TERRA SANTA 2: 14-21 Maggio 2009 In Gerusalemme sarete consolati

 

p10100591

IN GERUSALEMME SARETE CONSOLATI

Secondo Pellegrinaggio con Santina in Terra Santa

14-21 Maggio 2009

Per chi volesse approfondire il pellegrinaggio di santina a Gerusalemme può consultare la dispensa del viaggio redatta nel 2007 cliccando qui sotto:

01 Copertina viaggio gerusalemme

02 Con Santina a Gerusalemme

  

http://www.youtube.com/watch?v=yZCE4SendxA&feature=channel_page

  

 p1010081

 L‘esercizio della memoria è un esercizio particolarissimo nel mondo biblico: la memoria non è semplicemente rammentare o custodire il passato, ma nel momento stesso in cui si fa memoria, si rende presente l’evento di Dio che viene ricordato nel passato. Questo significa che gli insegnamenti, le persone, i santi che ricordiamo non sono solo l’oggetto di un esercizio che guarda al passato, ma nello stesso momento in cui vengono ricordati, nella prospettiva dell’esperienza biblica, vogliamo far rivivere i loro segni, le loro esperienze e la loro testimonianza. (Francesco Beschi 26.8.2009, Omelia per Solennità di S. Alessandro Martire nella Cattedrale di Bergamo). Mosso proprio da questa profonda ed intima convinzione scrivo questo nuovo quaderno che riguarda il Secondo Viaggio di Santina in Terra Santa dopo la lunga degenza in Ospedale del 2005-2006, il dodicesimo della vita di Santina. Se nel primo viaggio da quando è disabile avevamo deciso di fotografare tre momenti significativi del nostro Pellegrinaggio: la visita alla Pietra del Dolore, della Gioia e della Gloria. Questa volta Il quaderno così si sviluppa: dopo una sorta di introduzione che è costituita dalla Lettera di Gerusalemme, narreremo l’incontro di Santina con il Muro del Pianto e con Nazareth; mentre non potevamo non ripetere la narrazione dell’Unzione dei Malati ricevuta per la seconda volta al Santo Sepolcro e il seguente nuovo momento della festa avvenuta in Casa mia a Gerusalemme. Una breve conclusione mostrerà come in Gerusalemme abbiamo ricevuto consolazione.

 Secondo viaggio di Santina a Gerusalemme

1. Lettera da Gerusalemme

Lo devo pur annunciare agli amici! Forse qualcuno è stanco di sentire notizie della vita di Santina… altri ritengono magari esagerazione tutto quello che si fa. Non importa io devo gridare, a voi come per le strade di Gerusalemme la grande novità. Oggi nel suq vi è molta gente, è shabbat, il sabato ebraico e molti ebrei vanno al muro occidentale per la preghiera, i musulmani gridano per vendere le loro mercanzie ed i cristiani passano portando la croce e ripetendo la via crucis che da centinaia di anni migliaia di cristiani compiono ricordando la salita di Gesù al calvario. Che bella città è Gerusalemme, quando vengo ad abitare qui la vita cambia! Le piante in questo mese di maggio, raccontano la bella primavera e così i colori di Gerusalemme prendono un fragrante profumo di fiori, il profumo della vita ed il profumo della Risurrezione di Gesù. Bene don gigi, ma raccontaci la sorpresa, dicci la novità racchiusa in questi fogli. La novità è semplice, presto Santina tornerà nuovamente a Gerusalemme! Un generoso amico la scorsa settimana mi ha regalato tre biglietti aerei Bergamo – Tel Aviv, e allora? Un rapido, ma preciso consulto con i dottori che seguono mamma, un sorriso e poi la risposta: perché no? Oppure: “Se ti ho lasciato portare mamma nel 2007 quando le condizioni di salute erano peggiori, vuoi che ti dica no adesso?” Ecco le risposte dei dottori, come quella simpatica del medico di base, il Dottor Carnicelli… diremo a tutti che è un fotomontaggio, non si preoccupi Monsignore… E così eccomi qui ad annunciare una grande gioia, con Santina torneremo a Gerusalemme dal 14 al 21 Maggio 2009. Se il Signore ci permetterà, riporteremo Mamma sui luoghi della nostra fede. E’ proprio vero il Signore sta trasformando la vicenda di dolore e sofferenza di Santina del 2005 in un canto audace di speranza e di carità. Mamma diviene protagonista di questa vicenda con il suo silenzio, con i suoi occhi buoni e con il suo dolore parla a tutti di speranza. Questa sorpresa che Gesù ci ha fatto si pone proprio alla vigilia della presentazione del libro di Santina in arabo a Beirut… Il dolore è proprio in grado di parlare tutte le lingue! Ma perché questa Lettera da Gerusalemme? Che motivo hai di raccontare a noi queste cose? I motivi sono diversi, al dilà dell’amicizia e del racconto delle cose belle che allietano l’animo. Sono convinto che la vicenda di Santina abbia in sé un cromosoma che si chiama preghiera. Sono a chiedervi preghiera!, Preghiera abbondante e continua affinché il Pellegrinaggio complesso vada bene e sono a promettervi preghiera. Vorrei una risposta a questa mia prima lettera, vorrei che ciascuno di voi che legge questa pagina, mi rispondesse dicendo una richiesta di preghiera che sta a lui particolarmente a cuore. Vi prometto di chiudere tutte queste richieste in un foglio e di deporlo nel Santo Sepolcro. Attendo dunque vostre risposte e le vostre intenzioni di preghiera: le vostre richieste di preghiera occuperanno il momento più bello del nostro viaggio. Qui a Gerusalemme sto preparando il programma in ogni dettaglio, ma il cuore del viaggio è già pronto. Domenica 17 maggio alle ore 17.00 porterò mamma alla Basilica del Santo Sepolcro (che in questo momento mentre scrivo sto ammirando con un sussulto di commozione) con le suore di Madre Teresa, alcuni Padri Francescani amici e con Olinda celebreremo la Messa di Risurrezione, consacreremo il santo olio dei malati e nuovamente impartiremo il Sacramento dell’olio degli infermi. Chi volesse un po’ di quell’olio in ricordo, me lo dica nella letterina di risposta a quanto vi sto scrivendo. Sarà una celebrazione molto commovente e poi, dopo la Santa Messa porterò Mamma nel Santo Sepolcro e sdraierò Santina per la seconda volta sulla pietra della Risurrezione!!! Per la sera stiamo preparando nel mio appartamento una suggestiva cena araba e mangeremo con Santina sull’incantevole terrazza. Mamma si fermerà in questa SUA casa la notte a dormire, fino al pranzo del giorno seguente per poi ritornare all’albergo della Santa Sede Notre Dame center, più adatto a servire una meravigliosa disabile. Mi fermo qui, avrei tantissime cose da dirvi, ve le racconterò tutte la prossima settimana al mio ritorno a Roma dove metterò in ordine ogni cosa, troverete nel canale di Santina anche un video YOU TUBE a tale proposito. Un’ultima cosa, sapete quel è la frase che abbiamo scelto come guida del nostro pellegrinaggio. Se nel 2007 la frase era Roccia del mio cuore è Dio ora, per questo viaggio la frase che scegliamo è In Gerusalemme sarete consolati. Proprio in questa speranza cristiana, vi saluto da Gerusalemme con il saluto che riecheggia per queste strade della meravigliosa città santa: Shalom in ebraico o salam ahlekum, che comunque traduce il saluto cristiano del risorto PACE A VOI!!! Buona Pasqua, vi abbraccio tutti con affetto e commozione! Don gigi

Gerusalemme, Terrazzo di casa, 2 Maggio 2009, ore 12,15

L’annuncio è stato dato a Nazareth da Don gigi, guarda il video sul canale You Tube di Santina:

http://www.youtube.com/watch?v=RA9QtfkkCHY

 P1010044

2. Al Muro del Pianto per l’inizio dello Shabbat, venerdì 15 Maggio 2009

per vedere servizio fotografico: 

Muro Orientale clicca: Muro Occidentale 15-5-2009

E’ venerdì pomeriggio, Gerusalemme si prepara alla grande festa settimanale dello shabbat. L’atmosfera è molto bella e carica di gioia. Solo chi vive a Gerusalemme può gustare fino in fondo il clima del Sabato ebraico. Le strade sono pulite, il profumo della cucina – nella quale si prepara il pasto di festa – si espande per le viuzze della Città Santa. L’odore del pane caldo, le luci dello shabbat che si accendono lentamente, il suono forte dello shofar, le cantilene di preghiera degli ebrei devoti compongo il quadro dell’attesa del Sabato a Gerusalemme. Poi scende una calma quasi improvvisa: il sabato è il momento del riposo e della festa in famiglia. La donna attende il sabato e lo saluta accendendo le due candele con le quali si inizia la festa. Le due candele rimarranno accese per 24 ore fino al vespro del sabato, quando un altro suono dello shofar proclamerà la fine del gran riposo settimanale e l’inizio del primo giorno della settimana, che è la domenica. Per le strade uomini e donne sono vestiti con gli abiti belli ed eleganti della festa, con in mano il libro della preghiera e sottobraccio l’astuccio che contiene il tallit; uomini religiosi si dirigono o in sinagoga o al Muro orientale per la preghiera. Il lavoro è vietato, non si possono fare attività manuali, è un tempo santo dedicato a Dio, per le strade ci si saluta con il classico: “Shabbat Shalòm” Nelle case ci si riunisce per prender uno dei tre pasti di festa insieme e si recita la preghiera di benedizione che è il Kiddush. Il Kiddush della sera di Shabbat, nella sua forma usuale, inizia con un passo della Torah (Genesi, 2,5): Nel sesto giorno furono completati il cielo, la terra e le loro schiere. E Dio terminò nel settimo giorno il regno che aveva creato, e Dio si riposò nel settimo giorno da qualsiasi lavoro che aveva fatto, e benedisse Dio il settimo giorno e lo santificò, perché venne il riposo per il regno creato. Segue quindi la fase celebrativa: Con il permesso dei miei signori! Benedetto sia Tu Signore Dio nostro, Re del mondo, che creasti il frutto della vite. E quindi il capofamiglia beve un sorso di vino, e passa il bicchiere agli altri. Segue una benedizione a Dio in quanto autore del dono del Sabato, che termina: Benedetto sia Tu, Signore, che santifichi il Sabato. In questo contesto di festa e di gioia, che il rituale ebraico ben descrive, porto Mamma al Muro del Pianto. Nel precedente Pellegrinaggio Santina non aveva potuto visitare questo Luogo Santo anche per i cristiani. Nella nostra memoria è ancora molto vivo il ricordo, che appena qualche giorno prima, martedì 12 Maggio, il Santo Padre Benedetto XVI si era recato al Muro del Pianto per deporre nelle grandi pietre dell’antico Tempio la sua preghiera. Come il Santo Vecchio Simeone, il Santo Padre si era recato a pregare a quanto resta del grande e maestoso tempio di Gerusalemme. Guidato e spinto da questo esempio prendo la decisione di portare mamma al Muro occidentale, il nostro amico Ramih, guida la vettura a noleggio e per Santina disabile si aprono i grandi cancelli della sicurezza, con Olinda spingo la carrozzina e Santina si trova nel bel mezzo della festa ebraica, un nugolo di turbanti e cappelli neri ci circonda sono gli ebrei devoti, gli hassidim che vengono a pregare. Al Muro Occidentale vi è un continuo vocio e un ripetere le preghiere suggerite dalla Torah. L’alto muro sopra il quale oggi sono costruite le moschee della Roccia e di Al Aqsa è diviso in due parti, da una parte, la più ampia, vi sono gli uomini, in una parte più piccola invece pregano le donne. Mi metto sul capo la mia kippa e preparo Olinda e Santina all’incontro con questo Luogo Santo. Qui Santina ed Olinda compiranno il gesto di deporre, anche loro come il Santo Padre, la loro richiesta di preghiera. Il maestoso muro delle rovine dell’antico tempio ebraico distrutto da Tito è divenuto oggi il luogo dove i fedeli ebrei lasciano piccoli foglietti di carta piegati e contenenti preghiere, richieste, benedizioni. Anche Papa Benedetto XVI si è avvicinato in preghiera al Muro ed ha lasciato la sua preghiera. Sul suo foglio così era scritto: Dio di tutti i tempi, nella mia visita a Gerusalemme, la “Città della Pace”, dimora spirituale per ebrei, cristiani e musulmani, porto davanti a Te le gioie, le speranze e le aspirazioni, le angosce, le sofferenze e le pene di tutto il Tuo popolo sparso nel mondo. Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, ascolta il grido degli afflitti, degli impauriti, dei disperati, manda la Tua pace su questa Terra Santa, sul Medio Oriente, sull’intera famiglia umana; risveglia il cuore di tutti coloro che chiamano il Tuo nome affinché vogliano camminare umilmente sul cammino della giustizia e della pietà. “Buono è il Signore con chi spera in lui, con l`anima che lo cerca”. (Lam 3, 25).  Spiego con cura questa cosa a Mamma ed a Olinda e offro a loro un pezzo di carta. Olinda privatamente scrive la sua preghiera che rimane sigillata nel suo cuore, a Mamma provvedo io, non posso perdere questa singolare occasione: far deporre a Santina una sua richiesta di preghiera. Lo ammetto sono egoista, è la cosa alla quale più tengo nella mia vita, a costo anche della vita stessa, ma credo che anche mamma tenga molto a questa preghiera. Lentamente scrivo questa frase: “Ti prego Signore che mio figlio don Gigi sia un Santo Sacerdote”. Prima di scrivere metto gli occhiali da vista a Mamma e poi vicino a Lei scrivo questa frase. Ultimata lentamente la scrittura mostro il risultato a Santina e con Lei a voce alta e chiara vicino al suo orecchio leggo la frase, il volto di mia Madre si illumina di commozione e di gioia. Piego il biglietto con calma e poi interrogo Santina: “Mamma ti fa piacere andare a mettere questa richiesta nel Muro del Pianto come ha fatto il Papa alcuni giorni fa?” Santina mi risponde con un forte e deciso “Sì!” A fatica reprimo la mia intensa commozione. Olinda ha finito di scrivere la sua richiesta di preghiera. Le due donne sono pronte. “Allora, siete pronte?” Olinda mi risponde di sì e mia Madre con la sua testolina dà il suo segno di assenso. “Bene allora andate!” Lentamente la carrozzina si muove e le due donne con molta umiltà e discrezione si fanno strada nella grande ressa. http://www.youtube.com/watch?v=xttga-Pggnw&feature=channel_page Da fuori il sacro recinto riprendo la scena con la videocamera. La sedia a rotelle si avvicina al Muro, Santina con una certa fatica allunga il suo braccino e lascia cadere il suo foglietto in una fessura. Olinda prontamente lo prende e lo pone con cura estrema nella fenditura delle grandi pietre, anche Lei a sua volta compie il gesto sacro. Gli ebrei sono convinti che le richieste lasciate in quelle pietre sono ascoltate volentieri da Dio. Mentre Santina e Olinda chiedono ad una ebrea di scattare una foto ricordo vicino al Muro, la mia mente fruga nella Sacra Scrittura alla ricerca delle donne sante che avessero passato la loro vita al tempio. Nel Vangelo ne trovo una, la profetessa Anna. Quando Gesù bambino viene presentato al tempio, vi è anche Lei, oltre al santo vecchio Simenone; ecco come descrive la donna l’evangelista san Luca al capitolo secondo del suo Vangelo: C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. Queste poche righe del Vangelo descrivono una santa donna vissuta ai tempi di Gesù, ma l’eco di quelle parole trapassa i secoli e giunge oggi al mio orecchio, qui alle rovine del Tempio di Gerusalemme, dove un’altra donna dalla Vita ormai profetica e santa sembra incarnare la medesima descrizione del Vangelo. Santina si è sposata con Egidio il 9 Agosto 1958 ed il marito muore il 24 Ottobre 1963, non sono i sette anni di Anna, ma sono comunque cinque anni e due mesi. Sono due vedove, e sono due coetanee, perché Anna si trova al Tempio all’età di 84 anni e Santina giunge oggi al Tempio nel suo ottantaquattresimo anno di vita, infatti il prossimo 29 Dicembre, a Dio piacendo, Mamma compirà ben 84 anni. Ma non è l’essere vedova che accomuna Santina ad Anna e neppure l’essere vissuta con i rispettivi mariti più o meno lo stesso tempo, o l’essere coetanee; quello che accomuna le due grandi donne è ben altro: è la loro interiorità. Se Luca si sente di dire di Anna non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere, io con molta onestà mi sento di dire che per Santina Dio è stato davvero l’assoluto, al punto tale di non risposarsi più, e di vivere la sua vedovanza come forma di consacrazione monastica al Signore. Posso testimoniare che mamma si alzava nel cuore delle notte per pregare per il dono delle vocazioni al sacerdozio, alla vita consacrata e missionaria. Posso testimoniare che si alzava prestissimo la mattina per pregare e che ogni giorno abbondante tempo era dedicato alla preghiera. Tutto questo oggi, dopo la dura prova dei lunghi nove mesi di malattia in ospedale, trova sintesi in una continua preghiera svolta o con me, o in modo personale, che trasforma la vita di Santina in continua e profonda orazione. Mamma altresì loda Dio ed annuncia a tutti con il suo esempio l’importanza di Gesù, come ha fatto Anna ben due millenni fa in questo Luogo. Sono commosso da questo paragone, il vento scompiglia i capelli di mia Madre mentre ritorna dalla sua preghiera al tempio, il vento è forte e mi devo tenere la kippa con la mano sulla testa perché non voli via. Questo vento caldo e forte mi spinge a pregare lo Spirito Santo e lo ringrazio per questo momento di preghiera e contemplazione che incido a fuoco nell’animo. Il sorriso di Mamma pieno di felicità e gioia chiude questo momento spirituale vissuto al Tempio di Gerusalemme. La nostra auto ci attende e così lasciamo la Città Vecchia per salire sul monte degli Ulivi e gustare l’incanto della Città al tramonto. I muehzin invitano i musulmani alla preghiera: Gerusalemme non finisce mai di provocare incanto.

 P1010083

3. Nazareth, Sabato 16 Maggio 2009

Per vedere servizio fotografico: 

Nazareth clicca: Nazareth 16-5-2009

Anche a Nazareth Santina non era stata nell’ultimo pellegrinaggio dal 4 all’ 11 Ottobre 2007. http://www.youtube.com/watch?v=3ObWA3PLnbM&feature=channel_page Sentivo proprio una forte esigenza interiore di trascorrere alcune ore di preghiera con Mamma nella cittadina della Galilea. Quanti rosari avrà detto Santina nella sua vita? La mia vocazione al sacerdozio è nata proprio al Santuario mariano di Nostra Signora e tutta la vita di Mamma è stata caratterizzata da una forte devozione alla Madonna. Siamo a Gerusalemme, ho la macchina a noleggio, avevo già provato l’itinerario da solo alcune settimane prima, ed era fattibile. Così il sabato mattino, giorno dedicato dalla tradizione alla Madonna partiamo per Nazareth, sulle orme di Papa Benedetto XVI che sembra precederci in tutti questi luoghi quasi a prepararci il posto. La strada non è molto lunga ora con la nuova autostrada Yzak Rabin che collega la Giudea alla Galilea. La giornata è tiepida e bella, la primavera inoltrata ci regala colori molto belli e vivaci. La nostra auto scende veloce le colline della Giudea e, dopo essere partiti alle ore 9 dal nostro albergo Notre Dame in poco tempo ci troviamo sull’autostrada che scorre nei pressi del Mediterraneo. Mamma e Olinda sono sedute dietro, ormai non è il primo viaggio in macchina che facciamo, ma possiamo dire che sia il primo viaggio in auto che compiamo in Medio Oriente. Ci avviciniamo alla Galilea, venditori di frutta e verdura ci invitano ad acquistare i loro prodotti, non ci lasciamo tentare… Giungiamo nei pressi di Haifa, lasciamo l’autostrada e proseguiamo nella Pianura di Esdrelon, vediamo la cittadina di Afula e poi il Monte Tabor, quanta commozione, guardo divertito Mamma che presta grande attenzione a tutto il bellissimo panorama. Arriviamo così a Nazareth, abbiamo riservato una piccola stanza in un hotel per cambiare e rinfrescare Santina e poi ci dirigiamo a pranzo in un buon ristorante dai gusti arabi. http://www.youtube.com/watch?v=vfKNT47jTVo&feature=channel_page Dopo il pranzo inizia la nostra preghiera. Il caldo è forte, spingo la carrozzina all’interno del Santuario, e scendiamo alla Basilica inferiore dove ad un altare laterale celebriamo la Messa, Olinda legge le letture. Come poter ridire il fascino di trovarmi con mia Madre stremata da una lunga malattia, ma con negli occhi l’autentica gioia dell’incontro con Dio in questi luoghi? Celebrata la Messa giungiamo con mamma nella cripta. Il cancello è chiuso, ma la carrozzina è lì, vicino allo stesso luogo nel quale è avvenuta l’Annunciazione: Hic verbum caro factum est è scritto sotto l’altare della grotta della Natività. Un gruppo di fedeli brasiliani sta per celebrare la messa, ci mettiamo in un angolo e cominciamo la recita del nostro devoto rosario di Nazareth. Mi vengono in mente le belle parole dell’Angelo a Maria e la sua risposta: Eccomi sono la serva del Signore… ed ancora una volta oso accostare Mamma a Maria senza troppo imbarazzo. Mi vengono in mente le parole del poeta Rilke nato a Praga nel 1875 nella sua poesia dal titolo: L’Annunciazione che ripropongo qui come una preghiera, sono le parole dell’Arcangelo Gabriele rivolte a Maria e sono davvero una buona meditazione:Tu non sei più vicina a Dio/di noi; siamo lontani/tutti. Ma tu hai stupende/benedette le mani./Nascono chiare a te dal manto,/luminoso contorno:/Io sono la rugiada, il giorno, /ma tu, tu sei la pianta.//Sono stanco ora, la strada è lunga,/perdonami, ho scordato/quello che il Grande alto sul sole/e sul trono gemmato,/manda a te, meditante/(mi ha vinto la vertigine)./Vedi: io sono l’origine,/ma tu, tu sei la pianta.//Ho steso ora le ali, sono/nella casa modesta/immenso; quasi manca lo spazio/alla mia grande veste./Pur non mai fosti tanto sola, /vedi: appena mi senti;/nel bosco io sono un mite vento,/ma tu, tu sei la pianta.//Gli angeli tutti sono presi/da un nuovo turbamento:/certo non fu mai così intenso/e vago il desiderio./Forse qualcosa ora s’annunzia/che in sogno tu comprendi./Salute a te, l’anima vede: /ora sei pronta e attendi./Tu sei la grande, eccelsa porta,/verranno a aprirti presto.//Tu che il mio canto intendi sola:/in te si perde la mia parola/come nella foresta./Sono venuto a compiere/la visione santa./Dio mi guarda, mi abbacina…//Ma tu, tu sei la pianta.//(dal Libro delle immagini; traduzione di Giaime Pintor) Maria viene descritta dal Poeta come la grande ed eccelsa porta attraverso la quale è giunto a noi il Salvatore. La voce roca e confusa di Mamma alla grotta mi raccomanda  Obbedienza! Ancora una volta  Obbedienza e preghiera… Mi raccolgo in una preghiera di ringraziamento intima e personale e poi dopo alcuni istanti di delizioso silenzio vicino alla grotta, mi avvicino a Santina e sussurro a Lei “Grazie Mamma per avermi dato la vita, grazie per avermi fatto nascere, grazie per avermi fatto diventare sacerdote!” Accarezzo le sue guance e la riempio di baci. Santina con un gesto semplice, ma che le costa fatica alza la mano destra e tremando mi regala una carezza che fa sgorgare dai miei già lucidi occhi una lacrima di commozione.  http://www.youtube.com/watch?v=ao5ZnVDl2_4&feature=channel_pageE’ stata la più bella visita a Nazareth della mia vita. Non avrei mai creduto di poterla realizzare. Insieme recitiamo il magnificat e poi visitiamo il complesso del Santuario, la Basilica superiore, dove sostiamo ancora in preghiera, la Casa di san Giuseppe, salutiamo Eduardo, il vecchio amico che ci ha accompagnato nella visita e saliamo in macchina. Lo shabbat sta per finire e non voglio incontrarmi con il caotico traffico di rientro in città dopo la pausa settimanale. Il sole tramonta dietro il monte degli ulivi e la nostra macchina entra nel grande giardino del Notre Dame a Gerusalemme, dopo una doccia ristoratrice ci attende una buona cena di festa.

 p1010027

4. Unzione dei malati e festa in terrazza: Domenica 17 Maggio 2009

Per vedere Santo Sepolcro e la festa nell’appartamento di Gerualemme:

Santo Sepolcro, unzione con il santo olio clicca: Santo Sepolcro 17-5-2009

Casa a Gerusalemme clicca: Casa a Gerusalemme 17-18 maggio 2009

Rallegratevi con Gerusalemme, /esultate per essa quanti l’amate. /Sfavillate di gioia con essa /voi tutti che avete partecipato al suo lutto. / Poiché così dice il Signore: /“Ecco io farò scorrere verso di essa, /come un fiume, la prosperità; /come un torrente in piena /la ricchezza dei popoli; /i suoi bimbi saranno portati in braccio, /sulle ginocchia saranno accarezzati. /Come una madre consola un figlio, /così io vi consolerò; /in Gerusalemme sarete consolati. /Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore, /le vostre ossa saranno rigogliose come erba fresca. /La mano del Signore si farà manifesta ai suoi servi”(Isaia 66, 13-14). Il ricordo di Domenica 17 Maggio a Gerusalemme è ben chiaro nella mia memoria. E’ stata una giornata nella quale si è realizzata per noi una grande consolazione. La frase In Gerusalemme sarete consolati trova la sua realtà nell’Unzione dei malati che mamma ha ricevuto. Dopo i nove mesi di ospedale la vita di Santina e la mia vita è radicalmente cambiata. E’ la fede a trasformare con ostinatezza il dolore e la paura in serenità e gioia. Ma non nascondo che nel profondo del cuore è sempre in agguato la paura, la paura che Santina torni a soffrire, la paura della morte improvvisa. Come curare e domare questa paura? Come trasformare questa sottile angoscia in speranza? Il modo esiste e Mamma lo insegna, è solo uno questo modo e si chiama preghiera, abbondante e continua. Il libro che raccoglie la sofferenza di Mamma inizia svelando il segreto mio e di Santina: la preghiera! E’ la preghiera allora che rincorre la paura che mi è presente nel cuore, la scopre, la mette in evidenza e poi la uccide con l’arma della Fede che ci dice che la nostra esistenza è in mano a Dio. In questa lotta contro la paura usiamo anche un olio, è un Olio santo, l’Olio degli infermi. E’ un Olio che dà consolazione è un olio che da forza è un olio che da gioia, la gioia vera perché è quella della risurrezione. Con questi sentimenti il 17 Maggio 2009 Santina per la seconda volta riceve il Sacramento dell’Unzione dei Malati: al Santo Sepolcro prima di essere nuovamente sdraiata sulla pietra del Risorto! E’ un giorno olto molto speciale, per una pura casualità oggi è il compleanno di mio papà Egidio, Santina riceva per la seconda volta l’Unzione nel giorno del compleanno del marito, che dal cielo partecipa sicuramente con ammirazioane per la sua devota sposa! In Gerusalemme sarete consolati. http://www.youtube.com/watch?v=gujxJ325ZFM&feature=channel_page .Siamo giunti al centro del nostro viaggio, alle ore più importanti del nostro viaggiare l’incontro con la forza e la consolazione di Dio che si manifesta in un sacramento che aiuta i malati a lottare contro la sofferenza, a vincere la paura a ricevere consolazione! Abbiamo preparato con scrupolo tale unzione. Suor Cecilia ha preparato un chilo di olio di oliva ne quale abbiamo infuso una profumatissima essenza di gelsomino. Una bella brocca d’ottone lavorata conteneva l’olio. L’ottone lucido metteva in evidenza i bellissimi ricami e sbalzi che decoravano la brocca. Ma perché così tanto olio, perché non una piccola quantità di Olio Santo? Abbiamo voluto consacrare una riserva di olio per le suore di Madre Teresa di Calcutta e da riportare in Italia non in ricordo, ma come medicamento per i momenti di paura e di dolore o sconforto. Alla celebrazione ho infatti invitato le suore di Madre Teresa che in Gerusalemme hanno una comunità. Sono presenti così sei suore della Comunità. Presiede il rito S.E. Mons. Raphael Minassian, Esarca Armeno Cattolico di Gerusalemme e con me concelebra P. Federico Manns. Siamo in tutto una ventina di amici. Il rito si svolge all’altare della Maddalena in ricordo della terribile notte dell’arresto, che era proprio il 22 Luglio festa liturgica di Santa Maria Maddalena. Mamma ed Olinda sono vestite con l’abito della festa! Santina si era preparata a questo rito con la Confessione. Il nostro parroco don Giuseppe era venuto a casa per l’occasione. Utilizziamo lo steso rito dell’anno 2007. Mons. Raphael ha la mitria in testa ed inizia così la solenne liturgia. Olinda legge una lettura della Liturgia della Parola. L’Esarca armeno consacra l’Olio. Prendo la santa ampolla di ottone e verso lentamente l’Olio in una bella vaschetta di argento. L’Esarca e Padre Federico ungono il capo, le braccia, le mani, la gola le gambe ed i piedi di Santina. Un intenso profumo di gelsomino riempie la cappella della Maddalena, Mamma sorride e un applauso dei presenti accompagna l’unzione. E’ festa: Santina riceve l’unzione di Dio, il suo conforto. Santina hai sofferto tanto, ora io ti voglio confortare con il mio aiuto con la mia carezza. E’ la festa di una lotta sul dolore, sulla sofferenza, sulla paura e sul buio. Questo sacramento viene amministrato nel luogo più sacro del mondo, nelle vicinanze del Calvario e del Santo Sepolcro! Santina sembra ricevere ancora la forza di quel Giorno Santo in cui Cristo con la Sua risurrezione vinse la morte. Il rito ha una sua forza intrinseca che regala a noi presenti pace e serenità. Dopo il commovente rito dell’Unzione santa, nella Liturgia eucaristica abbiamo previsto un altro gesto grande e simbolico. Mons. Minassian consegna l’ampolla dell’Olio santo alla Superiora delle Missionarie della Carità. Le Missionarie della Carità sono ben note per la loro missione tra i più poveri dei poveri, in mezzo alla disperazione e all’angoscia. Non possiamo pensare solo alla sofferenza di Santina; non sarebbe cristiano, ma la forza della sua sofferenza sta nel costante sforzo di aprirci alle sofferenze degli altri, a non chiuderci egoisticamente nella nostra grande sofferenza, ma nell’ascoltare la sofferenza di tutto il mondo. Quell’Olio Santo raggiungerà Gaza, Nablus, Amman, nelle comunità delle suore verrà conservato per i momenti di particolare dolore e ungerà piaghe e ferite delle guerre e della cattiveria. Regalerà sorriso e forza, la forza di Dio. Quei malati, quei feriti, quei disperati quando riceveranno quell’Olio consacrato al Santo Sepolcro lo riceveranno grazie alla sofferenza di Santina: allora la sofferenza di Mamma acquisterà il suo significato più alto, quella della condivisione in nome di Gesù della sofferenza di tutta l’umanità. Allora la sofferenza diventerà parte di quella sofferenza acuta e lancinante provata da Gesù in croce, provata da Santina nelle terribili giornate della terapia intensiva, provata dal ferito di Gaza, dal vecchio di Nablus o dal bambino di Amman. Il Santo Olio della sofferenza ungerà e lenirà tutte queste sofferenze e chiederà a noi di pregare, di pregare per il mondo. La Superiora viene all’altare e Mons. Raphael in modo solenne consegna l’ampolla di ottone. Anche noi prenderemo una piccola porzione di Olio e la porteremo in Italia, la distribuiremo ai Monasteri di clausura e ne faremo dono agli amici che hanno chiesto il prezioso regalo del Santo Sepolcro. Il rito eucaristico continua, Santina riceve la comunione sotto le due speci eucaristiche del pane e del vino. E poi un ultimo gesto, anche Santina si deve ricordare sempre di questo momento e allora per Lei è pronto un bel anello d’oro con una pietra preziosa incastonata a forma di cuore. Anche quell’anello ha un suo alto valore simbolico: il cuore! Tutta l’avventura di Santina ruota attorno “al tema del cuore”, il suo cuore è divenuto davvero una preziosa pietra e brilla di un grande luce, la luce della sua bontà. Avviene così quando Roccia del cuore è solo Dio!  L’Esarca armeno cattolico benedice l’anello d’oro e lo pone al dito di Santina, da oggi in poi, guardando quell’anello Mamma si ricorderà del 17 Maggio, giorno in cui ha ricevuto l’Unzione dei Malati al Santo Sepolcro. Santina guarda con un po’ di imbarazzo l’anello e lo osserva in silenzio e con attenzione. Chissà cosa penserà mamma, portando quell’anello? Dopo la messa con l’aiuto di fra Andrea conduco la mamma all’interno del Santo Sepolcro e sdraio mamma sulla pietra del Risorto. Vedo Santina congiungere le mani in assorta preghiera e vivere un momento di grande concentrazione e orazione: è un momento di grazia spirituale. Tutto il bellissimo e suggestivo rito si conclude con una foto ricordo che diventerà la fotografia che doneremo agli amici, con la scritta: In Gerusalemme sarete consolati. Davvero in quel giorno a Gerusalemme abbiamo ricevuto tanta consolazione. Ora ci attende una suggestiva festa sul terrazzo di casa nella Città Vecchia. Mamma cenerà e pernotterà nella sua bella casa conclusa. Che emozione! Dalla Basilica del Santo Sepolcro la nostra auto guidata da Ramih, si dirige verso la Porta dei Leoni e, attraversata l’antica porta attraverso la via dolorosa giungiamo all’Esarcato Armeno cattolico sito tra la terza e la Quarta stazione. Proprio sulla cima del Palazzo ho fatto costruire un attico, una casa che in futuro servirà alla preghiera, alla riflessione ed al riposo mio e di quanti vogliano compiere una significativa esperienza di interiorità e preghiera a Gerusalemme. E’ la prima volta che Mamma viene nella casa ultimata. Con un po’ di fatica facciamo salire la carrozzina con mamma. La cena di festa è preparata in terrazzo. http://www.youtube.com/watch?v=AUJ7gPsj1HM&feature=channel_page Cibi molto buoni sono imbanditi sulla tavola. Ci sono le suore di Madre Teresa, solo per bere un bicchiere di aranciata e salutare Santina, ci sono due amiche suore che si fermeranno invece per tutta la cena, c’è Jamal, Ramih, Garo, giunge anche Mons. Minassian. La sera è piena di stelle, il clima è mite e vi è una leggera e piacevole brezza. Il panorama come sempre è magnifico e si vede il Santo Sepolcro e la Moschea di Omar: rimangono tutti a bocca aperta, anche Olinda che per la prima volta si trova a Gerusalemme è piena di gioia, che bella serata. Mamma è proprio felice e la festa inizia, si chiacchiera si parla si trascorrono ore serene, momenti di grande semplicità ma che danno grande sapore della vita…Arriva il momento della torta, vi è una sorpresa: ci sono tre candele che producono scintille, le accendiamo una dopo l’altra. http://www.youtube.com/watch?v=z7O-Hp9jPHs&feature=channel_pageL’atmosfera è magica: la grande luce del terrazzo che ben si rispecchia nel pavimento in marmo, il contrasto con il buio della città e le luci della casette assiepate di Gerusalemme, e la cascata di scintille provoca in me una forte emozione. Il viso di Santina è bello, sulla sua fronte luccicano ancora i segni del Sacro Olio, il profumo di gelsomino è facilmente percepibile per chi si avvicina, e i suoi occhi… riflettono come due stelle la luce delle scintille: è una festa della vita, è una festa del bene e del buono. http://www.youtube.com/watch?v=rm5cdmOQueU&feature=channel_page Con il cuore gonfio di riconoscenza, mi volto verso il Santo Sepolcro per nascondere la commozione e recito il magnificat. Gli amici ci salutano, le luci esterne si spengono, entriamo in casa e dopo aver recitato le preghiera della sera ci concediamo una notte serena ed un riposo tranquillo, ce lo siamo proprio meritato: In Gerusalemme sarete consolati è l’ultimo pensiero che dalla mie mente passa al cuore e che dal cuore concede salutare pace al mio corpo stanco che si addormenta profondamente.

 P1010088

5. Il dono di una preziosa croce-reliquiario

Il bellissimo viaggio in Terra Santa si compone di tante altre giornate e visite indimenticabili. Ho scelto solo tre di questi momenti, la visita al Muro del Pianto, a Nazareth e l’Unzione dei Malati al Santo Sepolcro. Concludendo le note di questo diario – prima di porre in appendice il calendario sintetico del Pellegrinaggio – vale la pena di ricordare che dal 14 al 21 Maggio Santina ha avuto la possibilità di visitare anche Ain Karim, la Patria di Gioacchino ed Anna. Nell’ultimo pomeriggio della nostra visita abbiamo potuto recitare il Rosario alla Basilica che ricorda il Benedictus, dove è nato Giovanni il Battista e pregare per tutte le persone che si sono affidate alle nostre preghiere. Altro momento molto suggestivo è stata la visita al Cenacolino. In quella Chiesa, molto vicina al luogo santo del Cenacolo, ho celebrato la Messa ed ho rinnovato le promesse di castità, povertà ed obbedienza, proprie del giorno della mia Ordinazione sacerdotale nelle mani di Mamma, in quella Messa ho anche lavato e baciato i piedi di Santina e di Olinda con tanta, tanta commozione: sono attimi indimenticabili che vanno tutti registrati in questo diario per non dimenticare mai in futuro, e per fare memoria, come diceva il mio nuovo Vescovo di Bergamo Mons. Beschi, citato in apertura di questo Diario. Infine non posso dimenticare il dono di una preziosa croce-reliquiario che Mons. Raphael Minassian mi ha voluto omaggiare. Raccontiamo con ordine. Nella Chiesa ortodossa russa esiste la tradizione della croce-reliquia. Di cosa si tratta? Di una piccola croce da porre al collo che si apre per poter lasciare spazio a qualche reliquia da portare con devozione al collo. Nell’arte delle icone metalliche russe le rappresentazioni della Croce, massimo simbolo della Cristianità, sono numerosissime e raggruppabili in varie categorie. Le più antiche sono probabilmente da riconoscere nei piccoli crocifissi-reliquiari a due valve o “encolpion”, in rame, bronzo argento od oro, che i pellegrini portavano al collo e utilizzavano per custodire frammenti di eucaristia o anche di reliquie. Queste icone furono molto popolari nel periodo XI°-XV° secolo. Sul lato principale era solitamente rappresentata la crocifissione con la Vergine Maria e San Giovanni Battista alle estremità laterali della traversa principale; sul retro figurava spesso la Vergine del Segno (Orante). Le immagini erano anche realizzate in rilievo oppure con tecniche di niellatura per creare un contrasto cromatico e, col passare del tempo, si arricchiscono nei soggetti, venendo ad includere altri santi (Nikita, Pietro e Paolo), martiri (Giorgio e Demetrios) e profeti (Elia). A questo primo gruppo che è evidentemente da considerare come di “icone da collo”, si aggiungono le “croci battesimali”, solitamente molto piccole, portate ininterrottamente dai fedeli fin dalla nascita e spesso rappresentanti in formato ridotto soggetti di dimensioni molto maggiori. I tipi e le varianti nei colori degli smalti, nei materiali,con pietre dure , madreperla, divennero nei secoli successivi numerosissime. La croce d’oro che mi è stata donata è in oro massiccio e pesa 32 grammi, al valore commerciale dell’oro si aggiunga il grande lavoro dell’orefice nel realizzare un oggetto unico nella sua bellezza. La croce è la croce del risorto, la classica croce-fiorita  della Liturgia del Venerdì Santo, già preludio della Risurrezione. Sulla cima della Croce vi è la corona di Cristo Re, subito sotto la corona trovano posto le iniziali di Gesù e ai piedi della Croce le iniziali di Cristo. Dalle quattro braccia della Croce spuntano quattro fiori, segno e premonizione della Risurrezione di Gesù. Dalla Croce-reliquiario, e in particolare dalla figura di Cristo, partono dei raggi i luce. Sopra la testa di Gesù vi è il cartiglio con scritto INRI. Il retro della Croce riprende la decorazione di fiori e dall’alto al basso trova posto la parola IERUSALEM. La croce mi è stata data l’ultimo giorno del Pellegrinaggio. A Gerusalemme si celebrava la memoria liturgica dell’Ascensione di Gesù al cielo. Lascio Mamma ed Olinda all’albergo Notre Dame e scendo verso la Basilica del Santo Sepolcro. Nei pressi dell’antica chiesa trovo un negozio che vende la mirra, l’unguento che ricorda la crocifissione e che i greci chiamano il Nardo della Maddalena. Ne acquisto una piccola boccettina. Mi tolgo dal collo la teca che raccoglie la garza con il sangue di Mamma, con molta cura e scrupolo la imbevo di mirra per renderla più compatta. In quella piccola teca vi è anche una briciola della pietra del Santo Sepolcro, una reliquia alla quale io sono particolarmente devoto. Raccolgo bene la stoffa imbevuta di mirra, apro la croce e lascio cadere la briciola di roccia del Santo Sepolcro e pongo con cura la garza imbevuta ora dal sangue e dalla mirra profumatissima. Con molta attenzione chiudo e sigillo la croce d’oro. Esco dal negozio e mi dirigo al Santo Sepolcro, entro nel luogo santo e depongo la mia croce-reliquiario sulla lastra del Sepolcro di Gesù, nel frattempo recito il Credo e rinnovo le promesse sacerdotali. Esco commosso dalla Basilica della Risurrezione e torno al Notre Dame: sarà mia Madre Santina, durante la nostra ultima messa a Gerusalemme a pormi al collo la croce con le sue mani tremanti, prima di dare a Lei un fortissimo abbraccio. Ora siamo pronti a partire, Santina portando al dito un anello che ricorderà a Lei l’Unzione dei Malati, io portando al collo una croce che mi ricorderà per sempre la sua sofferenza unita e santificata da quella di Cristo, una croce che simbolicamente contiene il suo sangue e la sua sofferenza, la mirra e una briciola di Risurrezione contenuta nella pietruzza del Santo Sepolcro. Avere casa a Gerusalemme, significa ora per me e per noi tornare spesso in quella Città Santa per interpretare la vita con i canoni della croce e della Risurrezione di Gesù, perché davvero In Gerusalemme siamo stati consolati.

 

Suggestiva immagine di Betlemme 2007

6. Appendice: le nostre giornate in Terra Santa (14-21 Maggio 2009)

 

DATA MATTINO POMERIGGIO
14 maggioGiovedì Viaggio Partenza da Bergamo Orio al Serio ore 7.45 con volo GJ1722Papa Benedetto XVI è in Gerusalemme (* Al Notre Dame Center soggiorna il Seguito papale nei giorni 14 e 15 Maggio, vestiti appropriati)   Arrivo a Tel Aviv Ben Gurion ore 12.25. Trasferimento al Notre Dame Center*. Arrivo previsto ore 14.30 Pranzo e riposo nel pomeriggio Ore 18.00 Santa Messa di inizio del pellegrinaggio al Notre Dame Center
15 maggiovenerdìGerusalemme Riposo. Il Santo Padre Benedetto XVI celebra la Messa al Santo Sepolcro Ore 15.30 S. Messa alla Basilica del Getzemani  e visita Monte degli Ulivi Inizio Shabbat ebraico Muro del pianto
16 maggiosabatoNazareth Ore 9.00 Partenza per Nazareth Ore 12.30 Pranzo e Riposo  Ore 15.00 Santa Messa alla chiesa dell’Annunciazione: Ore 16.30 Partenza per Gerusalemme prima fine dello Shabbat ebraico
17 maggio domenicaGerusalemme  Riposo Ore 17.30 Solenne conferimento sacramento dell’Unzione dei Malati a Santina nella Basilica del Santo Sepolcro. Trasferimento a casa e cena di festa con invitati ed amici sulla terrazza di marmo. Santina pernotta in appartamento
18 maggiolunedìGerusalemme Ore 10.00 Colazione in Terrazza e Riposo Ore 13.00 Pranzo e dopo riposo alle ore 16.00 Santita Messa nel Santuario di S. Maria dello Spasimo
19 maggiomartedìBetlemme Ore 9.30. Partenza per BetlemmeOre 11.00 Messa nella Basilica dell’Annunciazione Ore 12.30 Pranzo al Casa nova e riposo. Ore 16.00 Visita al Campo dei PastoriOre 17.00. Ritorno a Gerusalemme per la cena
20 maggiomercoledi’Gerusalemme Ore 10.00 Partenza per Il Sion Cristiano, Visita alla Basilica della Dormizione. Visita al CenacoloOre 11.30 Messa al cena colino lavanda dei piedi Ore 13.00 Pranzo al Notre Dame e Riposo. Visita alla Basilica del Benedictus ad Ain Karim cena di festa con spumante
21 maggioGiovedì Viaggio Ore 11.00 Santa Messa di chiusura del Pellegrinaggio. Pranzo e Partenza da Tel Aviv,ore 16.30 con volo GJ 1723 Arrivo a Bergamo Orio al Serio ore 21. 30 . Trasferimento a casa per le ore 22.00

 

p1010106

Ed infine se vuoi vedere i gli altri principali servizi fotografici:

Getzemani clicca:Getzemani 15-5-2009

Betlemme clicca: Betlemme 19-5-2009

Cenacolo clicca: Cenacolo 20-5-2009

Ain Karim clicca qui: Ain Karim 20 Maggio 2009

 p1010007

 Per altri video YouTube, clicca:

Getzemani: http://www.youtube.com/watch?v=DKRmvZrbi3E&feature=channel_page

ed anche: http://www.youtube.com/watch?v=8UYr9bBYvjs&feature=channel_page

Betlemme: http://www.youtube.com/watch?v=RjV09ufPiwA&feature=channel_page

e soprattutto: http://www.youtube.com/watch?v=rT01Xqyfd2s&feature=channel_page

Campo dei pastori: http://www.youtube.com/watch?v=rT01Xqyfd2s&feature=channel_page

La preghiera di Maria Rosaria

Stanno giungendo moltissime richieste e preghiere da porre nel Santo Sepolcro il giorno 17 Maggio 2009 (Cfr Lettera sopra riportata ) ed altrettante richieste di Olio consarato. Pubblichiamo qui di seguito una suggestiva preghira composta da una Signora:

Caro Padre,//Vorrei lodarti e ringraziarti //per il dono della Vita//per la nascita di Carlo Mattia, la cui innocenza tanto mi da’ da imparare//per tutte le prove cui ci sottoponi ben sapendo il peso che ognuno di noi può sopportare //per i miei genitori, sempre pronti a donarsi, troppo spesso vittime dell’irriconoscenza di noi figli//per il mio lavoro e per i miei colleghi, non sempre facili, che mi consentono comunque di vivere in comunità//per il Sole la Luna le Stelle/e la pioggia improvvisa magari in una torrida giornata..//per le poche amicizie che ho, perché nessuna regge mai il Tuo confronto//per i miei tre fratelli che forse ti cercano lontano.. ma non lo sanno che Tu sei già qui ed ora?//per la mia malattia che mi tiene sul filo di un equilibrio instabile senza la quale, forse, avrei fatto a meno di Te//per le persone sole, emarginate e che hanno perso ogni speranza affinché possano ritrovare un senso alla loro esistenza//per tutte le persone a Te consacrate affinché possano essere validi Testimoni della Tua Parola,/per don Gigi e mamma Santina, per il loro pellegrinaggio a Gerusalemme, per Padre Paolo e frate Paolo//per i terremotati, i senzatetto e le popolazioni che vivono in povertà estrema //per tutti coloro che, come me, si proclamano cristiani ma che troppo spesso fanno fatica ad incontrarti nella quotidianità////Vorrei pregarti, caro Padre//affinché Tu possa donarmi una Fede più salda, una maggiore Sapienza, Fortezza e Speranza//vorrei avere la capacità di affidare a Te tutte le mie preoccupazioni /e vivere così sempre secondo la Tua Volontà pienamente consapevole che il momento presente è il momento più bello che mi stai donando//vorrei chiederti perdono per tutte le volte che, mio malgrado, ha prevalso l’orgoglio, l’egoismo e la meschinità//vorrei imparare da Te a perdonare ogni offesa subita cancellando rancori e risentimenti che induriscono il cuore //vorrei essere una buona madre, amorevole nel trasmettere a Carlo l’anelito del Tuo Amore e della Tua infinita  Misericordia //per Stefano, il papà di Carlo, affinché possa condividere gli stessi principi //insegnami, infine, Padre ad accettare le mie debolezze e le mie fragilità, segno di umanità //di tutti noi, caro Padre che – nell’inquietudine del nostro piccolo cuore – viviamo nella trepida attesa del nostro personalissimo incontro con il Tuo Volto,//abbi Misericordia.  

p1010003

  01 In Gerusalemme sarete consolati


Lascia un commento