo corre… e la sera devo prendere il mio volo per Roma. Non resta che acquistare tre piccoli ricordi per parenti ed amici e risalire sul vaporetto che ci riporta a Piazzale Roma. La nostra macchina nella quieta sera corre verso Bergamo, recitando il rosario e le preghiere della sera concludiamo la nostra giornata ringraziando Dio e la Madonna per la bella esperienza che ci ha concesso. Nel volto stanco di Santina vi è ancora la luce di quel sorriso così unico e particolare che mia aveva regalato durante la Comunione del mattino. Questo è il mio ricordo più bello del carnevale 2011.

VENTINOVE VIAGGI NEL MONDO

TABELLA DEI VIAGGI DI SANTINA DOPO LA LUNGA DEGENZA IN OSPEDALE
  Destinazione Data Giorni Chilometri percorsi
1 Marina di Massa, Roma 03-15.07.06 13 1290
2 Roma 03-12.12.06 10 1224
3 Marina di Massa 03-10.04.07 06 550
4 Loreto, Roma 29-08.07.07 10 1369
5 Venezia 14-15.08.07 02 476
6 Gerusalemme 4-11.10.07 08 5504
7 Marina di Massa, Pisa 23-29.12.07 07 664
8 Nimes, Lourdes, Nizza 19-25.03.08 07 2200
9 Vienna, Cracovia,Czestochowa, Bratislava 1-8.06.08 08 3117
10 Assisi, Roma, Loreto 1-8.11.08 08 1455
11 Barcellona, Madrid, Genova 22.12-01.09 11 3288 (incluse 329 miglia nautiche in mare Barcellona-Genova)
12 Milano 15.3.09 01 106
13 Torino 22.3.09 01 364
14 Lugano 29.3 09e agosto 2009 02 237
15 Roma e Fregene 5-19.04.09 15 1306
16 Gerusalemme, Nazareth 14-21.05.09 08 5924
17 Gardaland 28-29.06.09 02 184
18 Venezia, Bari, Rodi, Atene,Argostoli, Dubrovnik, Venezia 10-17.08.09 crociera 08 4498
19 Loreto, S. Giovanni Rotondo, Pompei, Roma, Marina di Massa 1-8.11.09 08 1917
20 Genova, Katakalon, Atene, Rodi, Alessandria, Cairo, Herakleon,Messina, Civitavecchia Genova 19-29.12.09 crociera 11+3 (5462 + 669+416) 6547
21 Pasqua a Roma e Fregene 28 marzo–10 Aprile 2010 14 giorni 1360
22 Torino, Ars e Parigi 29.4-3.5 2010 05 1856
23 Gerusalemme, Nazareth 3-10.06.10 08 5924
24 Roma 11-18.07.10 07 1224
25 Genova, Portofino,Ajaccio,Civitavecchia, Salerno, Tunisi,Cartagine, Palma di Maiorca,Tolone, Genova 9-16 Agosto 2010Crociera 08 3824
26 Bergamo – Sharm El sheik 1-8.11.2010 08 5874
27 Loreto – Roma 31.12 – 6.1.2011 07 1402
28 Bergamo – Cannes – Marsiglia – Nimes – Carcassonne – Lourdes – Cannes – Principato di Monaco – Bergamo 6-13 Febbraio 2011 08 2301
29 Venezia per Carnevale 2011 6 Marzo 2011 01 476
  TOTALI   215 66441

IL COMMENTO DI UN GRANDE AMICO DARWIN PASTORIN:

CARO DON LUIGI,
HO LETTO TUTTO CON UN’EMOZIONE PROFONDA, CHE MI HA COLPITO NELL’ANIMA, NEL CUORE E NELLA MENTE. HO RICORDATO I SILENZI DI MIA NONNA PATERNA, DOSOLINA, ANALFABETA, MA CAPACE DI ESPRIMERE I SUOI SENTIMENTI CON LA FORZA DI UN SOLO SGUARDO; HO RICORDATO, SOPRATTUTTO, IL SORRISO DI MIO PADRE IN AGONIA: MIO PADRE CHE MI HA ASPETTATO, ARRIVAVO DA ROMA A TORINO, PER MORIRE. IL TEMPO DI BACIARGLI LA FRONTE E HA SOSPIRATO PER L’ULTIMA VOLTA, UN SOSPIRO LUNGO, LIBERATORIO CHE NON SCORDERO’ MAI, COME A DIRE: ECCO, E’ ARRIVATO ANCHE DARWIN, CI SONO PROPRIO TUTTI, ADESSO POSSO ANDARE. E’, FORSE, QUESTA, LA TESTIMONIANZA DELL’ESISTENZA DI DIO?
IL LUNGO CAMMINO DI SANTINA, DA QUELL’EMBLEMATICO 1963, E’ LA PROVA DI UN “QUALCOSA” CHE SUPERA LA RAGIONE E LA SCIENZA. E CHE MI HA LASCIATO SMARRITO: MA DI UNO SMARRIMENTO PIENO DI LUCE, E DI SPERANZA. DON LUIGI, COME SAI, SONO UN COMUNISTA E CREDO NEL GESU’ UOMO. MA PROPRIO IL SILENZIO, IL SORRISO, LE PAROLE DI SANTINA DEVONO PORTARCI, TUTTI, AD ANALIZZARE IL “MISTERO” DI DIO CON UNO SGUARDO DIVERSO, NON MANICHEO. CONTINUA DON LUIGI, VAI AVANTI, NON DEMORDERE, NON FARTI ASSALIRE DAI DUBBI PORTATI DA ALTRI: E’ DA SANTINA CHE L’UMANITA’, NELLA SUA BELLEZZA E NEL SUO DOLORE, NELLA SUA QUOTIDIANA PENA COME CI DICE IL VANGELO, HA BISOGNO DI RIPARTIRE. SE VUOI, PUOI AGGIUNGERE AL TUO CATALOGO LE MIE CONSIDERAZIONI. PERCHE’ SANTINA SI RIVOLGE ANCHE A ME. MI PARLA, MI CONFORTA, MI AIUTA CON I SUOI SILENZI E IL SUO SORRISO.
TI ABBRACCIO FORTE, DARWIN   

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