Natale alla Puerta del sol Madrid, 22 dicembre – 1 Gennaio 2009

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Santina davanti al Palazzo Reale il giorno di Natale a Madrid

 

Ascolta alcune pagine del Diario dal canale youtube di Santian: LA SPERANZA NON DELUDE, clicca:

http://www.youtube.com/watch?v=E5zKiqJ7etI&feature=channel_page

 

I. INTRODUZIONE

Dal 22 Dicembre 2008 al 1° di Gennaio 2009 pensavo di poter portare Mamma al Santuario mariano di Fatima in Portogallo. Avevo pensato al pellegrinaggio in auto, con soste a Barcellona e Madrid, era un viaggio faticoso ma assolutamente possibile se non fosse subentrata l’influenza per mamma che ci ha costretti a fermare a Madrid. Eravamo ospiti all’albergo Puerta del Sol,  vicino alla nota Piazza Puerta del Sol. La provvidenza ha voluto così, ed allora questo diario dell’undicesimo viaggio di Santina, l’ho voluto intitolare Puerta del Sol dove il fallimento del mio piccolo progetto si è trasformato in un sole con il quale ho illuminato la mia esistenza spesso ancora troppo fragile nel confronto con la formidabile esperienza di mia Madre.Le seguenti pagine si articolano in tre grandi parti nelle quali ho riassunto l’esperienza della Porta del Sole.

– Il primo capitolo riguarda quanto è avvenuto il 24-26 Dicembre a Madrid e che descrive proprio il sole del fallimento.

– Il secondo capitolo s’intitola No hay mayor verdad la belleza esta en el interior e ci ricorda la partecipazione al Musical al quale abbiamo portato Santina. L’opera teatrale della Bella e la Bestia ci ha riproposto una antica fiaba del 1757 nella quale si sostiene che la vera bellezza sta nell’interiorità.

– Il terzo capitolo riguarda invece la crociera in nave nell’ultimo dell’anno: il regalo che ho voluto fare a Mamma per il suo ottantatresimo complenano.

 Per non dimenticare le bellissime giornate trascorse e le città visitate di Barcellona e Madrid, ho voluto come conclusione e appendice riportare alcune pagine che ripropongono quanto abbiamo visitato dal 22 dicembre al 1° gennaio 2009.

 

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II. LA PORTA DEL SOLE

Signore della Vita, questa sera la mia preghiera è di ringraziamento. E’ una preghiera gonfia di paura e di timore, di quel timore che mi ha inghiottito il giorno di Santo Stefano, qui a Madrid. Ero partito con la misurata e preparata volontà di giungere a Fatima, di portare Mamma a Maria, a quella Madonna che tanto a vegliato su di Lei durante la prova del dolore in terapia intensiva. E invece mi hai buttato giù da cavallo qui a Madrid, alla Porta del Sole.  Hai voluto che ci fermassimo qui, la sera della vigilia di Natale, quando la febbre è improvvisamente salita alta in Mamma e la paura è tornata a battere al mio cuore producendo disorientamento… Negozi chiusi, albergo poco confortevole nella notte di Natale, senza cena, a dormire con lo stomaco chiuso dalla paura. Il giorno dopo si è confessata e te l’abbiamo portata in Chiesa, con qualche dubbio e paura te l’abbiamo portata, ha ricevuto la comunione ed abbiamo celebrato Natale nella serenità, ma ancora convinti di partire per Fatima, Gesù. La mattina del giorno di santo Stefano abbiamo fatto visitare mamma da un bravo medico ed abbiamo capito che a Fatima dovevamo rinunciare.

 

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Tutto va storto, ogni piccolo progetto qui a Madrid sembra sgretolarsi e non aver consistenza. Precipito in una nervosa confusione, non so cosa fare. Sono e mi sento solo. La sera mamma si sente male e per essere sicuri che non sia nulla di grave chiamiamo nuovamente il medico che prontamente giunge e mi rasserena somministrando una pensata terapia. A fatica torna la pace nello scorrere delle ore. Mamma non ha febbre e risponde con molta proprietà e forza. Allora capisco il senso del viaggio, consumare 1700 chilometri di strada per giocare con tutte le forze a trasformare lo smacco ed il fallimento, la prova e la spiacevole difficoltà, in un sorprendente sole che illumina la vita. Ancora una volta ritorna la frase che dice da tre anni alla mia vita: quando sono debole è allora che sono forte! Tento di riprendere la calma aiutato da Olinda, mi guardo dentro, raccolgo le forze: questa malattia di Madrid ha bruciato tanto impegno e tolto tante energie! Devo recuperare i cocci. Con calma ricupero i pezzi del mio piccolo progetto e alla luce del sole del mio fallimento e della febbre di mamma ricompongo le giornate attorno alla sua volontà, qui alla puerta del sol. Trafiggo ogni stupido mio pensiero con i raggi che emanano dal sole del mio fallimento e capovolgo la vita, capovolgo le mie convinzioni e in mano mi rimangono solo tre o quattro cose: mi rimane il suo volto! Mi rimangono i suoi occhi lucidi per la febbre e il mio caldo abbraccio che riempie la sua canuta testa di lacrime sommesse, mi rimane la sua totale disponibilità e la sua bontà: ancora una volta Santina mi insegna a rendermi disponibile al non previsto, all’in-previsto. Con quella luce che viene dal sole dell’essere perdente, dell’essere caduto, dell’aver perso, del non aver raggiunto i miei obiettivi, posso sperare ora di raggiungere gli obiettivi previsti per me da Dio e che sono tanto diversi dai miei. Ecco da dove viene tutta la luce della porta del sole, ecco da dove viene la chiarezza accecante del fallimento.

 

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Se guardi in faccia il tuo fallire se lo affronti con testa alta, lui ti guarisce. In questo Natale alla porta del sole mi rimane in mano la vita di Olinda ed il suo umile esempio. Figli lontani, nel cuore tanta bontà non si crea tutti i problemi che io mi pongo. La sua matrice semplice e forte di donna peruviana danno a me la convinzione che Dio sceglie i semplici e li ama. Nei brevi momenti liberi di massacranti giornate spese dalla farmacia all’accudire ogni dettaglio di questa febbre di mamma, entro nella belle chiese di Madrid, chiese piccole o grandi che si trovano nei pressi di Carer Arenal dove abitiamo. Proprio in una di queste chiese al mio orecchio indurito viene sussurrata una frase che mi dona nuovo coraggio e che mi purifica il cuore: “La virtù non consiste tanto nel non cadere, nel non fallire, ma nel rialzarsi una o mille volte dalle proprie cadute!” Esco dalla bella chiesa, entro in una pasticceria e compero una torta, questa sera celebriamo la Vita, Mamma compie domani 83 anni. Giungo in albergo e con Santina ed Olinda spengo le candeline. Ora possiamo ritornare in Italia, alla Puerta del sol ho imparato l’umiltà del limite e sono gli occhi pieni di luce di Mamma e la sua disarmante bontà a farmi gridare che Dio ha veramente combinato una bella cosa inventando per gli uomini la meravigliosa avventura che si chiama vita e che alcuni, forse i più buoni, hanno la possibilità di gustare fino all’età di 83 per gridare a tutti la misericordia del Creatore! Tanti auguri, mamma: Buon Compleanno! Ti do un grande bacio sui tuoi occhi lucidi di febbre, sei tanto bella mamma, perchécome abbiamo imparato alla serata del musical, la vera bellezza è la tua interiorità.

 

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III. NO HAY MAYOR VERDAD LA BELLEZA ESTA EN EL CORAZÓN (IL MUSICAL LA BELLA Y LA BESTIA)

 La permanenza un po’ forzata a Madrid, è divenuta l’occasione di una profonda riflessione sul valore dell’interiorità e del cuore.Anni fa nella Capitale spagnola avevo avuto modo di vedere la riproduzione in musical di una antica favola della nota scrittrice francese Jeanne Marie Leprince de Beaumont che nel 1757 pubblicò nel Magasin des enfants la bellisima fiaba La Belle et la Bête .Nel periodo di Natale la celeberrima fiaba veniva riproposta al vasto pubblico di Madrid, mi ricordavo il contenuto del musical ed anche il suo grande valore umano e così, detto fatto, organizzo per Mamma ed Olinda la prima bella sorpresa del nostro viaggio: il 27 Dicembre 2008 alle ore 18.00 trovo tre costosi, ma meravigliosi posti in platea al teatro Coliseum su la Gran Via.Il genere del Musical ben si adatta anche a Santina perché in esso interagiscono diverse arti: vi sono gli artisti che compongono l’orchestra, una sessantina di persone, vi sono gli artisti che cantano e danzano e che vivono una preparazione massacrante divisi tra scuola di musica e palestra per una formazione atletica della danza; vi sono poi coloro che preparano i costumi per loro: un’arte nascosta quanto importante, vi sono i coreografi e gli scenografi, falegnami, fabbri, elettricisti e tecnici delle luci. Tutti insieme questi ultimi creano scenografie portentose, dove scompaiono case, si spostano ponti, scorrono fiumi e soprattutto misteriosamente si gira per le ampie ed illuminate sale del palazzo in cui è ambientato gran parte del musical. Insomma l’occhio è stupito da accecanti e multicolori luci, dai paesaggi che prendono forma; già il gustare quelle scenografie riempie il cuore di meraviglia, ma poi vi sono gli artisti con i loro curati costumi, lo scintillante abito dei principi, il vestito dei contadini, del falegname, insomma coloratissimi costumi vestono il formidabile lavoro e talento di decine di persone che cantano e danzano, tutto questo enorme e differenziato lavoro trova la sua unione nella musica dell’orchestra: luci, colori, scene e canti vengono uniti dalla trascinante musica eseguita da una buona orchestra. Tutto questo mondo costituisce uno stimolo formidabile capace di “risuscitare un morto”: molto meglio di diecimila ore di fisioterapia per Santina!

 

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Arriviamo al teatro Coliseum e le hostess ci indicano le nostre privilegiate poltrone poste proprio vicine al palco: da queste poltronissime lo spettacolo è assicurato, con molta calma sollevo di peso mamma e per piccoli passi la faccio sistemare alla quinta poltrona interna la file numero 11.Mamma è felice, si guarda attorno con infinita meraviglia, oggi non ha la febbre e può così godersi bene lo spettacolo. Porto la sedia a rotelle nell’ambiente destinato al guardaroba, dove lascio anche i nostri cappotti. Ritorno alla mia poltrona, anche Olinda è emozionata. Una voce dice che tra cinque minuti inizia lo spettacolo, le luci si abbassano e una meravigliosa musica ci avvolge, inizia a cantare il soprano La Bella. Il ritmo è incalzante e coinvolgente, entriamo in un mondo magico fatto di luci di suoni di colori che ci inebria di felicità e il messaggio centrale è sul valore dell’interiorità. Mamma si lascia coinvolgere da questo mondo fatato e scoppia a ridere quando il musical propone momenti lieti, oppure si commuove nei momenti di tristezza, batte forte le mani quando le parti del musical sono eseguite bene, esprime tutta la sua soddisfazione di essere lì e di vivere fino in fondo quelle due ore e mezza di grande valore e di grande forza interiore. Anche i suoi piedi si fanno afferrare dal ritmo della musica e con il piedino sinistro batte ritmicamente il tempo, che forza! Santina è felice: “ Mamma sono bravi? – Sono bravissimi!!” Ti piace di più la Bella o la Bestia? La Bella… Non poteva darmi risposta migliore di questa, quanto assomiglia il suo carattere a quello de La Bella! Per amore del vero si deve dire che la fiaba originaria scritta dalla Leprince de Beaumont nel 1757 era molto diversa dalla vicenda riproposta dall’attuale musical. Lo scritto originale in verità esaltava molto la figura della buona e bella protagonista chiamata La Bella. Nel testo originale ecco come viene presentata la protagonista. Ella è la figlia minore di un ricco mercante e “oltre ad essere la più bella è anche la più buona delle altre”, sceglie la vita ritirata e di meditazione e lettura al posto delle sorelle maggiori che amano “passeggiate, balli, commedie”. Proprio questo tratto interiore di La Bella fa si che, quando il padre cade in disgrazia, ella venga ricercata per la sua bellezza e la sua bontà, mentre le altre due sorelle, perse le loro ricchezze, vengono derise.

 

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Ma La Bella rifiuta le proposte di matrimonio convenienti per essere vicina al padre caduto in disgrazia e trasferitasi in campagna con la famiglia vive una vita di duro lavoro, dice la fiaba antica in una ottima traduzione di Carlo Collodi: La Bella si alzava la mattina alle quattro, avanti giorno, e si dava il pensiero di ripulir la casa e di preparare la colazione e il desinare per la famiglia. Sul primo ci pativa un poco, perché non era avvezza a strapazzarsi come una serva: ma di lì in capo a due mesi si fece più robusta e, faticando tutto il giorno, acquistò una salute di ferro. Quando aveva finite le sue faccende, si metteva a leggere o a suonare la spinetta: o anche canterellava e filava. Le sue sorelle, invece, s’annoiavano da non averne idea: si levavano alle dieci della mattina, girellavano tutto il giorno e trovavano una specie di svago a rimpiangere i bei vestiti e la bella società di una volta. “Guarda un po’”, dicevano fra loro, “come è stupida la nostra sorella minore: e che caratteraccio triviale ! Essa è contenta come una pasqua di trovarsi nella sua disgraziata condizione!…” In questa descrizione dell’antica fiaba trovo l’eco della vicenda di mia madre… lavoro duro, sobrietà di vita, riflessione e lettura hanno caratterizzato sempre la vita di Santina costruendo in Lei una matura interiorità.Nella fiaba del Settecento La Bella giunge a sacrificare la propria vita per il padre e in sogno una regina le dice: “O Bella, io son contenta del vostro buon cuore. La nobile azione che fate, dando la vita per quella di vostro padre, non rimarrà senza premio”. La fiaba in un crescendo di pathos conduce il lettore a considerazioni sempre più profonde sul valore dell’interiorità, ad un certo punto del racconto La Bella dice: “Non è la bellezza né lo spirito che rendono felice; ma la bontà del carattere, la virtù e le buone maniere: e la Bestia ha tutte queste belle cose”. Sembra che la favola voglia mostrare ai piccoli lettori che la vera bellezza è la bontà e che la vera bontà produce bellezza, come avviene anche per la Santina, che è capace di essere bella pur schiantata su di una carrozzina! E con i suoi occhi parla di una bellezza interiore che tutti riescono a cogliere nella sua bontà.Come ogni fiaba che si rispetti, l’antico racconto del 1757 si conclude con la una sua morale ed essa è racchiusa in quanto la fata dice a La Bella nel paragrafo conclusivo: “Bella”, le disse questa Signora, che era una fata e di quelle coi fiocchi, “venite a ricevere la ricompensa della vostra buona scelta: voi avete preferito la virtù alla bellezza e allo spirito, e meritate per questo di trovare tutte quelle cose raccolte in una sola persona. Voi state per diventare una gran Regina: ma spero che il trono non vi farà scordare le vostre virtù. Quanto a voi, mie care signore” disse la fata alle due sorelle della Bella “conosco il vostro cuore e tutta la cattiveria che c’è dentro: diventerete due statue; ma nondimeno serberete il lume della ragione sotto la vostra forma di pietra. Starete alla porta del palazzo di vostra sorella; e non vi impongo altra pena che quella di essere testimoni della sua felicità. Non potrete ritornare nello stato primiero, se non quando riconoscerete i vostri errori: ma ho una gran paura che dobbiate restare statue per sempre. Si può correggere l’orgoglio, le bizze, la gola, la pigrizia; ma la conversione di un cuore invidioso e cattivo è una specie di miracolo.”Ho riflettuto molto sul significato di portare Santina a vedere quel musical che in qualche modo celebra la sua semplice vita! Perché giunto a Madrid, non sono potuto proseguire per Fatima? Perché giunto a Madrid ridavano un Musical che avevo visto una decina di anni fa? Il Signore mi guida per mano con la sua Provvidenza ed il musical che ho potuto godere in compagnia di Olinda e di Mamma Santina voleva essere la discreta celebrazione del vissuto di Mamma e anche di Olinda. Due donne tanto lontane dal clamore del mondo, quanto vicine al cuore di Dio.

 

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E’ proprio vero, Santina nella sua vita non ha mai coltivato una bellezza esteriore, ma con grande cura ha coltivato una bontà interiore, ed oggi alla bellezza di 83 anni, al termine della sua vita assiste ad un incredibile spettacolo musicale che celebra questo suo sforzo e questa sua bontà. I testi delle musiche ripresi dall’attuale musical mostrano tutti quanto sia importante coltivare l’interiorità, come la rosa presente nell’antica fiaba e nel musical contemporaneo.Mentre seguo il ritmo incalzante della mirabolante rappresentazione, sento una forte provocazione interiore che mi commuove; Santina è qui, in verità questo spettacolo celebra tutte le sue doti, voglio imprimere nel cuore, negli occhi e nelle orecchie queste emozioni, queste luci e questi colori, questi melodiosi suoni che parlano in certo qual modo di Santina. Ecco uno dei brani centrali del musical: Debes aprender/dice la canción/que antes de juzgar/tienes que llegar/hasta el corazón (…) Cierto como el sol/cierto como el sol/que nos da calor/no hay mayor verdad/la belleza esta/en el corazón.  Queste parole mi scavano dentro e mi impongono una severa riflessione. Proprio perché non sono riuscito a compiere un mio progetto di viaggio, quello di andare a Fatima, Dio attraverso questa sosta a Madrid mi fa compiere un viaggio ben più importante nelle mia interiorità per scoprire quanto invece io guardi all’esteriorità, all’apparire, all’avere più che all’essere. Quel musical quella sera suona per me note di radicalità evangelica, esige da me l’interezza di un cuore consacrato tutto a Dio, solo rispondendo alle esigenze del Vangelo si costruisce l’uomo interiore, il sacerdote maturo.

 

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Esco quella sera da quello spettacolo profondamente cambiato, perché per una singolare sovrapposizione di vicende umane, quelle de La Bella della fiaba francese e quella di Santina nella vita reale, mi sono messo in gioco, mi sono sentito attore e protagonista con Santina nel cercare di imitare Lei e la sua bontà. Il Musical, la bella fiaba ha giocato con la mia vita e ha messo in essa dei semi da far crescere che posso codificare in una frase che spesso mamma mi ha ripetuto: “Santi, non importanti!” L’interiorità va privilegiata e va custodita come un tesoro prezioso. Non dimenticherò mai quella serata magica in cui a Madrid la fiaba di un musical si è intrecciata profondamente con la vita in una serata magica in cui favola e realtà si fondono, ma non si confondono: questo è uno dei regali più grandi e più belli che questo viaggio mi ha donato, ed è un talento prezioso che devo far fruttare nelle mia vita fatta di molta apparenza. Con questo talento devo togliere ostinatamente la volontà di apparire nel mio vivere sacerdotale per lasciar posto all’umiltà di essere un buon prete, grazie Signore per avermi fermato a Madrid, non avrei mai fatto questa bella esperienza che tu avevi pensato per me. La giornata si conclude con una serena passeggiata nella centralissima via carer arenal. La testa ed il cuore sono carichi di riconoscenza per Dio e per Santina che dorme profondamente nella bella camera di albergo a Plaza Puerta del sol.

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IV.  CROCIERA SULLA NAVE EXCELSIOR DA BARCELLONA A GENOVA (31 DICEMBRE – 1° GENNAIO 2009)

 

Se a Madrid la prima grande sorpresa del viaggio era stata quella di prendere parte al musical, a Barcellona ci aspettava una sorpresa ancora più grande. Dopo aver lasciato l’incantevole città di Madrid ci siamo diretti a Barcellona, dove siamo giunti la sera del 29 Dicembre 2008. Sono uscito dal nostro hotel Bell Art ed ho acquistato un buon panettone per far festa a Mamma ed al suo compleanno. La sala da pranzo ci attende, scendiamo con bei vestiti per la festa e sempre con il programma di skype ci colleghiamo con Carolina a Bergamo e da Barcellona brindiamo felici agli 83 anni di mamma. E’ un compleanno un po’ speciale lontani centinaia di chilometri dalla nostra amata Bergamo, ma siamo felicissimi, Santina sembra essersi rimessa perfettamente dalla febbre ed il comodo e caldo albergo ci offre un posto di riposo e di tranquillità. Nella notte mi viene un’idea, che regalo posso fare a Mamma per il suo compleanno, un regalo che si ricordi per sempre? Mentre mi giro nel letto mi ricordo che il Dottor Carnicelli era venuto da Genova a Barcellona in nave! Dopo domani è l’ultimo dell’anno, perché non organizzo una crociera di capodanno? Sarà costosa? Deve essere però una sistemazione di grande livello, altrimenti non faccio nulla…

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La mattina mi sveglio presto e comincio ad interrogare internet: la nave c’è ed è molto grande si chiama Excelsior è lunga 202 metri, larga 28, pesa 39.800 tonnellate, porta 2253 passeggeri, 760 veicoli, ha 387 cabine ed ha ben 38 suites. Salpa il 31 dicembre alle ore 15.00 e giunge a Genova il 1° Gennaio alle ore 9.00. Non mi dispiace l’idea di fare capodanno in nave!!! Chiamo la compagnia e chiedo il costo della suite, ve ne è ancora una disponibile, il costo è elevato… ci devo pensare. Mamma è qui, l’opportunità è stupenda con un certo sacrificio economico potrò però regalare un’esperienza indimenticabile. Corro alla camera di Santina ed Olinda: “Mamma, ti voglio fare un bel regalo, c’è una bella sorpresa, che ne dici di una crociera in nave per l’ultimo dell’anno? Santina scoppia a ridere divertita, ed Olinda è piena di gioia. Scendo in strada e fermo un taxi, vado al porto e mi dirigo allo sportello della compagnia Grandi Navi Veloci. Mi informo bene, mi chiedono i documenti, esibisco passaporti e numero della targa della macchina e torno in albergo trionfante con i tre biglietti in mano: una elegante ed esclusiva suite attende la grande Santina! Mamma ed Olinda sono a tavola affamate, racconto a loro tutto e l’emozione e l’attesa trasformano la giornata in un incanto. Dopo il riposo pomeridiano usciamo per visitare il santuario salesiano del Tibidabo posto sulle alte colline de Barcellona. Un bravo salesiano mi spiega la chiesa, mentre vedo con sorpresa che Olinda e Santina si dirigono alla cappella del Santissimo per pregare, pensa che brave! Loro vanno a pregare e io mi perdo dietro a tante spiegazioni, le raggiungo subito e sosto anche io in preghiera. Che belli questi momenti che riempiono di significato i nostri viaggi. Dopo aver sostato in adorazione del Santissimo, ci dirigiamo davanti al Presepio e mamma con devozione guarda il Bambino Gesù che non riesce a baciare perché è troppo lontano.

 

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Prendo la piccola statuetta e la rivolgo a Mamma. Si avvicina con devozione e da un bacio a Gesù Bambino sulla faccina, sulle piccole mani e sui piedini. Io assisto con grande commozione a questa semplice ma intensa scena di fede.Le righe che ostinatamente compilo come diario vogliono imprimere per sempre nel mio ricordo questi importanti momenti per i quali il Signore mi ha concesso la vita di Mamma. La vita di Santina diventa un diamante prezioso in questi brevi istanti, in cui bacia Gesù bambino, riceve la comunione devotamente, recita le preghiere della sera, o prega per la sua Mamma Alessandra. E’ proprio vero nei momenti di difficoltà tutti invochiamo il nome “Mamma”… io per primo. In quei momenti la sua vita diventa un grande tesoro che voglio custodire nel mio cuore per poi imitare nella mia vita. In quei momenti mia Madre diviene per me un gigante di santità che mi spinge a cambiare vita ed a essere migliore. Ecco il senso della sua vita fragile, in quei momenti essa diventa invece granitica perché trasmettere il grande senso e significato del vivere che consiste in uno sguardo di eternità, in un ottica di fede con cui interpretare e vivere la vita!Il viaggio che stiamo concludendo è un viaggio che non dimenticherò facilmente e le note che sto scrivendo servono proprio a questo. Dopo una buona cena al centro di Barcellona torniamo all’Albergo Bel Art per riposarci, la notte trascorre serena e nell’attesa della sorpresa dell’ultimo dell’anno.E’ ormai mercoledì 31 Dicembre, dopo una buona colazione celebriamo la messa, paghiamo i conti e a mezzogiorno lasciamo l’hotel per il porto, siamo molto, molto emozionati! E’ la prima volta anche per me che vivo una piccola crociera, me lo avevano detto, ma non immaginavo la sorprendente grandezza della nave.La polizia controlla i documenti e la macchina e poi entriamo nell’immenso garage grande più di un campo da pallone! Olinda, mamma ed anche io siamo tutti stupiti ed emozionati. Con l’ascensore saliamo al ponte numero 6 e da lì ci destinano alla nostra suite che è la numero 7002.Iniziamo a camminare, cammina, cammina giungiamo in cima alla nave, con emozione la porta si apre e ci troviamo in un grazioso appartamento, vi è un letto matrimoniale ed un divano, un salotto, un’altra stanza ed il bagno.

 

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Tutti e tre ci guardiamo con gli occhi pieni di meraviglia… prendiamo confidenza con l’ambiente, vi è telefono, televisore, impianto wi fi per computer, la suite è ben riscaldata e completamente insonorizzata, una grande pace regna nel nostro grazioso appartamentino. Accendiamo il televisore che ci offre oltre a tutti i canali di Sky anche un canale con le informazioni di rotta, arriveremo dopo 18 ore a Genova.Disfiamo le valige e poi con una buona fame decidiamo di andare al ristorante. Ripercorriamo tutta la nave, ci ritroviamo al ponte n.6 ed entriamo nell’elegantissimo locale addobbato a festa per il periodo natalizio ed anche perché è l’ultimo dell’anno, ci viene servito un buon pranzo… ed intanto la nave parte.Santina è piena di gioia, guarda dalle immense finestre del ristorante il porto che si allontana mentre usciamo nel mare aperto. Siamo felici, mamma ha sul volto il grande sorriso della meraviglia e dell’incredulità, non aveva mai fatto una crociera. Finiamo il pranzo verso le 16.30, decidiamo di esplorare la nave. C’è proprio di tutto, dal centro commerciale al casinò, alla discoteca al bar, alle ampie sale. Ci fermiamo al bar e beviamo un buon caffè lungo! Visitiamo l’esterno della nave. Io ed Olinda usciamo, ma lasciamo mamma ben coperta all’interno senza sottoporla al forte vento della navigazione.Sono ormai le 18,30 rientriamo nella nostra suite. Mi raccolgo in preghiera un’ora con mamma, Olinda va a telefonare ai suoi cari per gli auguri di fine anno. Chiamiamo Carolina con skype.

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E’ giunto il tempo della cena di fine anno, mi faccio una calda e ristoratrice doccia e poi usciamo per la cena alle 20.30. Porto con me il computer e chiamo lo zio P. Luigi ed alcuni amici che sono meravigliati dal vederci sulla nave. La cena è serena e lieta e così trascorriamo le ultime ore del bellissimo anno 2008, ringraziando il Dio della vita.Mamma è proprio contenta, rientriamo nel nostro appartamento e prima che Olinda prepari mamma per il quieto riposo nella notte chiedo a Lei:  “Mamma sarò sempre un bravo sacerdote? Mi risponde: Sì! Sempre!!! Cosa devo fare per essere un bravo sacerdote? Stai con il Signore, ubbidisci e prega!” Queste sono le consegne di Mamma per l’ultimo dell’anno. Olinda da a mamma le pastiglie, la cambia e la mette nel grande letto dove si addormenta serena. Io esco e vado a prendere una bella bottiglia di spumante, quando torno è quasi mezzanotte, Santina ed Olinda sono sveglie e mi stanno aspettando sorridenti. Accendiamo il televisione ed inizia il conto alla rovescia, a mezzanotte brindiamo felici abbraccio mamma ed Olinda. E’ un nuovo anno, benvenuto 2009, ti abbiamo accolto insieme nella serenità come un grande nuovo dono del Signore. La mia prima domanda a Mamma dell’anno 2009: “Mamma sarò sempre un sacerdote felice? Mi risponde ridendo Sempre!!!” E’ passata solo un’ora, ma è passato anche un anno e mamma costantemente mi incoraggia a vivere felice il mio essere prete! Guardo il suo visino piccino piccino, guardo i grandi occhi di Olinda, intuisco che il suo pensiero è per i figli lontani. “Non ti preoccupare Olinda, anche noi pensiamo ai tuoi figli, siamo la tua famiglia, stanno bene ed il Signore li aiuta perché tu stai facendo tanto bene a Santina, ai tuoi figli ed anche a me: ti ammiro Olinda, buon anno! Torno nella mia camera e tutti e tre ci addormentiamo felici cullati dal mare e in viaggio verso l’Italia. Il giorno dopo attracchiamo a Genova e velocemente la nostra macchina ci porta a Bergamo dove a mezzogiorno con la famiglia di Carolina, con P. Luigi e l’amico Attilio festeggiamo il nuovo anno, questo viaggio ci ha insegnato molto e siamo tornati con una grande esperienza, Santina è felice anche se stanca. Prima di partire per Roma mi segna con la croce la fronte, la bocca ed il cuore, parto felice, con tanta nostalgia delle meravigliose giornate. Non avrei mai pensato che Santina potesse vivere una piccola ma incantevole crociera all’età di 83 anni, anche questo è un grande insegnamento a non perdere la speranza che nella vita si possa vivere esperienze di qualità anche dopo una terribile e devastante esperienza di dolore.

 

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V. BREVE DIARIO DELLE GIORNATE DAL 22 DICEMRE AL 1à GENNAIO 2009

Per prima cosa dobbiamo dire che questo viaggio è stato il più lungo che Santina ha sostenuto in macchina ed è durato ben 11 giorni. E’ il punto più lontano che Mamma ha toccato con la sua Rav 4 che in un anno e mezzo ha raggiunto ben 48.600 chilometri.

 

GIORNI

DESCRIZIONE

Lunedì,

22 Dicembre

Nimes

Dopo aver celebrato la Santa Messa, alle ore 8,30 siamo partiti per Nimes, in Francia. Il viaggio è stato molto piacevole ed alle ore 12.00 ci siamo fermati per il pranzo ad un autogrill prima di Ventimiglia. Attraversato il confine francese nel primo pomeriggio siamo giunti a Nimes alle ore 18,30. Per la cena ed il pernottamento avevo scelto l’albergo Ibis vicino all’autostrada.

Martedì,

23 Dicembre

Barcellona

Dopo la celebrazione della messa siamo partiti per Barcellona, a metà mattina abbiamo attraversato il confine con la Spagna e per l’una siamo giunti al nostro confortevole albergo Bel Art situato in Calle Lepant 416, molto vicino alla Chiesa della Sagrada Familia. Dopo il pranzo e un riposo, con Olinda abbiamo vestito pesantemente Mamma e siamo usciti per visitare alcuni monumenti della bella città Spagnola. Abbiamo iniziato la visita de La Sagrada Família, che è una enorme basilica cattolica, tuttora in costruzione, considerata il capolavoro dell’architetto Antoni Gaudí, massimo esponente del modernismo catalano. Gaudí ottenne l’incarico nel 1883 e ideò un progetto completamente nuovo. Dopo questa visita ci siamo concessi un viaggio molto particolare un viaggio in metropolitana verso il centro della Città. Olinda per la prima volta ha provato questo mezzo con grande stupore e Mamma dopo tanti anni è ritornata sulla metropolitana che aveva provato a Roma, prima della malattia. Giunti al centro storico abbiamo visto la città universitaria e camminato per la via principale di Barcellona, per fermarci a cena in un buon ristorante centrale, per le 21.00 eravamo di ritorno in albergo.

Mercoledì,

24 dicembre

Madrid

Guidati dall’utilissimo satellitare partiamo per Madrid, ci aspettano circa 620 chilometri, la stessa distanza tra Bergamo e Roma! Passiamo vicini a Saragozza, ci fermiamo a pranzo in un autogrill e alle ore 18.30 giungiamo a Madrid. Mentre parcheggio tolgo i bagagli, Santina si sente poco bene al nostro albergo la Puerta del Sol. La piazza Puerta del Sol è indubbiamente la piazza e il luogo d’incontro, commercio, vita culturale e notturna più rappresentativo di Madrid, nonché il km 0 della rete stradale della Spagna. Puerta del Sol, con la bellissima porta che le dà il nome e il famoso orologio che batte i 12 rintocchi della mezzanotte di San Silvestro in uno dei riti più sentiti in Spagna, è infatti il centro delle celebrazioni nazionali di tale notte. Sin dalla nascita della capitale spagnola, fu il salotto di città e la culla prima di ogni attività commerciale, culturale, amministrativa di Madrid,.E’ la vigilia di Natale i ristoranti sono tutti chiusi, Olinda esce a comperare un panino con il pollo, ma la preoccupazione per la febbre di mamma ci fa scordare la fame. Diamo a lei della tachipirina, si addormenta tranquilla è la notte di Natale, anche se con il respiro affaticato.

Giovedì,

25 dicembre

Madrid

Mi sveglio presto, non c’è nessuno in giro è Natale. La Cattedrale è molto vicina torno in albergo e decido di portare la Mamma a messa. La Cattedrale è situata sui resti di un’antica muraglia mora; infatti il suo nome deriva dalla lingua araba e significa granaio. Voluta da Alfonso XII con l’obiettivo di creare un mausoleo per la sua sposa, la sua costruzione durò oltre due secoli; la consacrazione definitiva avvenne nel 1993 ad opera di Papa Giovanni Paolo II. Nel 1993 la statua della Madonna dell’Almudena fu trasferita all’interno di questa cattedrale. Il Cardinale Rouco è molto accogliente e presiede la celebrazione solenne delle ore 12.00. Dopo la celebrazione in duomo vi è il tradizionale bacio del Bambino Gesù. Usciamo con mamma e visitiamo la Piazza davanti al Palazzo reale ed andiamo a pranzo in un ristorante alla Plaza  Puerta del sol. Il Palacio de Oriente, nome vero del Palazzo Reale, ha una funzione puramente rappresentativa. Fu edificato in sostituzione dell’Alcàzar (roccaforte) della città, distrutta da un incendio nel 1734. Girando intorno al palazzo si entra in un parco dalla composizione bellissima: i Giardini di Sabatini ed il campo del Moro. Nel pomeriggio la febbre sale a Santina ed il respiro si fa rantolo. Ha gli occhioni pieni di febbre e fa molta tenerezza. Decido di chiamare Paolo Ferrazzi. Diamo nuovamente la tachipirina. Celebriamo nel pomeriggio in camera la messa di Natale. E’ un Natale un po’ particolare, ma siamo a Madrid e Mamma è molto serena, Olinda gestisce molto bene la situazione.

Venerdì,

26 dicembre

Madrid

E’ la giornata che più ci ha preoccupato. La mattina abbiamo chiamato il medico. E’ giunta un’autoambulanza con una serie di apparecchiature incredibili: macchina per elettrocardiogramma, defibrillatore, ossigeno, apparecchio per l’analisi degli enzimi e saturazione di ossigeno. L’insieme metteva un po’ paura, ma riflettendo con pacatezza mi ha fatto pensare alla bontà del sistema sanitario spagnolo: meno male che l’influenza a mamma è venuta a Madrid! Chiamiamo i medici d’Italia e decidono una opportuna terapia di antibiotico e di tachipirina. Mamma non ha febbre e quindi usciamo per il pranzo. Ma la dose di tachipirina è troppo forte e così alla sera verso le 18.00 mamma ha uno svenimento. Chiamiamo subito l’ambulanza che arriva in cinque minuti. Non è nulla, il cuore è a posto, si tratta di una bella influenza che con tachipirina e antibiotico guarisce. Celebriamo la messa nel tardo pomeriggio. Mamma è serena ed inizia la cura di antibiotico, la tachipirina tiene controllata la febbre. Dopo lo spavento ci rassereniamo e trascorriamo tutti insieme una bella serata.

Sabato,

27 dicembre

Madrid

Mamma sta molto meglio dopo il riposo della notte e la tarda mattinata facciamo una passeggiata fino a Plaza Mayor dove pranziamo al caldo. La piazza voluta da Filippo II e Filippo III sorge dove nel medioevo si teneva il mercato, ma divenne teatro di manifestazioni di una certa rilevanza, anche se alcune volte macabre, da esecuzioni capitali a rappresentazioni di drammi religiosi, a corride. Oggi conserva un certo fascino dovuto ai cafè ed esercizi commerciali che le conferiscono il fascino di un tempo. Sempre ben coperta torniamo a casa e dopo il riposo del pomeriggio usciamo con il taxi per il musical la Bella e la Bestia. Celebro la messa da solo nella mia stanza a causa dell’orario. La notte passa tranquilla, il polmone respira meglio.

Domenica,

28 dicembre

Madrid

Dopo un lungo riposo nella mattinata usciamo per pranzo e facciamo una piccola visita della città, il pomeriggio vado per negozi per la pre-festa di compleanno di Santina. Celebriamo tutti insieme la messa nella camera di mamma. (Devo dire che questa malattia ci ha fatto un po’ trascurare le celebrazioni eucaristiche che sono sempre avvenute nelle camere di albergo). Trovo tre maschere e una tortina con le candeline che dicono 83 anni. Torno in albergo e facciamo festa, anche Carolina con skype segue tutto. Siamo contenti anche mamma respira meglio. Rimane solo un brutto ricordo che ormai ci sembra lontano. Felici andiamo a dormire.

Lunedì,

29 dicembre

Barcellona

Celebriamo di buon mattino nella camera dell’albergo la messa e poi alle ore 10.0 partiamo per Barcellona. E’ il giorno del compleanno di Mamma il terzo dopo la grave malattia. La macchina corre veloce guidata dal satellitare e giungiamo così al nostro albergo verso le ore 16.00. Mamma sta molto meglio. Io esco a comperare un panettone e una bottiglia di spumante e la sera dal nostro ristorante festeggiamo in diretta con Carolina che apre una bottiglia di spumante a Bergamo e chiamiamo anche P. Luigi. Siamo davvero molto contenti e il nostro viaggio ci appare come più bello. Nella notte mi viene una idea.

Martedì,

30 dicembre

Barcellona

 Controllo su internet, vado al porto e compero il posto di una suite su di una nave da crociera che fa rotta Barcellona –Genova. Pieno di gioia torno all’albergo dove mamma ed Olinda mi attendono al ristorante. Nel pomeriggio celebriamo la messe e visitiamo la Chiesa del Tibidabo dove sostiamo un momento in adorazione eucaristica e poi andiamo in cena in un bel locale in centro a Barcellona, siamo molto emozionati al pensiero della crociera del giorno dopo!

Mercoledì,

31 dicembre

Crociera

 E’ l’ultimo dell’anno, celebriamo la messa di Te Deum per l’anno trascorso, carichiamo la macchina e per 12.00 lasciamo l’albergo per dirigerci al porto. Alle ore 15.00 la nave salpa per l’Italia a mezzanotte festeggiamo con lo spumante.

Giovedì,

1°Gennaio

Crociera

Arriviamo a Genova alle ore 9.30 e dopo una piacevole corsa in macchina per Bergamo in mezzo a panorami innevati giungiamo al ristorante Pianone alle ore 12.30. Ci attendo per la festa P. Luigi, la famiglia di Carolina ed il Dottor Attilio Iacovoni che con premura visita mamma e prescrive opportuni esami del sangue. Dopo pranzo celebro la messa e alle ore 16.00 parto per Roma dove giungo stanco ma pieno di felicità a mezzanotte.

 

 

 

 

 


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